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Dove sono finiti i leader? Alla ricerca della leadership necessaria

White, Hodgson e Crainer (1996) hanno sostenuto che: “… Il mondo sta cambiando e anche la leadership non fa eccezione. Non ci sono isole nella corrente. La leadership non è statica; è dinamica e in costante evoluzione. La nostra definizione di cosa è la leadership deve cambiare”. Questa pubblicazione ci ha consentito di apprezzare maggiormente le responsabilità personali e collettive che abbiamo gli uni verso gli altri e, in maniera più importante, nei confronti di chi ‘serviamo’.

Il contributo di riflessione che presentiamo cerca di affrontare le qualità e i valori che riteniamo fondamentali per la leadership di oggi e del futuro. Mentre verrà riconosciuto il lavoro di numerosi autorevoli studiosi del settore, è nostro intento avanzare convinzioni che riconoscono nel valore dell’autenticità, nel bisogno di ogni leader di essere autentico in relazione con l’altro e nella necessità di essere al servizio i nuclei fondanti ogni azione di intervento che consenta agli altri di crescere ed esprimersi.

Questi principi, come anche riportato dalla recente letteratura (Walumbwa et al., 2010; Wang e Hsieh, 2013), presentano delle effettive ricadute sulla creatività dei singoli e dei gruppi, sul commitment, sulla job satisfaction, sulla motivazione e sulla performance individuale e organizzativa.

Modelli presenti e futuri

I leader di oggi agiscono all’interno di un mondo globale che, in accordo con Giddens (1998), influenza i processi sociali e le istituzioni incoraggiando nuove forme di individualismo. Enfatizzando – a tratti ideologicamente – una cultura occidentale caratterizzata dall’autonomia e dall’autodeterminazione, Sommerville (2000) ci ricorda che viviamo in un mondo di “intense individualism”, dove l’egoismo e il tornacontismo sono spesso usati per raggiungere fini contrari ai valori delle comunità e al bene comune. In questo clima d’incertezza e di complessità senza precedenti emerge con forza un interrogativo: where have all the leaders gone? (Iacocca, 2007).

Il leggendario CEO della Ford Motor Company asserisce: “Sono il solo uomo in questo paese che è stufo di quello che sta accadendo? Dove è andata a finire la nostra indignazione?” (Iacocca, 2007). Una società esclusiva e un sistema competitivo hanno contribuito a costruire un framework che genera egoismo, instillando arrivismo e iniqua competizione all’interno delle organizzazioni. Occorre riportare al centro del nostro discorso principi, valori e azioni autentiche. Si fa spazio il bisogno di nuovi modelli di leadership, che sappiano meglio interpretare le sfide del mondo odierno. Sono necessari leader autentici, impegnati nei loro valori e nel fare la differenza sulla vita delle persone che ‘servono’.

Lo slogan ‘to walk the talk’ deve diventare un modus vivendi attraverso cui ci assumiamo la responsabilità di vivere in comunione con altri, facendo sì che le nostre azioni e le nostre decisioni siano in coerenza con le nostre parole e i nostri pensieri. Un vero leader non predica, testimonia. Seguendo questo principio, Blanchard e O’ Connon (1997) hanno sviluppato un approccio organizzativo volto a implementare un orientamento basato sui valori. Gli autori sostengono che “un genuino successo non proviene dal proclamare i nostri valori, ma dal metterli in pratica quotidianamente”.

Riteniamo che questo sia un punto fondamentale, in quanto rileva l’importanza di passare dal fare prediche al vivere ciò che si crede. In un mondo dove la corruzione è dilagante in svariati settori, risulta essenziale che le persone – siano esse semplici lavoratori o ricoprano posti di responsabilità – si comportino in maniera esemplare nel loro modo di affrontare le questioni e raggiungere gli obiettivi.

Servono leader capaci di agire come artisti, rinnovando antichi modi di fare e di operare, instillando nuove sfide all’interno delle organizzazioni, ormai traguardate in scenari dai confini sempre più indefiniti. La forza del potere di un leader sta nell’ispirare, creare, rinforzare, incoraggiare e agire dietro le quinte.

L’articolo integrale è pubblicato sul numero di gennaio-febbraio 2014 di Sviluppo&Organizzazione.
Per informazioni sull’acquisto di copie e abbonamenti scrivi a daniela.bobbiese@este.it (tel. 02.91434400)

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