Licenziare

Licenziare i padroni migliorerà il lavoro?

Se si cerca nel vocabolario Treccani il termine “padrone”, la prima definizione è questa: “Chi ha diritto di proprietà o esercita la signoria su un bene, un luogo, un’organizzazione, una facoltà o una disciplina”. La definizione fa emergere l’accezione gerarchica fortemente subordinata e a sottolinearlo è anche Marco Bentivogli, coordinatore nazionale di Base Italia (associazione che realizza studi in materia di lavoro) ed ex Segretario generale della Federazione italiana metalmeccanici Cisl nel suo libro Licenziate i padroni (Rizzoli, 2023). Ma al contrario di quanto si pensi, l’autore si scaglia non contro chi è ‘padrone’, ma contro chi lo fa: chi maschera luoghi di lavoro malsani con certificazioni di inclusione e chi simula una visione aperta per nascondere un ordine. “Queste pagine vogliono essere il manifesto di una frustrata culturale a una grande finzione”, scrive Bentivogli.

Lo stesso ex sindacalista della Cisl ricorda che tra gli attuali 52mila contribuenti italiani più agiati si ritrovano 900 cognomi delle famiglie ricche del 1427. I patrimoni si tramandano di generazione in generazione, fino ad arrivare, in molti casi, a un erede di capacità mediocre. Questo fenomeno, teorizzato dal sociologo canadese Alain Deneault, prende il nome di mediocrazia, cioè l’alta probabilità che il capo sia mediocre e la sua presenza diventi soffocante. “Si ha la sensazione che sia sempre più bassa la consapevolezza di avere condizioni di partenze privilegiate e di godere delle innumerevoli facilitazioni che ne seguono. Non è raro, anche a causa di questa scarsa consapevolezza, che i cambi generazionali ai vertici di importanti aziende ne segnino la chiusura o la vendita”, è il pensiero di Bentivogli.

A permanere attraverso le generazioni è anche la struttura gerarchica ispirata alla cultura padronale verticale, cioè comando e controllo di chi, al piede della piramide, ricopre cariche operative. Se questo modello offre vari vantaggi – la definizione della responsabilità, percorsi di carriera lineari e chiarezza delle comunicazioni interne – serve ammettere che l’eccesso di burocrazia, la rigidità dei reparti e il rischio di esaurimento (burn out) dei lavoratori indeboliscono l’efficacia dell’azienda stessa sul mercato. Ciò che si augura l’autore è che, in futuro, gli imprenditori impostino un modello organizzativo che preveda maggiore autonomia delle persone dell’organizzazione, chiamate a essere il vero motore della produttività.

Le sfide future dei padroni

Uno dei modelli organizzativi che si sta diffondendo – in particolare a seguito della pandemia – è il lavoro agile: ma anche in questo caso, Bentivogli evidenzia l’attività di controllo continuato dei lavoratori da parte dei responsabili, vanificando la modalità di lavoro a distanza. “Non si tratta di replicare il lavoro in ‘presenza’, ma di cambiare il modo in cui si pensa al lavoro stesso. E il cambiamento deve coinvolgere tutti, a partire dal CEO”, è il pensiero dell’autore. E questo nuovo trend, di fatto, stravolge il modello finora applicato, perché, come Bentivogli evidenzia, non è più il padrone a ‘scegliere gli operai’.

La vera emergenza da affrontare nella società è, quindi, il senso del lavoro, perché le persone cercano sempre di più l’allineamento dei valori e delle passioni personali a quelli organizzativi. Come riporta una ricerca del 2022 di Gallup, società di analisi e consulenza statunitense, solo il 5% dei lavoratori italiani è felice sul lavoro, con conseguenze sulla produttività. Il capo azienda deve, quindi, anche nel suo interesse strategico, valorizzare la libertà di scelta delle persone e le motivazioni che orientano i percorsi lavorativi.

A queste sfide, si aggiunge l’avanzare dell’Intelligenza Artificiale (AI) che sta rimescolando le carte, per esempio impattando sulle mansioni quotidiane e sull’ambiente di lavoro. Per non restare travolti dalla portata del cambiamento, è quindi necessario adottare nuove strutture di lavoro capaci di valorizzare le competenze. “I momenti di transizione sono momenti di incertezza e paura, ma sono anche momenti di formidabili sfide: a contenere la paura, a spingere in avanti la condizione umane, a darle speranza”, è il messaggio conclusivo di Bentivogli. Serve quindi licenziare ‘padroni’, ma solo a condizione che possa nascere una nuova classe di responsabili capaci di guardare al futuro.

lavoro agile, Marco Bentivogli, padroni


Alessia Stucchi

Alessia Stucchi

Alessia Stucchi è giornalista pubblicista. Laureata in Lettere Moderne in triennale e in Sviluppo Economico e Relazioni Internazionali in magistrale. Nel 2023 ha vinto il Premio America Giovani della Fondazione Italia Usa che le ha permesso di conseguire il master Leadership per le relazioni internazionali e il made in Italy. Nel tempo libero si dedica alle camminate, alla lettura e alle serie tivù in costume.

ballabio_libro

L’allenamento continuo per il ben-essere e il ben vivere

/
Se è vero che “l’esercizio è tutto”, come scrive Romano ...
Robinson

Colleganza tossica

/
Il lavoro impiega circa un terzo della nostra giornata: vivere ...
azienda in meta

Quell’ultima meta (aziendale)

/
Sport e azienda, due mondi governati dalle stesse logiche: un ...

Via Cagliero, 23 - 20125 Milano
TEL: 02 91 43 44 00 - FAX: 02 91 43 44 24
EMAIL: redazione.pdm@este.it - P.I. 00729910158

© ESTE Srl - Via Cagliero, 23 - 20125 Milano