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Il welfare contro il caro vita

Che si parli di Grandi dimissioni o di ‘transizione job-to-job’ (studi recenti indicano che la Great resignation in Italia ha avuto proprio questa forma), coinvolgere le persone è una questione attuale e riguarda sempre più imprese in Italia. Una leva su cui si può agire è il welfare aziendale, che si traduce nell’offrire aiuti e sostegno concreto ai dipendenti per rafforzare il rapporto con l’organizzazione e il senso di appartenenza alla stessa. Proprio in questo periodo – con l’inflazione che ha raggiunto una media annuale del 6,8% (rispetto al 2% del 2021) e il caro bollette che, secondo l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, raggiungerà l’incremento del 59% – il welfare ha la potenzialità per coinvolgere le persone e migliorarne le performance lavorative.

Prima di impostare piani di benessere, però, è bene ascoltare i collaboratori, per individuare i loro bisogni e selezionare gli strumenti adeguati per affrontarli. È questo che è emerso dalla prima ricerca condotta dal Corporate Welfare Lab di Bocconi School of Management in collaborazione con Edenred Italia, multinazionale specializzata in welfare aziendale, dal titolo “La tassonomia del welfare aziendale e i bisogni dei dipendenti”.

Lo studio, realizzato da un gruppo di ricercatori guidato da Alberto dell’Acqua, Professore Associato di Practice Corporate Finance and Real Estate presso Bocconi School of Management, ha visto il coinvolgimento di varie aziende come Coca Cola HBC Italia, Danone Nutricia Italia e PwC che si sono confrontati sui bisogni delle loro persone e sulle misure di welfare più adeguate per affrontarli portando valore all’azienda.

“La ricerca prodotta fornisce una prima fotografia sull’importanza dell’ascolto e dell’analisi, fondamentali per riconoscere i bisogni dei collaboratori e per sviluppare azioni in grado di offrire risposte efficaci. Lo studio dei dati aggregati ci dimostra l’impatto positivo del welfare aziendale su lavoratori e aziende e la sua capacità di creare benessere diffuso”, ha dichiarato Paola Blundo, Direttore Corporate Welfare di Edenred Italia.

L’impatto del welfare supera i confini dell’azienda

Le testimonianze di chi ha partecipato alla ricerca sottolineano l’importanza di un’analisi accurata del sistema di welfare. Per Coca-Cola, per esempio, l’attenzione alle persone è una priorità. È così che negli anni sono state attivate numerose iniziative per promuovere l’ascolto attivo e il confronto diretto tra colleghi che hanno fatto emergere le necessità di ognuno. “Dalle politiche di reward, per motivare e premiare i dipendenti, a quelle per il benessere, il welfare aziendale per noi è uno strumento fondamentale, perché ci consente non solo di distinguerci sul mercato, ma anche di valorizzare e supportare le nostre persone, migliorandone benessere e coinvolgimento”, ha spiegato Federica Di Michele, Rewards Manager di Coca-Cola HBC Italia.

Anche Danone ha fatto dell’ascolto dei dipendenti uno dei suoi pilastri e ormai da anni applica soluzioni come la ‘parental policy’ per il supporto alla genitorialità, attivata nel 2012, e la più recente ‘caregiver policy’ per chi si prende cura di anziani o persone non autosufficienti. In questo modo la multinazionale dei prodotti alimentari è riuscita a invertire la rotta rispetto ad alcuni trend nazionali come il crollo delle nascite (che secondo i dati Istat porterà in Italia a una riduzione della popolazione di 5 milioni di persone entro i prossimi 30 anni) e il tasso di dimissioni dopo la maternità, che – riporta l’Ispettore nazionale del lavoro – riguarda tre donne su quattro.

Sonia Malaspina, Direttrice HR Danone Italia e Grecia, ha commentato così: “Il tasso di natalità interno a Danone è pari al +7% e il 100% delle mamme rientri al lavoro dopo la maternità. Tutti i papà usufruiscono del congedo di paternità di 20 giorni e siamo riusciti ad azzerare il pay gap offrendo pari opportunità in modo meritocratico. In più valorizzando la sfera extra lavorativa, come l’esperienza di cura o l’impegno sociale o culturale, riusciamo ad avere dei professionisti capaci di esprimere creatività e innovazione a tutti i livelli”.

L’impatto delle misure di welfare, quindi, riguarda il benessere delle persone, ma anche delle aziende e dell’intero sistema Paese. Per questo il prossimo obiettivo del Corporate Welfare Lab è proprio quello di sviluppare modelli di misurazione che quantifichino l’efficacia del welfare tenendo conto di tutte queste dimensioni: “I nostri primi lavori si sono focalizzati sulla comprensione del legame essenziale tra le attività d’impresa volte a conoscere e soddisfare i bisogni delle persone in azienda e i successivi risultati sociali ed economici. L’identificazione di nuove opportunità e relazioni causali tra le iniziative di welfare e le performance aziendali è il prossimo passo”, spiegato Dell’Acqua.

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