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Collaborare per lavorare meglio

In Matematica l’identità è l’uguaglianza tra due espressioni algebriche che hanno lo stesso valore, questo vale anche tra il lavoro e la collaborazione. Lavorare è collaborare (Roi Edizioni, 2024) è il titolo dell’ultimo libro di Sebastiano Zanolli, Esperto di gestione del cambiamento e autore della rubrica Modelli di sviluppo umano sulla rivista I,WE – Inclusion, Welfare ed Enviroment (ESTE ed EcoEridania Editore), perché la verità di fondo è che nessuno lavora da solo, neanche i liberi professionisti. L’opera ha lo scopo di evidenziare il potenziale trasformativo della collaborazione nelle aziende: “All’interno del modello collaborativo, ognuno non solo è responsabile del proprio segmento di lavoro, ma la priorità diventa lavorare in una modalità condivisa per arrivare al risultato finale, insieme”, spiega l’autore.

Lavorare in modalità condivisa apporta benefici all’intero gruppo, perché integrando le pluralità di talenti e di capacità dei singoli si possono accorciare tempi di lavori, elaborare nuove idee, migliorare la capacità di ascolto e di comunicazione e stringere nuovi contatti. Secondo l’autore, anche da un punto di vista squisitamente egoistico e individualista – caratteristica della società attuale – ‘lavorare vuol dire collaborare’: “La verità è che persino chi ha una postura più individualista rispetto al lavoro trova comunque incentivi personali nella collaborazione”, riflette Zanolli.

L’individualismo è solo una delle caratteristiche di un contesto lavorativo in continua evoluzione. I cambiamenti impattanti si sono sempre verificati nel corso degli ultimi decenni, ma è stata soprattutto la pandemia ad aver accelerato la trasformazione, caratterizzata da fenomeni come le Grandi dimissioni, la diffusione dello Smart working e dal precariato: “Quelli tra il 1990 e il 2020 sono stati anni piuttosto complessi in Italia. Anni di promesse non mantenute. Bisogna trovare altre leve per tenere insieme i pezzi”, è il ragionamento dell’autore. La collaborazione, e il suo valore per tutti i lavoratori, può essere la chiave strategica del futuro del lavoro.

La collaborazione costruisce una comunità unita

Fissata la necessità di collaborare, la difficoltà è poi svilupparla in pratica. Nella quarta parte del libro Zanolli espone, a questo proposito, strumenti concreti, come il feedback e la negoziazione, e la strategia di coinvolgimento dei lavoratori, che passa attraverso quattro fasi: gestire il conflitto; stimolare le abilità individuali; ottimizzare spazio e tempo; scegliere gli strumenti ottimali. “Ho sperimentato che cosa significhi sentirsi allo stesso tempo individuo e comunità, due concetti che dovrebbero essere antitetici. Metterli in relazione perché si potenzino reciprocamente è possibile. Ed è più facile se si conoscono gli strumenti e le strategie da mettere in pratica”, riflette l’autore.

Dopo aver creato spazi e possibilità per collaborare, l’impegno deve essere dirottato verso la misurazione di quanto costruito. La difficoltà qui è, però, che la collaborazione è un bene intangibile, quindi difficile da trasformare in un numero, diversamente dal quantificare le vendite o la riduzione dell’impatto ambientale. Quello che si possono misurare sono le conseguenze della collaborazione: i sintomi di una scarsa collaborazione sono il numero di solleciti per portare a termine una attività o gli errori commessi. “Se vi è una ‘buona’ o ‘alta’ collaborazione, le cose vanno meglio, si riducono i fraintendimenti, vi sono meno sprechi di tempo e risorse”, scrive Zanolli.

Per poter, però, davvero realizzare una buona collaborazione serve la volontà di tutto il gruppo, che deve impegnarsi in semplici gesti e azioni quotidiani: “Sono la volontà di tendere una mano quando serve e la sicurezza di poter contare su un collega quando ne abbiamo bisogno che fanno la differenza”. Solo costruendo un gruppo unito, una comunità che si prende cura dei propri membri, i singoli lavoratori possono vivere meglio l’ambiente lavorativo e raggiungere, insieme, traguardi ambiziosi.

Sebastiano Zanolli, Lavorare, Collaborare


Alessia Stucchi

Alessia Stucchi

Alessia Stucchi è giornalista pubblicista. Laureata in Lettere Moderne in triennale e in Sviluppo Economico e Relazioni Internazionali in magistrale. Nel 2023 ha vinto il Premio America Giovani della Fondazione Italia Usa che le ha permesso di conseguire il master Leadership per le relazioni internazionali e il made in Italy. Nel tempo libero si dedica alle camminate, alla lettura e alle serie tivù in costume.

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