Ambienti flessibili come ufficio del futuro

In Russia il nuovo trend è uno spazio gestito dal fornitore e affittato per periodi brevi, ideale per team a progetto e medie imprese.

Con l’esplosione del lavoro da remoto a causa della pandemia di Covid-19 gli uffici si sono svuotati e il mercato tradizionale degli immobili non residenziali sta sperimentando una crisi. Al contrario, di fronte a nuove realtà e esigenze mutate sta emergendo il format dell’ufficio flessibile o assistito. Si tratta di uno spazio gestito dal fornitore e affittato per tempi più brevi rispetto a quelli previsti dai contratti standard.

Testimonianze di questo cambiamento in atto sul mercato immobiliare non residenziale stanno arrivando dalla Russia. Secondo i dati di Jones Lang LaSalle, nel terzo quadrimestre del 2020 il mercato immobiliare degli uffici russo è calato di 2,5 volte rispetto allo stesso periodo del 2019. È il dato di quadrimestre minimo dal 2006. Mentre, per la prima volta dal 2009, il volume d’affari nel 2020 non arriverà al milione di metri quadri da gestire.

Questo scenario si spiega con le scelte che stanno operando le aziende: tante imprese hanno introdotto lo Smart working e fanno lavorare dall’ufficio non più del 25-30% dei dipendenti, ha raccontato la direttrice del dipartimento degli immobili per l’ufficio di Cushman & Wakefield Natalia Nikitina. E alcune aziende rinunciano a una parte dei loro spazi, mediamente al 20-30% delle superfici.

Il periodo pieno di incertezze ha stimolato, dunque, le soluzioni flessibili per uffici e approcci agili per organizzare gli spazi di lavoro, come si nota in una ricerca del mercato immobiliare degli uffici a Mosca realizzata da Cbre Russia. Infatti la superficie degli spazi flessibili affittati nel terzo quadrimestre del 2020 è raddoppiata rispetto allo stesso periodo del 2019 ed è stata pari a 18mila metri quadri.

Affitti più brevi e spazi manutenuti

L’ufficio flessibile non è da confondere con il coworking: non si tratta di postazioni in uno spazio condiviso, ma di locali separati realizzati su misura per l’affittuario. Il vantaggio di questo format sta nel fatto che non richiede investimenti importanti e allo stesso tempo comprende la manutenzione degli spazi, ha considerato Alexei Kuchvalskij di Jll Russia. E soprattutto grazie alla possibilità di affittare gli spazi per tempi brevi, fino a tre anni, stimola molto interesse.

La soluzione dell’ufficio assistito può essere la migliore per le grandi aziende alla ricerca di uno spazio per i team agili a progetto oppure per le medie imprese in rapida crescita che non riescono a sviluppare progetti a lungo termine, ritiene Natalia Nikitina di Cushman & Wakefield. Inoltre, le grandi aziende avranno sempre più bisogno di spazi flessibili per rispondere al trend dell’ottimizzazione dei costi e della gestione efficiente dei propri ambienti di lavoro.

Secondo le stime di Jll per il 2030, il 30% di tutti gli spazi per ufficio nel mondo passerà al format flessibile. Pavel Fedorov, il CEO di Space 1, azienda leader sul mercato russo di uffici flessibili, considera che questo format sarà il futuro. Secondo Fedorov, l’ufficio assistito offre una soluzione ottimale che permette alle imprese, da una parte, di essere flessibili per quanto riguarda gli spazi di lavoro per i dipendenti e, dall’altra, di avere un ufficio all’altezza dei loro processi di business. L’ufficio in quanto tale non sparirà, perché la comunicazione dal vivo è fondamentale per generare idee spontanee, così importanti per il business, ma il suo format e la sua funzione continueranno a cambiare, valuta il CEO dell’azienda russa.

Fonte: Vedomosti

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Anna Lesnevskaya

Giornalista professionista dal 2015, da sette anni collabora con varie testate sui temi legati alla Russia e all’Europa dell’Est. Dal 2013 scrive sulle tematiche ebraiche per i canali di comunicazione della Comunità ebraica di Milano. Nel 2016 ha avuto una parentesi giornalistica in Francia come stagista presso il settimanale La Vie del gruppo Le Monde e nel 2015 ha fatto parte del team dell’ufficio stampa del Media Centre di Expo Milano. Nel 2014 ha scritto anche per Lettera43.it. È stata allieva della Scuola di giornalismo Walter Tobagi dell’Università Statale di Milano (biennio 2012-14). Prima di trasferirsi in Italia, si è laureata in Lingua italiana e Letterature Europee presso l'Università Statale di Mosca M.V. Lomonosov nel 2011.

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