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AI Act: via libera dell’Ue, e ora?

Il Parlamento europeo ha approvato la legge sull’Intelligenza Artificiale (AI). Una data storica nel campo tecnologico e per l’intera società, perché il 13 marzo 2024 l’Unione Europea (Ue), con 523 voti favorevoli, 46 contrari e 49 astensioni, ha definito le regole per un utilizzo etico e responsabile della tecnologia nel documento noto come AI Act. La sfida riguardo all’AI non è, infatti, solo saper utilizzare la tecnologia, ma adottare comportamenti etici, inclusivi e attenti ai valori promossi dall’Ue. E l’etica non può essere costruita e demandata alla macchina, ma necessita di una presa di responsabilità collettiva. “L’obiettivo è proteggere i diritti fondamentali, la democrazia, lo Stato di diritto e la sostenibilità ambientale dai sistemi di AI, promuovendo nel contempo l’innovazione e assicurando all’Europa un ruolo guida nel settore”, si legge nella nota stampa.

Il regolamento stabilisce obblighi per l’AI sulla base dei possibili rischi e del livello d’impatto. Alcune applicazioni che minacciano i cittadini sono ora normate e vietate, come i sistemi di categorizzazione biometrica  – l’identificazione di una persona attraverso caratteristiche come le impronte digitali, l’iride o i lineamenti facciali – così come l’estrapolazione illegittima di immagini da Internet con l’obiettivo di creare banche dati di riconoscimento facciale. In materia di obblighi, l’Ue ha previsto, però, alcune eccezioni per le forze dell’ordine in situazioni specifiche, per esempio durante la ricerca di una persona scomparsa o per prevenire un attacco terroristico.

Il testo stabilisce, inoltre, obblighi chiari anche per sistemi di AI definiti “ad alto rischio”, cioè che potrebbero arrecare danni ingenti alla società, democrazia e Stato di diritto, come gli usi legati alle infrastrutture critiche, all’istruzione, ai sistemi di migrazione e gestione delle frontiere, alla giustizia e ai processi democratici, come quelli elettorali. L’obbligo è ridurre i rischi e mantenere registri d’uso. La parola d’ordine in questi ambiti è “trasparenza”, perché i cittadini hanno il diritto di presentare reclami sui sistemi di AI e su come gli output della tecnologia possono arrecare loro danni. La trasparenza ritorna anche per i sistemi di AI per finalità generali che devono rispettare le norme sul diritto d’autore durante la fase di ‘allenamento’. Sempre per fornire maggiore chiarezza ai cittadini di fronte a contenuti multimediali, dovrà, inoltre, essere presente una etichetta che definisce chiaramente se le immagini, audio o video sono stati creati con l’AI.

 Il regolamento non è ancora in vigore, perché deve superare la verifica finale dei linguisti, così come deve ancora essere formalmente approvato dal Consiglio. È però solo questione di tempo per espletare le pratiche burocratiche, prima che le norme e gli obblighi siano effettivamente validi. Per poter davvero avvantaggiare i cittadini, serve ora una diffusa consapevolezza dell’utilizzo etico della tecnologia. “La legge sull’AI non è la fine del viaggio, ma piuttosto il punto di partenza per un nuovo modello di governance basato sulla tecnologia. Ora dobbiamo concentrarci per trasformarla da legge sui libri a realtà sul campo”, ha dichiarato Dragos Tudorache, Correlatore della commissione per le libertà civili. Un primo passo verso un utilizzo etico e responsabile è, però, stato compiuto

Intelligenza artificiale, AI Act, Parlamento europeo


Alessia Stucchi

Alessia Stucchi

Alessia Stucchi è giornalista pubblicista. Laureata in Lettere Moderne in triennale e in Sviluppo Economico e Relazioni Internazionali in magistrale. Nel 2023 ha vinto il Premio America Giovani della Fondazione Italia Usa che le ha permesso di conseguire il master Leadership per le relazioni internazionali e il made in Italy. Nel tempo libero si dedica alle camminate, alla lettura e alle serie tivù in costume.

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