Relazionarsi e fare business oltre l’algoritmo

I social media, negli ultimi anni, sono diventati potenti mezzi di comunicazione a disposizione di chiunque abbia uno smartphone. Ma è utile “vivere di social media”? Rispondono Sebastiano Zanolli (manager, speaker e scrittore motivazionale) e lo storyteller Cristiano Carriero nel libro Post social media era. Costruire community, relazionarsi e fare business oltre l’algoritmo (Hoepli, 2022). Per gli autori, l’era post social media è arrivata già e porta con sé una nuova versione delle connessioni, creando comunità attendibili, dai contenuti che possano arricchire, in cui la metrica chiave è la fiducia. Sono infatti numerosi i cambiamenti che si affacciano sulla scena: si passa dal pubblico al privato, dall’individuale al collettivo, dalla neutralità alla responsabilità.

La perdita della privacy, l’essere continuamente esposti alla pubblicità e a un algoritmo che sceglie cosa dobbiamo guardare, cosa deve piacerci, cosa condividere ci ha portato infatti a perdere fiducia nei social network, e a sentirci derubati della risorsa più preziosa, la nostra attenzione. Da qui non si torna più indietro. La tesi del libro è l’essenzialità di ritagliarsi il tempo per fare qualcosa che conti per noi stessi: abbattere le distrazioni sterili e renderlo una priorità, fare rete. E per farlo servono le persone, non gli algoritmi. “Quello che ci aspetta, in definitiva, è un futuro più sociale e meno social”, si legge nel testo.

Meno social e più sociali

Lo anticipa nella prefazione Vera Gheno, sociolinguista, autrice e divulgatrice del rapporto tra genere e linguaggio, quando riflette sul fatto che dal suo punto di vista l’era dei social media è un continuum tecnologico e temporale che si è modificato senza soluzione di continuità. “Considero una fortuna aver potuto costruire una micro carriera proprio grazie ai social, portandovi parte del lavoro che faccio in aula o quando scrivo libri e articoli. Internet mi ha permesso di trovare un mio pubblico, di costruire consenso, ma soprattutto di incrociare persone preziose. È forse questo il motivo per cui sono più di tutto grata alla tecnologia: avermi messo in contatto con le persone”, scrive.

Il saggio vuole fare da ponte tra presente e futuro: da un lato una critica costruttiva sull’epoca dei social, dall’altro una panoramica sulle possibilità di interazione, business e storytelling del prossimo ventennio. Carriero e Zanolli propongono quindi un’analisi e una previsione che attende utenti e aziende dal Metaverso in poi. Il messaggio? È tempo, per marketer e comunicatori, di fare nuove riflessioni e creare nuovi paradigmi. La ‘post società’ descritta dagli autori si basa sulla qualità dei contenuti e delle relazioni, sull’indipendenza da piattaforme terze, sui rapporti a lungo termine e su purpose solidi, su una comunicazione disintermediata che diventi, prima di tutto, azione. Un ritorno all’umano, per abbracciare la Joy of missing out, abbandonando la tanto improduttiva quanto famosa Fear of missing out. Tutto è contenuto: Carriero e Zanolli avvisano che sta a noi scegliere come valorizzarlo.

Sebastiano Zanolli, Cristiano Carriero, Post social media era, fomo


Elisa Marasca

Elisa Marasca

Elisa Marasca è giornalista professionista e consulente di comunicazione. Laureata in Lettere Moderne all’Università di Pisa, ha conseguito il diploma post lauream presso la Scuola di Giornalismo Massimo Baldini dell’Università Luiss e ha poi ottenuto la laurea magistrale in Storia dell’arte presso l’Università di Urbino. Nel suo percorso di giornalista si è occupata prevalentemente di temi ambientali, sociali, artistici e di innovazione tecnologica. Da sempre interessata al mondo della comunicazione digital, ha lavorato anche come addetta stampa e social media manager di organizzazioni pubbliche e private nazionali e internazionali, soprattutto in ambito culturale.

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