Gummy Industries e il modello organizzativo senza capi

Da una tradizionale organizzazione gerarchica, alla costruzione di business unit indipendenti, chiamate “cucine”, ognuna delle quali ha sviluppato un servizio specifico e autogestito. È il percorso che ha intrapreso da due anni Gummy Industries, agenzia creativa digitale nata a Brescia che ha un team di circa 60 persone, sparse in Italia e nel mondo. “Il processo è ancora in divenire, ma abbiamo superato la fase iniziale: nel 2022 abbiamo lanciato il modello organizzativo e creato il mercato interno dei servizi”, racconta Fabrizio Martire, Amministratore Delegato dell’azienda, specificando di aver trasformato i lavoratori in imprenditori. Ma che cosa significa nella pratica?

L’agenzia è stata divisa in sette microaziende, appunto le ‘cucine’; sei di queste lavorano con i clienti, mentre una offre servizi agli altri, come quelli amministrativi, commerciali e di ufficio. Ciascuna cucina ha a capo uno chef, ossia un manager che la gestisce in autonomia: questa organizzazione è pensata per prendere decisioni a un livello più vicino ai clienti, offrendo un servizio più veloce e rispondente alle loro esigenze. “Quando le microaziende cominciano a sostenersi da sole, poi, diventano Srl che ‘escono’ dal confine della nostra partita Iva per diventare controllate”, spiega Martire.

Potrebbe sembrare un metodo vicino alla creazione delle startup, ma la differenza è che queste hanno un’idea, un business plan, un prodotto e investitori, ma il futuro è incerto ed è tutto da creare. “Nel nostro caso, invece, abbiamo trasformato un’agenzia con persone (e quindi famiglie) che già lavoravano con noi attraverso una struttura gerarchica e l’abbiamo divisa in varie parti con nuovi metodi organizzativi”, specifica l’AD di Gummy Industries. L’azienda si è preoccupata quindi sin da subito di informare i clienti per rendere il business sostenibile economicamente, anche perché l’autonomia delle unit può spingersi fino al punto che ogni team decide il proprio stipendio: “Ora le microaziende che abbiamo internamente stanno trovando un loro indirizzo, per esempio i designer si stanno specializzando nell’Intelligenza Artificiale (AI)”.

Passare da Amministratore Delegato a consulente interno

Per le persone che sono entrate in Gummy Industries negli ultimi due anni è stata organizzata una formazione ad hoc, sia interna, con uno dei soci che seguiva le ‘cucine’ come consulente, sia esterna tramite corsi di management aziendale non gerarchico svolti ogni due settimane in presenza. “Intanto, con il mio socio Alessandro Mininno visito spesso le unit e ricevo feedback costanti dagli chef: da AD sto diventando quindi un consulente che dà il suo punto di vista, piuttosto che decidere”, dichiara Martire, ammettendo che dare alle persone la possibilità di decretare la propria retribuzione e i propri bonus non è facile, ma è un percorso di crescita che sta facendo tutta l’azienda. In Italia, inoltre, Gummy Industries è l’unica organizzazione di medie dimensioni ad aver implementato questo modello, affiancata solo da progetti avviati da colossi come Intesa San Paolo.

Per questo, l’agenzia è stata l’unica impresa italiana a essersi aggiudicata il premio internazionale “Zero Distance Award” per il 2022, dedicato alle aziende che attraverso la loro riorganizzazione eliminano la distanza tra lavoratori, clienti e processi. Il premio è stato assegnato da Business Ecosystem Alliance, associazione formata dal colosso dell’elettronica di consumo Haier e dalla piattaforma di ranking Thinkers 50. Haier è stata tra le prime aziende al mondo a dividere i propri team in tante microimprese, composte da massimo 10 persone. “Sono davvero contento del premio che abbiamo ricevuto; questo nuovo modello organizzativo ci permette di arrivare preparati alle sfide future, coinvolge maggiormente le persone dell’agenzia, responsabilizzandole, e ci ha fatto entrare in una rete di contatti internazionale”, commenta Martire.

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Elisa Marasca

Elisa Marasca

Elisa Marasca è giornalista professionista e consulente di comunicazione. Laureata in Lettere Moderne all’Università di Pisa, ha conseguito il diploma post lauream presso la Scuola di Giornalismo Massimo Baldini dell’Università Luiss e ha poi ottenuto la laurea magistrale in Storia dell’arte presso l’Università di Urbino. Nel suo percorso di giornalista si è occupata prevalentemente di temi ambientali, sociali, artistici e di innovazione tecnologica. Da sempre interessata al mondo della comunicazione digital, ha lavorato anche come addetta stampa e social media manager di organizzazioni pubbliche e private nazionali e internazionali, soprattutto in ambito culturale.

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