Green pass, snellire i controlli con le soluzioni automatiche

Ristoranti e mense aziendali, musei e palestre. E ancora: parchi tematici, feste private, congressi, fiere e, come è noto, dal 1 settembre 2021, è toccato anche a scuole, università e mezzi di trasporto. In linea con gli altri Paesi, il Governo ha esteso in maniera progressiva l’obbligatorietà del Green pass – la certificazione che attesta l’avvenuta vaccinazione contro il Covid-19 con almeno una dose, la negatività a un test molecolare o antigenico rapido oppure la guarigione intercorsa negli ultimi sei mesi dalla malattia – per accedere a un numero sempre maggiore di luoghi e servizi.

Dal 6 agosto 2021 l’obbligo era entrato anche sul posto di lavoro limitatamente alle mense aziendali, da cui sono esclusi i dipendenti non in possesso della certificazione verde. Ed è ancora aperto il dibattito, avviato dalla proposta informale di Confindustria di luglio 2021 e osteggiata dai sindacati, di rendere il Green pass indispensabile per l’accesso ai locali aziendali e per lo svolgimento della prestazione lavorativa, alla stessa stregua di un qualsiasi strumento di prevenzione e sicurezza sul lavoro.

Il nuovo obbligo porta, però, con sé anche tutta una serie di questioni organizzative, in particolare per tutti i luoghi di lavoro in cui serve possedere il Green pass (al momento le mense aziendali). Chi deve effettuare i controlli? Con quali modalità? E tramite quali device? Le principali criticità sono legate a due fattori: la velocità del controllo e i costi dello stesso. Il grado di immediatezza e fluidità con cui si procede alla verifica del possesso della certificazione è infatti determinante per evitare che si creino assembramenti davanti agli accessi e per ridurre sia i contatti tra chi controlla e chi espone il Green pass sia eventuali ritardi negli accessi o nella fruizione dei servizi. Le attività tenute a verificare la presenza della certificazione verde vanno, poi, incontro a nuovi costi: non solo quelli legati al personale deputato al controllo, ma anche quelli relativi alla strumentazione necessaria per la lettura del QR code.

Per ovviare a queste problematiche, EcosAgile, software house specializzata nell’HR Tech e nell’Innovation management, ha messo a punto il device ribattezzato “eGreen pass”. Si tratta di un dispositivo per il controllo degli accessi, che consente il riconoscimento e la validazione del QR Code Green Pass europeo, capace di garantire un’entrata sicura in tutti i locali in cui vige l’obbligo di esibizione e validazione della certificazione. “Il Green pass diventerà lo strumento fondamentale per graduare e contenere problematiche ben più gravi delle restrizioni agli accessi”, spiega Livio Pomi, CEO di EcosAgile. “Si tratta – e questo è lo sforzo in cui siamo impegnati – di facilitarne l’uso e far sì che diventi uno strumento sempre più gestibile, fruibile con facilità e dai costi contenuti, in modo che la sua utilità si scontri il meno possibile con le attività quotidiane”.

Il dispositivo eGreen Pass di EcosAgile

Controlli automatici e immediati per ridurre i contatti

Il dispositivo è, infatti, disegnato sulle esigenze di velocità e riduzione dei costi, comuni a tutte le attività chiamate in causa dalla normativa. Il controllo è automatico e immediato, superando la necessità della presenza fissa di un operatore: sebbene gli ingressi restino sempre presidiati, lo strumento evita il contatto fisico ravvicinato tra chi esegue la verifica e le persone chiamate all’esibizione del documento. La scansione del QR code avviene in modo automatizzato avvicinando il Green pass al lettore e una stampante termica integrata consente opzionalmente di tener traccia delle verifiche.

Il dispositivo non memorizza alcun dato, nel rispetto delle norme in materia di privacy. La lettura dei codici può avvenire in maniera continua, garantendo accessi multipli più rapidi. Un riscontro sonoro – differente in base all’esito positivo o negativo della scansione – avverte l’operatore dell’avvenuta validazione.

“Le opzioni sono configurabili proprio per adattarsi alle esigenze di ciascun utente. Non tutte le attività hanno bisogno di utilizzare il device allo stesso modo ed è possibile regolare le modalità in cui verrà svolto il controllo”, precisa Pomi. Lo strumento è dotato di batteria al litio ed è predisposto per il collegamento wi-fi, tramite sim card o rete ethernet: l’obiettivo era garantire il funzionamento del device ovunque, anche in assenza di corrente elettrica, segnale telefonico o connessione a internet. “Richiede un accesso al giorno alla Rete, per aggiornare le regole di controllo previste dal Ministero della Salute, ma non richiede un accesso costante e funziona correttamente senza connessione”.

Già in uso degli organizzatori di eventi, ristoranti e palestre, la soluzione messa a punto da EcosAgile si adatta alle più svariate esigenze. Accanto alla tipologia base, adatta alle situazioni in cui il controllore non è autorizzato a gestire i dati delle persone di cui deve validare l’accesso, esiste infatti anche la possibilità di richiedere l’esibizione del Green pass solo in prossimità della scadenza dello stesso e di legare la funzione di controllo a quella di apertura varchi.

Ciò è possibile solo a patto che chi effettui il controllo sia autorizzato al trattamento dei dati di coloro che devono esibire la certificazione: è il caso del rapporto tra aziende e dipendenti, laddove si può consentire l’accesso soltanto al personale già noto. Questo il pensiero di Pomi: “Con regole differenti e approcci più o meno rigidi, tutti i Paesi considerano il Green pass uno strumento fondamentale per modulare restrizioni e aperture. Crediamo che questo tipo di strumento si rivelerà molto utile nell’immediato e ancora in futuro, in vista di un’estensione dell’obbligo”.

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Giorgia Pacino

Articolo a cura di

Giornalista professionista dal 2018, da 10 anni collabora con testate locali e nazionali, tra carta stampata, online e tivù. Ha scritto per il Giornale di Sicilia e la tivù locale Tgs, per Mediaset, CorCom - Corriere delle Comunicazioni e La Repubblica. Da marzo 2019 collabora con la casa editrice ESTE. Negli anni si è occupata di cronaca, cultura, economia, digitale e innovazione. Nata a Palermo, è laureata in Giurisprudenza. Ha frequentato il Master in Giornalismo politico-economico e informazione multimediale alla Business School de Il Sole 24 Ore e la Scuola superiore di Giornalismo “Massimo Baldini” all’Università Luiss Guido Carli.

Famiglia Pomi

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