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Intelligenza Artificiale in fabbrica, un nuovo rapporto uomo-macchina

Machine learning, Internet of Things (IoT), realtà aumentata: l’Intelligenza Artificiale (AI) non è solo il trend tecnologico del momento, ma un insieme di fattori abilitanti per una nuova industria.

Gli incrementi produttivi oggi non sono più il frutto di un uso intensivo ed efficiente dei macchinari, ma del loro impiego intelligente. Le nuove tecnologie hanno raggiunto una potenza e una velocità di calcolo mai viste prima e hanno reso disponibile un’enorme quantità di dati sui processi e sui prodotti.

Dalla manutenzione predittiva, che sfrutta modelli digitali di simulazione per prevenire guasti e malfunzionamenti, alla pianificazione della produzione, resa possibile dai sensori di campo e di magazzino, fino alla verifica della qualità dei prodotti, grazie all’analisi delle immagini e al monitoraggio delle materie prime.

A fare la differenza sarà, dunque, la capacità di elaborare, analizzare ed estrarre informazioni utili dalla mole infinita di dati a disposizione per metterli a frutto in processi di business innovativi.

La fabbrica intelligente promette già oggi di essere capace di ridisegnare l’intero sistema produttivo italiano, valorizzando le risorse del territorio e rendendo i servizi sempre più smart e a misura di consumatore finale.

Sistemi&Impresa ha raccolto le opinioni di alcuni player del mercato

 

Mirko Menecali, Partner e Alliance Manager di Sinfo One: “Se la Prima rivoluzione industriale ha reso a buon mercato la forza lavoro, introducendo macchinari capaci di alleggerire il lavoro degli operai, si può dire che la Quarta rivoluzione, quella dell’Industria 4.0, ha reso a buon mercato la capacità di calcolo, intesa come capacità di elaborare in poco tempo e in modo economico una mole enorme di dati”.

Luca Ferraris, Head of Innovation, Marketing & Technology di Italtel: “Grazie alla gran quantità di informazioni date in pasto agli algoritmi di Machine learning, la manutenzione non avviene più su base temporale, ma diviene adattativa. Ciò consente di eliminare le azioni più ripetitive, quei passaggi in cui la mente umana tende ad annoiarsi, laddove la mente meccanica tende a notare anche i minimi dettagli senza stancarsi”.

Christian Parmigiani, CEO di 4ward: “La prima sfida che il Cloud computing e l’AI dovranno affrontare riguarda la componente umana della fabbrica, prima ancora dell’integrazione con la macchina. Occorre dare agli operai un’identità digitale e dotarli di strumenti che permettano di svolgere il lavoro in maniera più smart. Sono le persone che ridisegnano i processi, ma devono avere l’attitudine a comprendere le potenzialità delle nuove tecnologie”.

Michele Ugatti, CEO di Techsol: “Queste dinamiche hanno permesso di introdurre nuovi paradigmi di monitoraggio e controllo del processo produttivo utilizzando le applicazioni preventive nei processi di efficientamento degli asset e di controllo e miglioramento della qualità di prodotto. Tutte le aree che attengono al controllo in produzione oggi potrebbero trarre grandi benefici dall’AI”.

Lorenzo Gatti, Responsabile del team Digital manufacturing di Derga Consulting: “I dati sono sicuramente una ricchezza, ma ancora poco sfruttata. Le aziende stanno cominciando a predisporre l’infrastruttura e i sistemi volti all’acquisizione dei dati, in modo da poter analizzare quanto acquisito. Siamo ormai in grado di avere una disponibilità illimitata di informazioni, ma spesso le stesse aziende non sono consapevoli delle potenzialità nascoste tra i dati. Dietro agli algoritmi c’è una parte di training e l’azienda può aiutare a dare un valore aggiunto all’analisi”.

Alessandro Lenardon, Executive di TiQ: “Sono necessarie figure di integrazione capaci di tradurre i requisiti del mondo IT e le soluzioni informatiche per adattarle al processo produttivo e alle esigenze dei clienti. In questo momento, la richiesta principale è quella di avere un’integrazione totale tra i sistemi di acquisizione, la produzione, la fabbrica e i gestionali. Riuscire, cioè, a inserire sensoristica sul prodotto finito, in modo che sia tutto più integrato possibile: non solo il macchinario, ma anche il prodotto, per poter gestire processi aziendali sempre più complessi”.

Alfio Nucifora, Head of Innovation di VAR BMS: “Una parte dell’impianto, in alcuni casi, l’intera linea produttiva oggi ‘pensa’ da sola. Nell’epoca dell’impresa intelligente il fine ultimo è consentire all’impianto di autosettarsi in funzione del contesto del mercato. Usare in questo modo l’AI nella manutenzione predittiva vuol dire realizzare un cyber-physical system, un sistema informatico in grado di interagire in modo continuo con il sistema fisico in cui opera”.

Arnaldo Bollani, Direttore Commerciale e Business Development di Mecmatica: “Tutto ciò che è connesso in Rete, dal Pc al robot, è potenzialmente esposto ad attacchi informatici: chi lavora in questo campo deve adottare tutte le precauzioni possibili per garantire la sicurezza dei dati. Anche per la Blockchain si tratta di una questione di produttività: l’azienda si avvantaggia molto se può dimostrare che il prodotto che mette sul mercato è garantito, con informazioni veritiere certificate”.

Elena Panzera, Senior Director Human Resources di SAS: “Le tecnologie di AI riescono a farci considerare anche il collaboratore come customer. Quando il lavoratore tocca con mano qual è il vantaggio di avere strumenti di AI, allora l’acceleratore è esponenziale: una serie di processi a basso valore aggiunto vengono velocizzati e tutta la parte di Business Analytics porta alla luce variabili nascoste che aiutano a prendere decisioni in maniera diversa”.

 

L’articolo integrale è pubblicato sul numero di Dicembre 2019-Gennaio 2020 di Sistemi&Impresa.
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trasformazione digitale, Internet of Things, tecnologia industry 4.0, Intelligenza artificiale, rapporto uomo-macchina


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Giorgia Pacino

Articolo a cura di

Giornalista professionista dal 2018, da 10 anni collabora con testate locali e nazionali, tra carta stampata, online e tivù. Ha scritto per il Giornale di Sicilia e la tivù locale Tgs, per Mediaset, CorCom - Corriere delle Comunicazioni e La Repubblica. Da marzo 2019 collabora con la casa editrice ESTE. Negli anni si è occupata di cronaca, cultura, economia, digitale e innovazione. Nata a Palermo, è laureata in Giurisprudenza. Ha frequentato il Master in Giornalismo politico-economico e informazione multimediale alla Business School de Il Sole 24 Ore e la Scuola superiore di Giornalismo “Massimo Baldini” all’Università Luiss Guido Carli.

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