Lo sviluppo organizzativo in Italia attraverso gli articoli di Sviluppo&Organizzazione

Nel 2020 Sviluppo&Organizzazione ha compiuto 50 anni. Dal 1970 la casa editrice ESTE pubblica il bimestrale di organizzazione aziendale più autorevole del Paese. Per celebrare questa ricorrenza, una parte dell’immenso patrimonio culturale rappresentato dagli articoli dei più illustri studiosi delle dinamiche organizzative è stato raccolto in un Cofanetto, che comprende tre volumi. Il primo è dedicato al periodo che va dal 1970 al 1990, il secondo dal 1990 al 2020 e il terzo contiene il racconto della storia della rivista, oltre ai profili delle aziende partner dell’iniziativa. Il Cofanetto ha una tiratura limitata e numerata di 500 copie.

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La rivista si è evoluta in parallelo con la crescita e lo sviluppo dell’Italia, accompagnando nella loro formazione generazioni di manager che hanno utilizzato – e utilizzano – Sviluppo&Organizzazione per formarsi e per rimanere aggiornati in merito alle più evolute pratiche organizzative. Anche l’attuale Direttore della rivista Gianfranco Rebora, Professore Emerito di Organizzazione e Gestione delle Risorse Umane dell’Università LIUC – Cattaneo di Castellanza, ha studiato su questa rivista e ha curato la scelta dei 20 articoli più significativi inseriti nel Cofanetto.

Analisi organizzative ancora attuali

L’introduzione del curatore dell’opera si apre con una citazione di Elena Ferrante, pseudonimo di una scrittrice di romanzi molto famosa in Italia, e non solo: “Tendo a credere piuttosto che il mondo sia stato e sia ben più disordinato di come diligentemente lo cataloghiamo”. Gli articoli scelti da Rebora, infatti, parlano di temi che non rimangono ancorati all’anno in cui sono stati pubblicati, ma sono ancora attuali. Nel 1986, per esempio, Federico Butera scriveva Il futuro del lavoro è cominciato: comunicare, decidere, risponderne: un articolo che apriva la vista sullo scenario emergente di grande mutazione che interessava il lavoro. Parole che suonano attuali in un momento storico come quello che stiamo vivendo.

Oppure L’impresa disorientata, l’articolo di Claudio Demattè pubblicato nel 1975: un’analisi della realtà del momento, unita alla consapevolezza che l’impresa è “un prodotto storico” e quindi è chiamata a confrontarsi con il mutare delle esigenze espresse dalla collettività, adattandosi alle nuove situazioni. Sempre attuale anche l’articolo di Claudia Piccardo sulla psicologia del lavoro, scritto nel 1992 e dedicato all’empowerment. Sviluppo&Organizzazione è nata proprio come “uno strumento di informazione e orientamento sulla evoluzione del pensiero nella organizzazione delle imprese”. Così almeno aveva definito la rivista il Fondatore e primo Direttore del bimestrale, Pietro Gennaro.

Nell’editoriale del primo numero della rivista, Gennaro aveva espresso l’intento del progetto con queste parole: “Richiamare l’attenzione anche sugli obiettivi più generali di sviluppo di una società moderna e sui problemi di collegamento a essi che la struttura organizzativa aziendale non può trascurare di considerare; ritrovando la giustificazione della sua attività nel comporla dialetticamente con il processo di sviluppo della intera società umana”.

A distanza di 50 anni dal primo numero di Sviluppo&Organizzazione, Rebora scrive che si è aperta forse una fase nella quale l’organizzazione – come scienza applicata con il suo corpo di teorie, di concetti condivisi, di pratiche professionali sperimentate e diffuse – per tornare a porsi come una grande forza di modernizzazione e trasformazione della società. “Una rivista come quella pubblicata da ESTE può continuare a contribuire in questo senso, rivolgendo grande attenzione a quanto accade nelle organizzazioni reali”.

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Elisa Marasca

Elisa Marasca

Elisa Marasca è giornalista professionista e consulente di comunicazione. Laureata in Lettere Moderne all’Università di Pisa, ha conseguito il diploma post lauream presso la Scuola di Giornalismo Massimo Baldini dell’Università Luiss e ha poi ottenuto la laurea magistrale in Storia dell’arte presso l’Università di Urbino. Nel suo percorso di giornalista si è occupata prevalentemente di temi ambientali, sociali, artistici e di innovazione tecnologica. Da sempre interessata al mondo della comunicazione digital, ha lavorato anche come addetta stampa e social media manager di organizzazioni pubbliche e private nazionali e internazionali, soprattutto in ambito culturale.

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