Moriani_breaveship2

Braveship, il coraggio della leadership diffusa

Ci vuole coraggio – e un pizzico di “follia”, come dice Francesca Moriani – per guidare un’azienda ad abbandonare l’organizzazione gerarchica e introdurre (per davvero) un assetto organizzativo nel quale il “potere è nelle mani di tutte le persone”. Non è un caso che il suo libro sia titolato “Braveship – Il coraggio di innovare: perché intraprendere un viaggio verso la leadership diffusa” (Egea, 2024): a Moriani il coraggio non è mai mancato, men che meno per introdurre in Var Group l’organizzazione olocratica, diventando una pioniera in Italia di questo modello organizzativo. Di questa scelta, Parole di Management ne ha già scritto nell’autunno 2024 (leggi l’articolo “Var Group, organizzazione aperta e tecnologie anti silos”): in occasione della convention di Rimini, infatti, l’imprenditrice aveva anticipato come l’azienda stesse lavorando da tempo nell’implementazione del modello ‘senza capi’. Ora l’esperienza, realizzata in collaborazione con Kopernicana, è diventata un libro.

Braveship è stato presentato a inizio giugno 2025 presso la sede di Egea a Milano: oltre all’autrice erano presenti Mapi Danna, esperta di governance delle relazioni; Francesco Frugiuele, Founder di Kopernicana, e Umberto Lago, Professore Associato di Economia e Gestione delle Imprese presso l’Università di Bologna. Proprio quest’ultimo ha ricordato come la prima azienda a sperimentare l’organizzazione olocratica (dal greco “governo della folla”) è stata la cinese Haier; tuttavia, solo nel 2016, quando il colosso di produzione di elettrodomestici e di elettronica di consumo acquistò la divisione elettrodomestici di General Electric, anche in Occidente si iniziò a parlare di questo particolare assetto organizzativo. Da quel momento, divenne infatti un’alternativa al ben noto modello di ‘comando e controllo’ (è ancora il più diffuso). Da anni, Haier premia le aziende che seguono la sua “filosofia manageriale”, come l’ha definita Lago.

Creare ambienti di lavoro felici

Se in Cina, come spiegato dal docente, il principio dell’azienda di creare valore e di lasciarne parte ai dipendenti è molto legato agli aspetti economici, in altre parti del mondo questi elementi sono stati declinati diversamente. Per esempio, il cambiamento organizzativo impostato da Var Group è iniziato partendo dall’analisi dei tanti studi che evidenziano come in Italia molti lavoratori vivono situazioni di infelicità. “Volevo creare un ambiente di lavoro nel quale le persone fossero felici di lavorare e che sognassero il lunedì piuttosto che il venerdì”, ha raccontato Moriani durante la presentazione del suo libro.

Braveship è il racconto del cambiamento organizzativo dell’azienda di tecnologia di Empoli; nel libro sono affrontate varie questioni di grande attualità. Per esempio la cultura dell’errore: “È meglio chiedere scusa che chiedere permesso”, ha sintetizzato Moriani. Anche su questo tema il caso di Haier può essere d’aiuto: una delle massime dell’azienda cinese è che la velocità è più importante della qualità. Tradotto significa che è meglio iniziare e poi modificare un progetto in corsa piuttosto che cercare una perfezione che, molto probabilmente, è irraggiungibile. Per farlo, però, bisogna essere pronti a sbagliare: quante innovazioni non sarebbero realtà se qualcuno non ci avesse provato?

