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Più pratica e legami con le aziende: come cambia la scuola tecnica

Per ora c’è l’approvazione della Commissione Cultura del Senato, ma è un primo via libera importante, quello ricevuto dal Disegno di legge governativo – promosso da Giuseppe Valditara, Ministro dell’Istruzione e del Merito – che punta a riformare la scuola tecnico-professionale, per rispondere alle nuove esigenze del mercato del lavoro.

La prima grande novità riguarda i tempi del percorso di formazione delle figure tecniche: la proposta è l’introduzione del cosiddetto ‘4+2’, cioè il modello formativo che prevede quattro anni (e non più i canonici cinque) più un biennio negli Its Academy, le scuole ad alta specializzazione tecnologica post diploma con altissimo tasso di occupazione medio (quasi 90%).

Altro aspetto rilevante è il rafforzato sodalizio tra scuole e imprese, che rimette al centro la già sperimentata alternanza scuola-lavoro. Non solo: proprio per integrare al meglio il mondo del lavoro con il percorso scolastico dei giovani, per la prima volta nella storia della scuola italiana, ci sarà una collaborazione a tempo determinato con docenti esterni provenienti dal mondo delle imprese che porteranno il loro know how al servizio di studenti, per approfondire specifici moduli formativi e attività laboratoriali (questi momenti prenderanno sempre più spazio all’interno del piano di studi)

Il legame tra imprese e territori risulta centrale nella riforma, tanto che c’è pure la proposta di far fare esperienza, già dal secondo anno del percorso quadriennale, attraverso la ‘formazione on the job’. In questo senso saranno poi introdotte nuove tipologie di contratto di apprendistato formativo per i giovani. C’è poi l’attenzione all’internazionalizzazione, con la possibilità di conseguire certificazioni internazionali, anche in lingua straniera, rilanciando la metodologia Clil (acronimo di Content and language integrated learning, cioè l’apprendimento integrato di contenuti formativi in lingua straniera).

Una filiera della formazione tecnica di serie A

Il progetto promosso da Valditara è ambizioso, ma è ciò che, da tempo, attende il mondo produttivo che non è più in grado di sopperire alle problematiche di talent shortage proprio per la mancanza di figure tecnico-professionali adeguate per affrontare le attuali sfide del mercato. “Avremo una filiera della formazione tecnica e professionale di serie A, grazie al potenziamento delle discipline di base e all’incremento di quelle laboratoriali e professionalizzanti”, ha commentato il Ministro. L’obiettivo del Governo è formare giovani che possano trovare più rapidamente un impiego qualificato e, allo stesso tempo, dotare le aziende delle professionalità necessarie per essere competitive. “Valorizziamo lo straordinario capitale umano rappresentato dai nostri giovani, diamo al sistema Paese la possibilità di correre”, ha aggiunto Valditara.

La riforma è probabile che sarà calendarizzata in Aula dopo la discussione sulla legge di Bilancio. Nel frattempo, gli istituti tecnici e professionali hanno tempo fino al 30 dicembre 2023 per presentare le loro candidature e partecipare alla sperimentazione. A partire dall’anno scolastico 2024-2025, saranno poi attivate le classi prime dei nuovi percorsi, con le iscrizioni previste dal 18 gennaio al 10 febbraio 2024. Al fine di garantire la qualità delle competenze acquisite alla pari dello standard percorso statale, gli studenti che vorranno accedere agli Its Academy dopo il quadriennio dovranno superare i test Invalsi.

Soddisfazione per le novità sono state espresse dal Vice Presidente di Confindustria per il Capitale Umano, Gianni Brugnoli: “Si sono gettate le basi per un nuovo e più stretto legame tra scuola e mondo produttivo, riconoscendo apertamente l’importante ruolo formativo dell’impresa. Tuttavia non sono mancate le voci contrarie all’iniziativa. La Capogruppo del Partito democratico in Commissione Cultura del Senato, Cecilia D’Elia, ha parlato di “riforma confusa e affrettata” e ha lanciato l’allarme sulle disparità territoriali e sociali tra percorso di istruzione e percorso tecnico che la riforma potrebbe generare.

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Lucrezia Vardanega

Lucrezia Vardanega è giornalista pubblicista con esperienza nel mondo della comunicazione digitale. Ha iniziato il suo percorso giornalistico subito dopo la laurea, cominciando a collaborare con vari magazine online e addentrandosi sempre più nelle varie sfaccettature di questo mestiere sempre in divenire. Con uno sguardo attento e curioso sul mondo che la circonda, resta sempre con la mente aperta per rimanere aggiornata e accrescere le sue competenze. Per ESTE collabora su più fronti, sia online sia offline, con una particolare sensibilità verso i nuovi bisogni di un mercato del lavoro in equilibrio tra antiche tradizioni e moderne tecnologie. Nel tempo libero ama leggere, fare trekking sulle Dolomiti, visitare mostre d'arte e camminare a naso all'insù per la sua amata città d'origine, Venezia.

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