
Il futuro del Made in Italy
L’attuale panorama globale è caratterizzato da una serie di trasformazioni profonde che intersecano l’economia, la società e il tessuto produttivo. In questo scenario complesso, le scelte degli Stati Uniti di disaccoppiare la propria economia dal resto del mondo, in primis dalla Cina, aprono interrogativi sulle future dinamiche degli scambi internazionali e sull’impatto di tali politiche protezionistiche.
In questo contesto di cambiamenti geopolitici ed economici, anche la sfera sociale e valoriale è soggetta a evoluzioni significative e inaspettate. L’elezione del nuovo Papa Leone XIV, successore di Francesco, figura che ha lasciato un’impronta indelebile, ci spinge a riflettere sull’eredità del suo pontificato e sul ruolo della Chiesa nel dibattito contemporaneo. Stefano Zamagni ci invita a considerare come Papa Francesco abbia stimolato una revisione critica del modello economico attuale, evidenziando la necessità di correggerne le storture per orientarlo verso maggiore equità e sostenibilità.
Per il Made in Italy, questo scenario rappresenta una sfida ma anche un’opportunità per rifocalizzarsi sul valore intrinseco del prodotto. Come sottolinea il Professor Carlo Bagnoli, è necessario un nuovo approccio all’innovazione che non si limiti alla mera funzionalità, ma che sappia coniugare estetica, emozione e significato. In questo senso, aziende come Inglesina rappresentano un esempio virtuoso che mette al centro l’eccellenza del prodotto insieme con la capacità di innovare nella continuità, rispondendo così alle esigenze di un mercato in continua evoluzione.
Tuttavia, per competere efficacemente in questo scenario, le imprese devono anche valutare la propria maturità tecnologica. Solo attraverso una consapevolezza del proprio livello di digitalizzazione è possibile indirizzare gli investimenti in modo strategico e cogliere le opportunità offerte dalle nuove tecnologie. Inoltre, l’Economia circolare emerge come un paradigma fondamentale per la transizione industriale: la progettazione gioca un ruolo chiave nel promuovere pratiche circolari, dalla produzione responsabile all’uso efficiente delle risorse. L’adozione di modelli circolari non è solo un imperativo etico, ma anche un’opportunità per le imprese di innovare e creare valore.
In questo contesto, l’Intelligenza Artificiale Generativa emerge come una forza dirompente, paragonabile alla rivoluzione di internet: Gianni Dal Pozzo, neo Presidente del Comitato nazionale di coordinamento territoriale di Confindustria servizi innovativi e tecnologici, sottolinea come il Made in Italy debba abbracciare questa opportunità, investendo nella digitalizzazione dei processi e nella creazione di una cultura d’impresa che valorizzi il dato come asset strategico.
Il quadro è complesso, ma ricco di potenzialità per il futuro del Made in Italy. La capacità di adattamento, l’attenzione alla qualità, l’innovazione, la consapevolezza delle sfide tecnologiche e l’adozione di modelli circolari sono determinanti per navigare in un presente incerto e geopoliticamente instabile. C’è un tema rispetto al quale fatichiamo a trovare risposte, ma che è destinato a mettere in crisi il nostro sistema manifatturiero, ed è il calo demografico. Uno squilibrio che, con una progressiva riduzione della forza lavoro, mette in crisi la sostenibilità del Paese.
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