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giovedì, 18 Settembre, 2025

Smart working più lavoro tradizionale: l’era del lavorare ibrido

Con l’arrivo del vaccino anti-Covid e l’avvio delle prime campagne di vaccinazione negli Stati Uniti e nel Regno Unito, le imprese stanno rivedendo i propri piani per il rientro in ufficio dei dipendenti. Se alla fine dell’estate 2020, Google ipotizzava la fine del piano globale di lavoro da remoto volontario a giugno 2021; ora il […]
23 Dicembre 2020
Di: Giorgia Pacino
23 Dicembre 2020
Con l’arrivo del vaccino anti-Covid e l’avvio delle prime campagne di vaccinazione negli Stati Uniti e nel Regno Unito, le imprese stanno rivedendo i propri piani per il rientro in ufficio dei dipendenti. Se alla fine dell’estate 2020, Google ipotizzava la fine del piano globale di lavoro da remoto volontario a giugno 2021; ora il colosso di Mountain View ha deciso di posticipare il ritorno in ufficio a settembre 2021, avanzando al contempo una serie di proposte destinate a cambiare il modo di lavorare dei suoi dipendenti e forse anche di quelli delle altre compagnie tecnologiche. Con una mail inviata a tutto lo staff, Sundar Pichai, CEO della casa madre Alphabet, ha informato i collaboratori dell’intenzione di voler testare l’idea di una “settimana di lavoro flessibile”, non appena sarà sicuro rientrare al lavoro. Secondo il progetto pilota, i dipendenti dovranno recarsi in ufficio almeno tre giorni alla settimana, per i cosiddetti “collaboration days”, mentre potranno lavorare da casa i giorni restanti. “Stiamo testando l’ipotesi che un modello di lavoro flessibile possa condurre a maggiore produttività, collaborazione e wellbeing”, ha scritto Pichai nella mail, di cui il New York Times ha pubblicato alcuni stralci. “Nessuna azienda delle nostre dimensioni ha mai creato un modello di forza lavoro interamente ibrido – anche se alcune stanno iniziando a testarlo – perciò sarà interessante provare”. Non è ancora chiaro in che tempi verrà data attuazione al progetto pilota, considerata la diversa situazione di diffusione della pandemia tra gli Stati. Di certo, sembra sicuro che non riguarderà i dipendenti impiegati nei rapporti con i clienti né coloro che lavorano nei data center e nei laboratori creativi. La mail di Pichai non chiarisce neppure se la compagnia richiederà ai suoi dipendenti di sottoporsi al vaccino prima del rientro in sede. Google ha fatto sapere di aver raccomandato a tutto il personale di ricorrere alla vaccinazione, non appena verrà resa disponibile dalle autorità sanitarie locali, e di star considerando l’opportunità che sia l’azienda stessa a garantirla ai dipendenti in futuro, soltanto quando tutte le categorie a rischio saranno già state vaccinate. Nell’ottica di realizzare spazi di lavoro flessibili, Google ha annunciato anche che metterà in piedi nuovi design di ufficio in aree a basso rischio di contagio. Sta pianificando di offrire ai dipendenti la possibilità di prenotare luoghi di collaborazione per un massimo di 12 persone e spazi sicuri all’aperto per incontri più allargati. Per i lavoratori in cerca di una postazione tranquilla fuori casa, Big G offrirà desk prenotabili nei suoi uffici. Fonte: The New York Times
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