Formazione pay-for-success, si paga solo se si viene assunti

Le applicazioni sono ancora limitate, ma i risultati sembrano incoraggianti. Per sostenere nella formazione le persone con redditi più bassi e traghettarle verso posizioni professionali più remunerative, da qualche anno negli Stati Uniti esiste un nuovo modello di training per il lavoro. Sono i programmi cosiddetti pay-for-success: gli iscritti pagano il corso soltanto se alla fine della formazione riescono a ottenere un lavoro.

L’organizzazione non profit Social Finance aiuta da una decina di anni giovani e meno giovani americani a ottenere le competenze necessarie per proporsi sul mercato del lavoro. L’accordo è semplice: gli studenti che trovano lavoro pagano tra il 5 e il 9% sulla base della loro retribuzione, con percentuali più basse se il reddito è tra i 30mila e i 40mila euro e più alte al superamento di tale soglia. I pagamenti mensili durano per un massimo di quattro anni. Se la persona che ha beneficiato della formazione perde il lavoro, si esaurisce anche l’obbligo di pagare il corso.

I primi risultanti sono promettenti: secondo gli esperti, da un punto di vista economico il particolare approccio che lega il costo delle lezioni all’assunzione ha più senso del metodo tradizionale che fa dipendere il costo dei programmi di formazione dal numero di iscritti.

Nuovi modelli per formare le persone

Ora che la pandemia ha reso ancora più importanti i programmi di formazione finalizzati alla ricollocazione professionale, le amministrazioni federali e statali sono alla ricerca di modi nuovi per migliorare lo sviluppo della forza lavoro. Il programma da 2mila miliardi di dollari annunciato dal Presidente Usa Joe Biden per il rilancio dell’economia, a partire dal lavoro e dal rinnovo delle infrastrutture nazionali, include un pacchetto dedicato alla formazione professionale con particolare enfasi sulla “nuova generazione dei programmi di training”, che abbraccino “un approccio fondato su elementi concreti”.

Social Finance segue proprio questo modello. È sostenuto da un fondo di 40 milioni di dollari, raccolti grazie alle donazioni degli investitori. Le risorse sono utilizzate per consentire a studenti a basso reddito, membri delle minoranze e veterani di seguire i programmi di formazione. L’organizzazione da qualche tempo dialoga con le amministrazioni dell’Ohio e di altri Stati interessanti al modello pay-for-success.

Nella scelta dei corsi da finanziare, Social Finance predilige i programmi che offrono formazione su competenze specifiche legate alla domanda di lavoro locale e con dati positivi sul fronte degli studenti che hanno concluso i corsi e hanno ottenuto un lavoro ben pagato. Nel pacchetto sono inclusi anche la preparazione al colloquio e la stesura del curriculum.

Fonte: New York Times

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Giorgia Pacino

Articolo a cura di

Giornalista professionista dal 2018, da 10 anni collabora con testate locali e nazionali, tra carta stampata, online e tivù. Ha scritto per il Giornale di Sicilia e la tivù locale Tgs, per Mediaset, CorCom - Corriere delle Comunicazioni e La Repubblica. Da marzo 2019 collabora con la casa editrice ESTE. Negli anni si è occupata di cronaca, cultura, economia, digitale e innovazione. Nata a Palermo, è laureata in Giurisprudenza. Ha frequentato il Master in Giornalismo politico-economico e informazione multimediale alla Business School de Il Sole 24 Ore e la Scuola superiore di Giornalismo “Massimo Baldini” all’Università Luiss Guido Carli.

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