Prendere decisioni in modo collaborativo

Nonostante oggi si celebri il modello nel quale ogni persona è chiamata a prendere decisioni, il cambiamento in Var Group, come spiegato dalla stessa Moriani, non è stato indolore: i nuovi equilibri organizzativi hanno provocato qualche mal di pancia perché si è trattato di mettere mano ad assetti di potere consolidati nel tempo. “Ora le decisioni sono prese in modo collaborativo”, ha chiarito l’imprenditrice che non ha nascosto come il cambiamento passi dal cambiamento culturale. In un passaggio del libro, l’autrice si scaglia contro la cultura degli alibi, invitando a “cercare e trovare sempre la maniera di scovare la propria felicità” a “star bene nel pieno rispetto degli altri”, a “sbrigarsi a trovare quello straccio di felicità e di serenità”, di “tirare dritto per la propria strada”.

Come si declina tutto questo in azienda? “Per fare innovazione c’è bisogno di spazio, ma anche della cultura dell’errore”, ha confermato Frugiuele, che ha seguito l’implementazione del modello organizzativo in Var Group. “La vera resistenza non è al cambiamento di per sé, ma al cambiamento che qualcuno ha deciso per altre persone”. Il consulente ha poi invitato a “rimettere le persone al centro”: “Più consenti loro di decidere e più le persone iniziano a prendersi lo spazio”.

Dopo aver letto la prima bozza del libro ho pianto”, ha ricordato Moriani in conclusione della presentazione di Braveship. Non è un caso che a capo dell’azienda che ha introdotto il modello organizzativo senza capi ci sia una donna: le rilevazioni svelano che si tratta di una caratteristica comune a quelle imprese più incline a questo tipo di cambiamenti. Si sa, infatti, che gli uomini hanno da sempre una relazione complessa con il potere e che subiscono i condizionamenti della società rispetto a ciò che ci si aspetta da loro. Vale anche per le donne, che, storicamente, sanno come vivere senza l’ansia da potere. È un libro dedicato a “tutte le persone che hanno il coraggio di inseguire i propri sogni”.

var group, Francesca Moriani, organizzazioni senza capi


Avatar

Dario Colombo

Articolo a cura di

Giornalista professionista e specialista della comunicazione, da novembre 2015 Dario Colombo è Caporedattore della casa editrice ESTE ed è responsabile dei contenuti delle testate giornalistiche del gruppo. Da luglio 2020 è Direttore Responsabile di Parole di Management, quotidiano di cultura d'impresa. Ha maturato importanti esperienze in diversi ambiti, legati in particolare ai temi della digitalizzazione, welfare aziendale e benessere organizzativo. Su questi temi ha all’attivo la moderazione di numerosi eventi – tavole rotonde e convegni – nei quali ha gestito la partecipazione di accademici, manager d’azienda e player di mercato. Ha iniziato a lavorare come giornalista durante gli ultimi anni di università presso un service editoriale che a tutt’oggi considera la sua ‘palestra giornalistica’. Dopo il praticantato giornalistico svolto nei quotidiani di Rcs, è stato redattore centrale presso il quotidiano online Lettera43.it. Tra le esperienze più recenti, ha lavorato nell’Ufficio stampa delle Ferrovie dello Stato italiane, collaborando per la rivista Le Frecce. È laureato in Scienze Sociali e Scienze della Comunicazione con Master in Marketing e Comunicazione digitale e dal 2011 è Giornalista professionista.

Dario Colombo


Cirfood

Nutrire il futuro con la formazione

/
Nel panorama della Ristorazione collettiva, con circa 13mila addetti in ...
Aon

Aon diventa Società benefit, integrando etica e business

/
Aon Spa, società del gruppo Aon Italia, attivo nell’intermediazione assicurativa ...
Alessandro Zucchetti_premio_EY

Premio EY, Zucchetti è imprenditore dell’anno per il Family Business

/
Alessandro Zucchetti è l’imprenditore dell’anno per la categoria ‘Family Business’ ...

Via Cagliero, 23 - 20125 Milano
TEL: 02 91 43 44 00 - FAX: 02 91 43 44 24
EMAIL: redazione.pdm@este.it - P.I. 00729910158

© ESTE Srl - Via Cagliero, 23 - 20125 Milano
Web engineering and design by Sernicola Labs