Addio a Jack Welch, il ‘manager del secolo’ della General Electric

“Neutron Jack”, soprannome dell’ex amministratore delegato di General Electric (GE) Jack Welch, è scomparso domenica 1° marzo 2020 a 84 anni, nella sua casa di Manhattan. La causa sarebbe un blocco renale, secondo quanto riportato dalla moglie Suzy Welch.

Welch è “Neutron” secondo il settimanale Newsweek, che all’epoca delle grandi ristrutturazioni dell’azienda negli anni della deregulation reaganiana accusò il manager di aver licenziato 100mila persone, agendo “come la bomba al neutrone che abbatte gli uomini e salva le aziende”. Il motto per gli asset sotto pressione divenne “aggiustarli, chiuderli o venderli”. Poco dopo, la rivista Fortune lo incoronò “Miglior Manager del XX secolo”.

La superstar del business, però, non è sempre stato sotto i riflettori. Figlio di un ferroviere e una casalinga, escluso dalle università più prestigiose degli Stati Uniti, fu il primo in famiglia a terminare il liceo e poi a laurearsi in Ingegneria.

Welch arrivò alla General Electric, attiva nel campo della tecnologia e dei servizi, all’inizio degli Anni 60. Nel 1981, a 45 anni, diventò il più giovane Chief Executive Officer (CEO), guidando la società fino al 2001. L’inizio fu un disastro perché un impianto a lui affidato saltò per aria, senza vittime, ma con gravi danni. Ripartì subito e in pochi anni rese GE l’azienda più potente di fine secolo, scalando le vette delle classifiche delle valutazioni a Wall Street.

Il sistema di Welch: niente burocrazia, agilità e reverse mentoring

Com’è riuscito Welch nell’impresa? Non facendosi fermare dalla burocrazia e stando sempre attento agli azionisti. Ha cambiato il volto della GE, proiettandola nell’era della globalizzazione e aprendo nuovi business: nella sua carriera portò a termine oltre mille operazioni di compravendita, che arrivarono a comprendere anche il network tivù Nbc, il settore degli elettrodomestici e i motori per aerei. Definì il seguente BHAG (Big Hairy Audacious Goal, cioè obiettivo molto importante): “Diventare il numero uno o il numero due in ogni settore che serviamo e rivoluzionare questa società per ottenere la velocità e l’agilità di una piccola impresa”.

Per i suoi collaboratori ha progettato esperienze di apprendimento ingaggianti, efficaci, ‘personali’ e ad alto impatto, perché “la capacità di apprendimento di un’organizzazione, e l’abilità di trasformare velocemente quello che ha imparato in azioni concrete, è il massimo vantaggio competitivo”.

Welch è stato, inoltre, il primo a rendere popolare il reverse mentoring quando, nel 1999, affiancò a 500 dirigenti dei giovani impiegati che spiegassero loro come utilizzare Internet. Uno scambio win-win dove i senior, prevalentemente manager o quadri, ricchi di esperienza, impiegano qualche ora del loro tempo confrontandosi con le giovani generazioni, che da parte loro mettono a disposizione dei colleghi più maturi le competenze digitali, o i segreti delle nuove tecnologie per gestire in modo innovativo servizi, progetti, produzione, organizzazione, comunicazione e promozione.

Nel reverse mentoring, insomma, il sapere tecnologico del giovane e l’esperienza del senior si incontrano per accrescere in entrambi la consapevolezza del mondo circostante. Allo sconcerto iniziale tra i manager della GE seguì un successo che fece scuola, tanto che ancora se ne parla.

La vita del manager dopo la General Electric

Lasciata la guida del gruppo al suo apice, Welch è stato testimone di un declino e successivo crollo dell’impero che aveva creato: la crisi del 2008 colpisce anche la GE e il suo successore è costretto a ricorrere agli aiuti del governo e a vendere attività assicurative e di carte di credito. Una crisi che ha rimesso in discussione anche il metodo “Neutron”.

Durante la pensione iniziò un’altra vita per Welch, tra l’insegnamento in corsi di management e consigli ai leader (incluso l’attuale Presidente degli Usa Donald Trump, che ha appoggiato nel 2016 contro la Clinton), anche se poi se ne è allontanato. Fedele capitalista, certo che il mercato salvi gli uomini, con la terza moglie Suzy ha lanciato un programma di Mba online e ha scritto libri di business di grande successo.

John A. Byrne, che nel 2000 scrisse con Welch la biografia Jack: Straight from the Gut, best seller da 10 milioni di copie in tutto il mondo, ha detto: “Jack Welch viveva per il business: era tutto per lui”.

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