Il futuro del cloud è multi, ibrido e App centric

Nei prossimi anni l’App sarà al centro del modo di fare business. Gli esperti si aspettano circa 500mila nuove applicazioni ogni anno, che faranno girare gli affari di aziende e Pubbliche amministrazioni a ritmi sempre più veloci. Non più entità monolitiche, trasportate dai data center al cloud, ma soluzioni ricche, fatte di tante ‘micro-applicazioni’ e servizi differenti.

In quella che gli esperti chiamano “App economy” conterà soprattutto la velocità: modelli nuovi di sviluppo e di operation, ispirati alla logica denominata “Devops”, in sicurezza e su ambiente eterogeneo. Lo scenario sarà multi cloud, ibrido e App centric. “Il cloud non è un luogo, ma un modello operativo che si sta affermando. Oltre il 90% delle aziende ha ambienti ibridi, con l’IT tradizionale su private cloud, data center evoluti e divisioni e interi clienti su pubblic cloud. Il punto è avere libertà di scelta: non legarsi solo ad alcuni ambienti, ma poter scegliere ciò che è meglio per l’applicazione”, ha spiegato Enrico Mercadante, Director, Architectures and Innovation, Southern Europe di Cisco.

Chi gestisce le Operations oggi non ha vita semplice: deve mantenere sicurezza e sovranità dei dati, ma allo stesso tempo garantire la massima semplicità per gli sviluppatori, offrendo soluzioni as a service e in maniera veloce. La scelta a favore del cloud è dettata da motivi di business e di convenienza economica, ma anche esigenze di velocità, efficienza e sostenibilità. Eppure, ci sono ancora ragioni per tenere dati e parte delle applicazioni direttamente a casa delle aziende: per questo le organizzazioni si stanno orientando verso soluzioni ibride. “Tutto questo verrà accelerato in maniera importante dall’IoT”, ha continuato il manager. “Buona parte delle applicazioni andranno in cloud non solo centralizzati, ma anche distribuiti, e l’Edge computing diventerà sempre più importante”.

Assicurare la continuità del business all’azienda

Da qui la strategia messa a punto da Cisco, che punta ad abilitare un nuovo modo di lavorare e dare continuità all’azienda in qualsiasi condizione, attraverso un multi cloud ibrido e App centric. L’obiettivo è anche offrire un’esperienza ottimale delle applicazioni quando si lavora sul cloud, dando visibilità al comportamento dell’utente e alle performance di Rete.

“Tutto questo garantendo sicurezza, in ambienti ormai zero trust in cui non è possibile perimetrare più nulla e le persone lavorano in maniera nomadica, con App distribuite dentro e fuori l’azienda”, ha continuato Mercadante. La connettività resta un punto centrale: il mercato si sta velocemente polarizzando verso le cosiddette Sasi (Secure access service edge), architetture che garantiscono un accesso distribuito alle risorse della rete privata aziendale garantendo sicurezza all’edge della Rete.

In ultimo, c’è il tema dei modelli operativi: tutto dev’essere programmabile per poter vedere l’infrastruttura come un ambiente di sviluppo. “Avere un modello operativo del cloud significa far sì che tutti i team coinvolti possano disporre di un ambiente comune per costruire, sviluppare, gestire e orchestrare le applicazioni”, ha spiegato Diego Zucca, Data Center Sales & Cloud di Cisco Italia.

Nuove release e potenziamento di Webex

Negli ultimi due anni, Cisco ha arricchito la sua piattaforma Cisco Intersight, grazie al rilascio di nuovi moduli funzionali, per avere uno spazio comune per operare dal cloud su più cloud. Nata come piattaforma per gestire l’infrastruttura nativa e le risorse di storage e computing all’interno dell’architettura, si orienta ora a gestire tutto l’ambito dello sviluppo dei microservizi con un paradigma a container.

Grazie al multi cloud, integra gli aspetti sia di ottimizzazione e osservabilità sia di infrastructural code, consentendo di vedere tutte le risorse infrastrutturali sotto forma di codice per poterle programmare. Automazione e osservabilità sono i due pilastri della piattaforma. “L’ottimizzazione ci consente di fornire un corretto Application resource management”, ha continuato Zucca. “Avere un contesto multicloud ibrido e App centric significa poter disporre di un modello che garantisce sicurezza e automazione”.

Il cloud aiuterà anche una migliore collaborazione tra le persone. Cisco ha già attivi 41 data center di Webex nel mondo e ha in programma di aprirne altri cinque. La recente inaugurazione di Francoforte, che si aggiunge a quella di Amsterdam, consente già una migliore copertura dei servizi di collaboration in tutta Europa.

Da settembre 2020 a oggi sono più di 800 le nuove funzionalità inserite sulla piattaforma, con un focus sugli eventi ibridi. “In futuro il 98% delle riunioni avrà sempre una persona remota da collegare: qualsiasi meeting ormai unisce personale in ufficio, da casa e in mobilità. Per questo stiamo investendo molto nello sviluppo della piattaforma Webex, nei data center, ma anche nella comunicazione e nella forza vendita”, ha detto Enrico Miolo, Collaboration Leader di Cisco Italia.

Cisco, cloud, App, Webex, App economy


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Giorgia Pacino

Articolo a cura di

Giornalista professionista dal 2018, da 10 anni collabora con testate locali e nazionali, tra carta stampata, online e tivù. Ha scritto per il Giornale di Sicilia e la tivù locale Tgs, per Mediaset, CorCom - Corriere delle Comunicazioni e La Repubblica. Da marzo 2019 collabora con la casa editrice ESTE. Negli anni si è occupata di cronaca, cultura, economia, digitale e innovazione. Nata a Palermo, è laureata in Giurisprudenza. Ha frequentato il Master in Giornalismo politico-economico e informazione multimediale alla Business School de Il Sole 24 Ore e la Scuola superiore di Giornalismo “Massimo Baldini” all’Università Luiss Guido Carli.

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