Impresa 4.0, piano da 25 miliardi per i nuovi incentivi

Prorogato fino al 2022 il piano Transizione. Aumentano i crediti d’imposta per beni strumentali.

Coprirà le spese sostenute nei prossimi due anni, fino al 2022, e partirà retroattivamente da novembre 2020. Sarebbe questo, secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, l’accordo raggiunto tra il Ministero dello Sviluppo economico e il Ministero dell’Economia sul nuovo piano Transizione 4.0, il programma di crediti d’imposta per investimenti in beni strumentali, ricerca e sviluppo, innovazione, design e formazione, in scadenza a fine anno.

Rispetto all’ipotesi iniziale, che parlava di una proroga fino al 2023, il nuovo piano che entrerà in legge di bilancio prevede la copertura degli investimenti effettuati fino al 2022, con la possibilità di consegna del bene fino a giugno 2023 in caso di pagamento di un acconto di almeno il 20%. Si riduce il periodo di compensazione del credito d’imposta, che scende dai cinque a tre anni e a un anno per aziende con ricavi fino a 5 milioni che comprano beni non 4.0. Il costo del Piano, stimato dai tecnici del Mise, è di circa 25 miliardi: per finanziarlo è prevista in legge di bilancio l’istituzione di un fondo ad hoc che attingerà alle risorse del Recovery Plan.

Nel 2021 aumentano gli incentivi per beni strumentali 4.0

Sono rivisti al rialzo tetti e aliquote degli incentivi. Il credito d’imposta per i beni interconnessi 4.0 diventa possibile già dall’anno di investimento e aumenta per tutto il 2021: il bonus di prima fascia sale dal 40 al 50%, con un limite di investimento che passa da 2,5 a 4 milioni, mentre il bonus di seconda fascia, da 4 milioni a 10 milioni di investimento, sale dal 20 al 30%.

Nel 2022 si torna ai livelli attuali. Tornano gli incentivi per investimenti oltre i 10 milioni, ma limitati al 10% sia per il 2021 sia per il 2022. Per i software 4.0, invece, l’aliquota aumenta dal 15 al 20% e il massimale passa da 700mila euro a un milione per il 2021.

Bonus del 15% per beni funzionali allo Smart working 

Aumenta anche il credito d’imposta sui beni strumentali non rientranti nell’insieme dei 4.0: per il 2021 sarà del 10% per imprese con ricavi o compensi inferiori a 5 milioni. La precedente agevolazione, pari al 6%, viene estesa anche ai beni immateriali come i software non legati a processi 4.0. Infine, nel caso di beni funzionali allo Smart working, l’incentivo sale al 15%.

Credito d’imposta del 20% per R&S, cresce il bonus formazione

Le maggiorazioni sono estese anche a tutto il 2022 per la ricerca e l’innovazione. Per ricerca e sviluppo, il credito d’imposta è del 20% per investimenti fino a cinque milioni (prima era del 12% fino a tre milioni). L’innovazione tecnologica beneficia di un incentivo 10% con massimale fino a 3 milioni, ma nel caso di progetti finalizzati a una migliore sostenibilità economica e digitale si arriva fino al 15%.

Tale anche l’aliquota per il tax credit per investimenti fino a tre milioni in design e ideazione estetica. Sul fronte formazione, vengono incluse tra i costi ammissibili anche le spese dirette per la preparazione di dipendenti e imprenditori, superando l’attuale previsione legata alle ore di formazione.

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Giorgia Pacino

Articolo a cura di

Giornalista professionista dal 2018, da 10 anni collabora con testate locali e nazionali, tra carta stampata, online e tivù. Ha scritto per il Giornale di Sicilia e la tivù locale Tgs, per Mediaset, CorCom - Corriere delle Comunicazioni e La Repubblica. Da marzo 2019 collabora con la casa editrice ESTE. Negli anni si è occupata di cronaca, cultura, economia, digitale e innovazione. Nata a Palermo, è laureata in Giurisprudenza. Ha frequentato il Master in Giornalismo politico-economico e informazione multimediale alla Business School de Il Sole 24 Ore e la Scuola superiore di Giornalismo “Massimo Baldini” all’Università Luiss Guido Carli.

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