
La risposta del Made in Italy alle guerre commerciali
L’imposizione di dazi, indipendentemente dall’incertezza della loro applicazione, genera effetti diversi a seconda dei prodotti. Per le commodity, beni standardizzati in un mercato molto competitivo, sarà difficile assorbire l’aumento dei prezzi. Lo scenario cambia per i beni con minore concorrenza, forti di qualità tecnologiche o di un alto valore sociale: in questi casi, l’aumento di costo difficilmente frenerà la domanda. Tuttavia, esiste un’ampia gamma di prodotti intermedi per i quali diventa fondamentale sviluppare unicità. È qui che emerge il valore del Made in Italy: la capacità delle nostre aziende di creare caratteristiche inimitabili in termini di fattura e design rappresenta un punto di forza su cui investire. Considerando un possibile risvolto positivo, questa guerra commerciale dai contorni indefiniti potrebbe contribuire a rafforzare le peculiarità del nostro saper fare italiano. Proprio di questo si parlerà all’evento FabbricaFuturo Italia, che si terrà a Modena il 12 e 13 giugno.
La valorizzazione del Made in Italy non può prescindere dall’adozione di tecnologie avanzate, come illustrato nell’intervista di copertina. L’impatto è significativo anche nel settore agrifood dove l’integrazione dell’Intelligenza Artificiale (AI) nei processi di trasformazione agroalimentare non solo migliora la qualità dei prodotti, ma ne tutela anche l’autenticità. Allo stesso tempo, l’AI permette una più efficace prevedibilità, il cui costante miglioramento si traduce in una gestione aziendale più performante. L’innovazione, però, non si limita all’adozione di nuove tecnologie: un’organizzazione efficiente è orientata a una maggiore competitività e l’eccellenza operativa è cruciale. Il miglioramento continuo è uno strumento che consente alle imprese di evolvere senza la necessità di investimenti ingenti e costanti. L’applicazione sistematica di questo modo di operare non solo soddisfa le aspettative iniziali, ma crea un vantaggio competitivo duraturo. Un aspetto forse meno intuitivo è che le competenze necessarie per il miglioramento continuo sono spesso già presenti all’interno dell’azienda: si stima infatti che l’85% dei problemi aziendali possa essere risolto utilizzando risorse interne. Questo dato evidenzia il potenziale di ottimizzazione latente e la capacità di rafforzare l’organizzazione dall’interno.
Un discorso a parte meritano le aziende familiari, la spina dorsale del nostro sistema produttivo. La loro solidità si basa su un equilibrio virtuoso tra strategia aziendale, armonia familiare e governance. Questi ambiti sono gestiti con lungimiranza da Balli Il lanificio, la nostra azienda del mese, dove l’attenzione alla sostenibilità, l’evoluzione tecnologica e l’impegno verso il benessere e la crescita del personale si sono tradotti in un concreto vantaggio competitivo. L’azienda ha saputo creare un ecosistema virtuoso in cui tutti gli stakeholder alimentano un modello produttivo etico, sostenibile e culturalmente ricco. Un approccio che supera la visione limitata del ‘piccolo è bello’ per abbracciare la creazione di un ecosistema che condivide risorse, idee e innovazione. Una sostenibilità autentica, che va ben oltre il semplice adeguamento normativo, peraltro attualmente in discussione.
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