Giornata lavorativa 4 giorni

La settimana corta non è solo per le grandi aziende

Le letture giornalistiche e mediatiche del mondo del lavoro si rivelano spesso un po’ troppo ‘social’, distanti dalla realtà di tutti i giorni. A volte però quello che si pensa futuribile (o futuristico) diventa realtà. La settimana lavorativa di quattro giorni si stabilisce proprio in questa categoria: c’è una crescente attenzione verso questa modalità organizzativa da parte dei grandi media, perché sono sempre di più le aziende che permettono alle proprie persone di ridurre la settimana di lavoro. Tra le ultime imprese, in ordine di tempo, c’è Disclosers, giovane agenzia di PR e Media relations con sede a Milano.

Se fino a ieri la sperimentazione di questo modello era riservata a grandi organizzazioni come Intesa Sanpaolo, Luxottica e Lamborghini, oggi sembra che anche le aziende di dimensioni più contenute possano fare altrettanto, nonostante molti siano coloro che la considerano inapplicabile nelle Piccole e medie imprese: le grandi aziende hanno potenzialità economiche e maturità organizzativa adeguate per sperimentare la settimana corta, ma è ancor più interessante comprendere come le realtà meno strutturate affrontino la questione. È importante non dimenticare, d’altronde, il parere dei lavoratori: secondo una recente rilevazione curata da Assirm, l’associazione che riunisce le aziende italiane di ricerca sociale, di mercato e demoscopica, infatti, il 55% degli italiani è disposto a guadagnare meno pur di avere un giorno libero in più.

“Con il mio socio abbiamo fondato l’agenzia cinque anni fa, oggi siamo in 24 e, da sempre, mettiamo al centro il benessere dei nostri collaboratori. So che può sembrare uno slogan, ma si tratta di un reale investimento dell’azienda verso le proprie persone”, racconta Jessica Malfatto, Co-Founder e CEO di Disclosers. Il progetto di settimana corta nell’agenzia di PR e Media relations si concretizza, da gennaio 2024, con l’introduzione di due settimane lavorative da quattro giorni ogni mese (prima è però necessario il naturale periodo di riorganizzazione e di coordinamento).

Più spazio per prendersi cura di sé

L’iniziativa di Disclosers, di fatto, si configura in una più ampia strategia wellbeing da parte dell’azienda che, già dall’inizio del 2023, ha introdotto la possibilità di usufruire gratuitamente di due sedute psicologiche al mese, come racconta Malfatto: “Dare alle proprie persone l’opportunità di prendersi cura di sé e offrire loro più tempo libero fa emergere la loro vera attitudine, tramite la responsabilizzazione. Sarà compito di tutti fare in modo che il passaggio al nuovo modello avvenga con successo anche perché, ovviamente, è importante che non ci siano ripercussioni negative sulla nostra operatività”.

Proprio questo aspetto è, per le aziende che sperimentano la settimana corta, la sfida principale: la sostenibilità economica delle imprese che rinunciano sistematicamente ad alcune giornate lavorative dipende dalla capacità di tarare organizzazione, flussi di lavoro e modelli di business sul nuovo standard. Malfatto spiega come la gestione dei clienti sia un tassello fondamentale di questo processo: “Per fare in modo che le nostre persone non lavorino di più negli altri quattro giorni dovremo, in poche parole, aumentare la produttività del tempo lavorato. Suddividendo in modo ibrido e strategico le società che seguiamo tra PMI e grandi aziende, puntiamo ad aumentare il margine e a efficientare il nostro lavoro”.

Tutto ciò, senza dimenticare le esigenze ‘di senso’ dei collaboratori, per valorizzare a pieno i meccanismi virtuosi che emergeranno dal nuovo modello: “Le grandi aziende lasciano poco spazio alla creatività, mentre i clienti meno strutturati, spesso, ci danno carta bianca per sperimentare. Anche questo è un elemento da tenere in considerazione, il benessere delle persone passa anche dalla possibilità di esprimersi nel loro lavoro”, conclude Malfatto.

wellbeing, settimana corta, Disclosers


Alessandro Gastaldi

Alessandro Gastaldi

Laureato in Comunicazione e Società presso l'Università degli Studi di Milano, Alessandro Gastaldi ha iniziato il suo percorso all'interno della stampa quasi per caso, già durante gli anni in facoltà. Dopo una prima esperienza nel mondo della cronaca locale, è entrato in ESTE dove si occupa di impresa, tecnologia e Risorse Umane, applicando una lettura sociologica ai temi e tentando, invano, di evitare quella politica. Dedica il suo tempo libero allo sport, alla musica e alla montagna.

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