
Fare impresa…è una impresa
“Si chiama impresa perché è difficile. E ogni tanto – anzi, spesso – è facile sentirsi soli e senza una rotta. Perché, sorpresa: una rotta non c’è. Ve la dovete inventare voi”. Si apre con questa dichiarazione Una piccola impresa (Apogeo, 2025), il libro di Fulvio Romanin, Fondatore di Ensoul, studio specializzato in sviluppo web e comunicazione. Non si tratta di un manuale tecnico né di una narrazione celebrativa dell’imprenditorialità, ma di un racconto pratico del percorso che porta dal lavoro freelance alla fondazione e gestione di un’impresa.
Romanin parte da un dato: oltre l’80% delle aziende italiane sono microimprese (fonte Istat), spesso familiari, nate da iniziative individuali o da una professionalità consolidata nel tempo. Eppure, chi intraprende questo cammino raramente ha a disposizione una mappa chiara delle sfide che deve affrontare.
L’autore delinea così le principali tappe di avvio e sviluppo di un’attività: dalla valutazione dell’idea imprenditoriale alla formazione iniziale, dal networking alla scelta della sede legale, fino alla progettazione della strategia di lancio. Un’attenzione particolare è rivolta anche alle fasi immediatamente successive all’apertura: il monitoraggio delle performance, la gestione amministrativa e finanziaria e l’eventuale espansione dell’attività.
Essere imprenditori significa gestire persone
Ma costruire un’impresa non significa soltanto pianificare, ma anche comunicare e relazionarsi. Ed è qui che Romanin insiste su aspetti spesso sottovalutati: la costruzione dell’identità aziendale, la riconoscibilità del brand, la scelta coerente dei canali e dei messaggi. “Non è facile comunicare chi si è. Essere visibili non significa solo fare qualcosa di bello, ma continuare a farlo, e ricordare al vostro pubblico che voi ci siete, e crescete”. Questo approccio implica una partecipazione attiva dell’imprenditore alla vita del settore, come fiere, conferenze e collaborazioni.
Al centro della riflessione l’autore colloca poi l’equilibrio tra profitto e sostenibilità. Per Romanin, l’obiettivo dell’impresa non può esaurirsi nel guadagno economico, perché il vero patrimonio è costituito da relazioni, valori e benessere collettivo. Tuttavia, aggiunge con pragmatismo, questo non esclude la necessità di una gestione economica rigorosa: la contabilità deve essere monitorata regolarmente e l’analisi del costo medio di acquisizione dei clienti deve diventare parte della routine decisionale. Da qui un consiglio ricorrente: “Studiate, studiate, studiate. Girate. Viaggiate.”
In questo percorso, Romanin non nasconde, però, le difficoltà, Al contrario, le normalizza e le restituisce nella loro dimensione umana. L’ansia, per esempio, è una costante nella vita imprenditoriale. “Ti sentirai sola – scrive – ed è umano. Quando ti accorgi che siamo tutti così, fa un po’ meno male”, riflette nel libro. Infine, poiché gestire un’impresa significa anche – e soprattutto – gestire persone, il libro offre riflessioni sulla leadership e sul lavoro di squadra. “Non basta dirigere: è necessario comprendere le motivazioni profonde di chi lavora con noi, saper leggere tra le righe e valorizzare competenze e potenzialità”, è il messaggio finale di Romanin.

Alessia Stucchi è giornalista pubblicista. Laureata in Lettere Moderne in triennale e in Sviluppo Economico e Relazioni Internazionali in magistrale. Nel 2023 ha vinto il Premio America Giovani della Fondazione Italia Usa che le ha permesso di conseguire il master Leadership per le relazioni internazionali e il made in Italy. Nel tempo libero si dedica alle camminate, alla lettura e alle serie tivù in costume.
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