Mari sull’AI: “La formazione deve renderci persone migliori”
Nel pieno fermento del dibattito sull’Intelligenza Artificiale Generativa (AI Gen), la riflessione di Luca Mari, Professore Ordinario di Scienza della Misurazione presso la Liuc Carlo Cattaneo di Castellanza e autore del libro L’Intelligenza Artificiale di Dostoevskij, offre una nuova prospettiva sull’AI e la formazione: per l’accademico, la tecnologia può rappresentare una leva per la svolta culturale e ha un impatto diretto sul senso della formazione. Nell’intervento, Mari invita a ripensare il ruolo dell’educazione – scolastica, universitaria e aziendale – alla luce di un nuovo scenario in cui sistemi artificiali imparano (quasi) come noi. La domanda centrale che pone il docente è radicale: in un mondo dove alcune competenze possono essere delegate alle macchine, che cosa resta all’umano? E soprattutto: vogliamo davvero che la formazione serva solo a produrre lavoratori più efficienti? Per Mari, la risposta è chiara: l’obiettivo dell’apprendimento dovrebbe essere quello di “imparare a vivere una buona vita”, mettendo al centro la persona, e non semplicemente le sue abilità operative. Gli interrogativi del docente, però, aprono a una riflessione profonda sul futuro del lavoro, dell’educazione e, in fondo, della società.