Controllo qualità

La sostenibilità passa (anche) da un efficace controllo della qualità

La sensibilità sul tema della sostenibilità ha toccato molte corde della nostra società, spingendo le aziende a comprendere la propria responsabilità sul tema. Per le organizzazioni strutturate, questo significa ridurre l’impatto ambientale, contenere gli sprechi e le inefficienze, soprattutto per quanto riguarda il consumo di materiale. Molti di questi obiettivi sono generalmente perseguiti dalle metodologie Lean, adottati da buona parte delle aziende strutturate: approcci snelli e orientati alla riduzione delle inefficienze, operative, di materiale e di processo. 

Ma come possono le imprese ridurre gli sprechi connessi all’impiego del materiale? “La funzione aziendale responsabile di assicurare che il materiale sia lavorato correttamente e conforme alle aspettative, è il controllo qualità”, racconta Giuliano Bonfanti, Project Manager e Responsabile dello Sviluppo del Software S8 di Saep Informatica, azienda attiva da oltre 40 anni nello sviluppo di una suite ERP rivolta alle aziende manifatturiere di tutte le dimensioni. 

“Le nostre procedure relative al controllo qualità sono state sviluppate sulle necessità delle aziende che dovevano gestire la ricambistica, specialmente relativa al settore automotive”, spiega l’esperto di Saep Informatica. “L’esigenza in questi casi è non solo assicurare che i pezzi siano quelli giusti e qualitativamente conformi alla richiesta, ma anche – e soprattutto – stabilire i casi e le procedure da effettuare qualora le aspettative non siano riscontrate nei prodotti”. 

Il processo di controllo della qualità nella Manifattura 

Ma che cosa si intende con l’espressione “controllo qualità”? Generalmente ci si riferisce alle fasi che i prodotti e i servizi devono attraversare per assicurarne proprio la qualità: queste prevedono test, verifiche e controlli mirati per stabilire se i requisiti stabiliti sono soddisfatti. “In Saep Informatica disponiamo di procedure di controllo qualità per tutta la merce in entrata – acquistata o in arrivo da terzisti – e per quanto riguarda l’output di produzione. La logica per queste procedure è a grandi linee la stessa: i prodotti sono controllati in base a un piano di campionamento, ovvero un registro che contiene le regole e i parametri con cui beni differenti vengono controllati”, racconta Bonfanti. 

Attraverso i piani di campionamento, le aziende possono stabilire criteri e parametri che reputano accettabili per il controllo della qualità: “I registri di campionamento permettono di configurare le regole con cui sistemi e operatori devono effettuare i controlli; potrebbero, per esempio, includere il numero di pezzi da controllare in rapporto ai pezzi dell’ordine, il tipo di controllo da effettuare, quale tolleranza effettuare alle non conformità e come gestire caso per caso. “I registri di campionamento sono tabelle intelligenti, perché permettono di parametrizzare una serie di regole che saranno impiegate per stabilire i campioni di verifica dei prodotti, il genere di test a cui sottoporli, quali sono i risultati attesi delle verifiche e quali le azioni correttive da effettuare”.  

La configurazione di queste tabelle è un momento fondamentale, in cui azienda e consulenti lavorano a quattro mani per stabilire set di regole coerenti agli obiettivi di controllo della qualità. In questa fase sono stabiliti i casi e le eccezioni che possono verificarsi su articoli o fornitori specifici: “È possibile, per esempio, specificare che, qualora sia la prima volta che un articolo è ricevuto, questo debba essere sottoposto a controlli più rigidi. Nel piano sono poi inclusi parametri come la dimensione del campione da controllare, quanti pezzi possono essere non conformi, come gestirli e quali sono le soglie stabilite per ogni azione correttiva (reso a fornitore, magazzino scarti e così via)”. 

Il vero valore dei piani di campionamento risiede nella piena possibilità di personalizzazione delle regole che sottendono il controllo qualità: in particolare, è possibile stabilire regole differenti per prodotti diversi provenienti dallo stesso fornitore. “Qualora si verifichino nel campione un numero troppo alto di prodotti non conformi, vengono attivate le procedure specifiche per il caso in oggetto: l’azienda potrebbe decidere di voler controllare tutti i pezzi del lotto, di richiedere un reso dell’ordine ordine o di una sola parte, oppure di versarne la parte conforme a magazzino e il resto di distruggerlo, o ancora di richiedere la sostituzione o una nota credito al cliente per i non conformi”, continua il Responsabile dello Sviluppo del Software S8 di Saep Informatica. 

La certificazione come garanzia di qualità 

Correlato al controllo qualità, vi è poi il tema della certificazione: “Specialmente per determinati tipi di prodotti – come quelli ingegnerizzati – la presenza di certificati è un requisito imprescindibile per garantire la conformità del prodotto e questo aspetto dev’essere correttamente gestito all’interno delle procedure di gestione della qualità”.  

La maggior parte delle fasi che compongono i processi di controllo della qualità sono oggi altamente informatizzate. A questo proposito Bonfanti dice: “Diventa pertanto fondamentale dotarsi di strumenti software dedicati, che possano aderire alle procedure identificate dall’azienda come le più consone per assicurare la qualità dei propri prodotti o servizi”. 

Soddisfare la domanda di mercati sempre più veloci e in costante mutamento rappresenta una delle sfide più pressanti per la Manifattura: questo obiettivo può essere raggiunto soltanto rinnovando i sistemi e le procedure, abbracciando approcci data driven e dotandosi di sistemi informativi all’avanguardia, flessibili e scalabili.  

ERP, Saep Informatica, controllo qualità, Giuliano Bonfanti

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