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L’invasione degli ultra robot

La previsione era scontata e già scritta. A sorprendere – ma nemmeno più di tanto – sono i tempi con i quali sembra essersi concretizzata. Siamo vicini al sorpasso dei robot sugli umani nel lavoro. La conferma è arrivata da un’inchiesta del Wall Street Journal (riportata da Il Sole 24Ore) secondo cui in Amazon il livello di robotizzazione è così elevato che nei magazzini del colosso dell’ecommerce creato da Jeff Bezos lavorano 1 milione di robot: il quotidiano Usa ha sottolineato che si tratta del livello più alto mai raggiunto e che si avvicina al numero di persone che sono impiegate nelle stesse strutture.

Di recente una fonte – un manager specializzato in soluzioni per la logistica e per il trasporto di una società ICT (che preferiamo lasciare anonimo) – ha confermato a Parole di Management che gli esseri umani sono destinati a sparire dai magazzini. Alla domanda diretta su quanto dureranno le persone in queste strutture, la risposta è stata chiara: “Zero”. E il caso di Amazon lo sta dimostrando.

Tornando a quanto riportato dal Wall Street Journal, la presenza dei robot nelle strutture dell’azienda di Bezos è già massiva: si va dai bracci metallici che prelevano gli articoli ai mezzi che si muovono per trasportare le merci; fino alle macchine che confezionano il materiale. Il colosso dell’ecommerce parla del 75% delle consegne globali realizzato grazie alla collaborazione tra robot e operatori umani. Il risultato, riferito dal quotidiano Usa, è che nell’arco di 10 anni la produttività dei dipendenti, grazie alle macchine, è passata da 175 pacchi spediti a 3.870.

Collaborazione più che sostituzione degli umani

A proposito di robot, di recente la rivista Sistemi&Impresa – il magazine di tecnologie per la Manifattura ad alto impatto organizzativo della casa editrice ESTE (editore anche del nostro quotidiano) ha analizzato la diffusione delle macchine in ambito produttivo, chiedendo un parere sul ruolo degli esseri umani in fabbrica ad alcuni dei principali produttori di robot. La domanda fatta ad ABB Robotics Italia, Comau e Fanuc Italia riguardava in particolare l’utilizzo delle macchine per tamponare l’assenza di manodopera umana, a seguito del calo delle nascite (nel 2024 abbiamo raggiunto il minimo storico con appena 370mila nuovi nati): i contributi che seguono sono liberamente tratti dal numero di Maggio 2025 di Sistemi&Impresa.

Automazione e robotica non sono solo una tendenza tecnologica, ma una vera e propria necessità per affrontare le sfide del nostro tempo”, ha detto Michele Pedretti, Market Development & Channel Manager di ABB Robotics Italia. “L’automazione rappresenta una soluzione indispensabile per mantenere livelli di produttività elevati e garantire la sostenibilità economica”. Il manager ha anche evidenziato i vantaggi della robotizzazione, puntando l’attenzione soprattutto sulla possibilità di lasciare alle macchine i compiti ripetitivi e pericolosi, riducendo così il rischio di incidenti. “Innovazione e automazione consentiranno ai lavoratori di concentrarsi su attività a maggior valore aggiunto, che richiedono creatività, problem solving e competenze interpersonali”, ha spiegato Pedretti, che ha proposto investimenti in politiche di formazione e riqualificazione professionale per preparare la forza lavoro alle nuove sfide del futuro. “In questo modo, l’automazione in combinazione all’AI sarà una preziosa opportunità per creare nuovi posti di lavoro e favorire lo sviluppo di competenze avanzate”.

Alessandro Piscionieri, Head of Products & Solutions Management di Comau, ha ribadito come l’attuale scenario lavorativo veda la combinazione di una popolazione sempre più anziana e una forza lavoro ancora poco specializzata e al passo con le nuove tecnologie di automazione: a suo giudizio, questo scenario deve renderci cauti rispetto al possibile rallentamento della produttività a causa della mancanza di manodopera. “In questo contesto, le aziende con una lunga esperienza nella robotica e nell’automazione industriale possono dimostrare come l’automazione possa essere una straordinaria opportunità per valorizzare e potenziare le competenze dei lavoratori, migliorando le condizioni di lavoro quotidiane ed eliminando compiti ripetitivi e fisicamente gravosi”, ha detto il manager. È il caso di un’applicazione realizzata per la saldatura: “Si tratta di un sistema di robotica mobile progettata per migliorare la qualità, le prestazioni e il benessere degli operatori durante attività di saldatura ad alta intensità di lavoro e facilmente gestibile anche da una singola persona”.

Anche Cristian Bosi, Managing Director di Fanuc Italia, ha evidenziato il problema della carenza di lavoratori qualificati, sottolineando anche i limiti del sistema scolastico che spesso fatica a offrire una preparazione aggiornata e orientata alle esigenze delle aziende, con il risultato che i posti di lavoro restano vacanti. “Abbiamo reso l’automazione accessibile a tutte le aziende, incluse le Piccole e medie imprese (PMI). I nostri robot collaborativi rappresentano una soluzione ideale: facili da programmare – grazie alla guida manuale o a un’interfaccia intuitiva su tablet – e con costi di gestione ridotti”, ha spiegato Bosi. “L’automazione oggi non è più un’opzione, ma una necessità”, ha concluso il manager di Fanuc Italia. C’è chi l’ha capito, come Amazon, e chi deve ancora rendersene conto. Facile immaginarsi come finirà.

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Dario Colombo

Articolo a cura di

Giornalista professionista e specialista della comunicazione, da novembre 2015 Dario Colombo è Caporedattore della casa editrice ESTE ed è responsabile dei contenuti delle testate giornalistiche del gruppo. Da luglio 2020 è Direttore Responsabile di Parole di Management, quotidiano di cultura d'impresa. Ha maturato importanti esperienze in diversi ambiti, legati in particolare ai temi della digitalizzazione, welfare aziendale e benessere organizzativo. Su questi temi ha all’attivo la moderazione di numerosi eventi – tavole rotonde e convegni – nei quali ha gestito la partecipazione di accademici, manager d’azienda e player di mercato. Ha iniziato a lavorare come giornalista durante gli ultimi anni di università presso un service editoriale che a tutt’oggi considera la sua ‘palestra giornalistica’. Dopo il praticantato giornalistico svolto nei quotidiani di Rcs, è stato redattore centrale presso il quotidiano online Lettera43.it. Tra le esperienze più recenti, ha lavorato nell’Ufficio stampa delle Ferrovie dello Stato italiane, collaborando per la rivista Le Frecce. È laureato in Scienze Sociali e Scienze della Comunicazione con Master in Marketing e Comunicazione digitale e dal 2011 è Giornalista professionista.

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