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Italia bocciata nelle competenze digitali

Il nostro Paese si conferma essere tra i Paesi meno digitali d’Europa.

Ultima per competenze: l’Italia si conferma ancora uno dei Paesi meno digitali d’Europa. Per il 2020 l’Indice di digitalizzazione dell’economia e della società (Desi), con cui la Commissione europea monitora il progresso digitale degli Stati membri dal 2014, pone il nostro Paese al 25esimo posto in Europa, un gradino sotto rispetto allo scorso anno. Peggio di noi fanno solo Romania, Grecia e Bulgaria, mentre in cima alla classifica svettano Finlandia, Svezia e Danimarca.

Sebbene sia oggi al terzo posto in termini di preparazione al 5G, grazie all’assegnazione di tutte le bande pioniere e al lancio dei primi servizi commerciali, a penalizzare l’Italia sono soprattutto le carenze a livello di capitale umano. Rispetto alla media dell’Unione europea, l’Italia registra infatti livelli di competenze digitali di base e avanzate molto bassi. E anche il numero di specialisti e laureati nel settore ICT, fa notare la Commissione europea, è molto al di sotto della media Ue.

Solo il 42% delle persone di età compresa tra i 16 e i 74 anni possiede almeno competenze digitali di base, contro la media europea del 58%. Vanta competenze digitali superiori solo il 22%, a fronte di un 33% nell’Ue. Il dato più basso riguarda il numero di coloro che hanno un titolo di studio nell’ambito delle Tecnologie dell’informazione e della comunicazione: tra i laureati italiani, appena l’1%, è in possesso di una laurea in discipline ICT, mentre gli specialisti ICT di sesso femminile rappresentano l’1% del numero totale di lavoratrici.

“Queste carenze in termini di competenze digitali si riflettono nel modesto utilizzo dei servizi online, compresi i servizi pubblici digitali”, è stato scritto nel report. “Solo il 74% degli italiani usa abitualmente Internet. Sebbene il Paese si collochi in una posizione relativamente alta nell’offerta di servizi pubblici digitali (egovernment), il loro utilizzo rimane scarso. Analogamente, le imprese italiane presentano ritardi nell’utilizzo di tecnologie come il cloud e i Big data, così come per quanto riguarda l’adozione del commercio elettronico”.

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Giorgia Pacino

Articolo a cura di

Giornalista professionista dal 2018, da 10 anni collabora con testate locali e nazionali, tra carta stampata, online e tivù. Ha scritto per il Giornale di Sicilia e la tivù locale Tgs, per Mediaset, CorCom - Corriere delle Comunicazioni e La Repubblica. Da marzo 2019 collabora con la casa editrice ESTE. Negli anni si è occupata di cronaca, cultura, economia, digitale e innovazione. Nata a Palermo, è laureata in Giurisprudenza. Ha frequentato il Master in Giornalismo politico-economico e informazione multimediale alla Business School de Il Sole 24 Ore e la Scuola superiore di Giornalismo “Massimo Baldini” all’Università Luiss Guido Carli.

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