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Lo Smart working manda in pensione l’orario di lavoro

Nei Paesi anglosassoni lo chiamano “9-to-5 model”. Da noi, includendo la pausa pranzo, è più noto come orario 9-18. Il modello tradizionale, che prevede otto ore di lavoro giornaliere (da sommare alle otto di riposo-sonno e alle otto per le attività private), sembra esser messo in crisi dalla diffusione del lavoro da remoto. Secondo un’indagine condotta da Citrix, tra 7.500 dipendenti di grandi e medie imprese, in sette Paesi diversi, il ‘vecchio’ orario di lavoro sarebbe destinato a scomparire.

Due persone su cinque, oltre il 40%, sono convinte che sia un modello ormai superato. Con la pandemia e il passaggio di massa al lavoro da casa, il 33% dei dipendenti ha riscontrato un allungamento della giornata lavorativa. Non più limitata, quindi, alle tradizionali otto ore. Meno del 20% ha ammesso di lavorare meno di quanto facesse in ufficio e per quasi la metà degli intervistati non c’è stato alcun cambiamento significativo nel tempo speso al lavoro.

“Le persone stanno iniziando sempre più a pensare all’ufficio come a un luogo fatto essenzialmente per il confronto e la collaborazione, più che per svolgere i compiti assegnati”, ha detto Edward Rodriguez, GM e Vice President of Sales di Citrix Canada.

La ricerca – sui 7.500 intervistati, circa mille erano lavoratori canadesi – ha riscontrato anche una particolare attenzione alla sicurezza nell’ottica del nuovo modello di workplace. Più della metà dei dipendenti intervistati (58%) è convinta che il fattore umano diventerà sempre più importante nel futuro ambiente di lavoro e il 31% pensa che si attenueranno le gerarchie aziendali.

Fonte: HR Reporter

Smart working, orario di lavoro, ufficio


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Giorgia Pacino

Articolo a cura di

Giornalista professionista dal 2018, da 10 anni collabora con testate locali e nazionali, tra carta stampata, online e tivù. Ha scritto per il Giornale di Sicilia e la tivù locale Tgs, per Mediaset, CorCom - Corriere delle Comunicazioni e La Repubblica. Da marzo 2019 collabora con la casa editrice ESTE. Negli anni si è occupata di cronaca, cultura, economia, digitale e innovazione. Nata a Palermo, è laureata in Giurisprudenza. Ha frequentato il Master in Giornalismo politico-economico e informazione multimediale alla Business School de Il Sole 24 Ore e la Scuola superiore di Giornalismo “Massimo Baldini” all’Università Luiss Guido Carli.

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