La questione organizzativa di chi esercita il potere coercitivo

La vicenda dei carabinieri della caserma Levante di Piacenza sta generando sconcerto e indignazione nell’opinione pubblica. È un caso estremo, che, però, fa parte di una questione organizzativa di grande rilievo che coinvolge le forze dell’ordine in tanti Paesi.

La rivista Sviluppo&Organizzazione ne aveva offerto un’analisi nei termini essenziali nella rubrica “Cinema&Romanzi” del numero 283 del magazine, ragionando in termini freddi – e non emotivi – sullo stimolo del film di Alessio Cremonini Sulla mia pelle, che ha portato l’attenzione del grande pubblico sulla vicenda di Stefano Cucchi, il giovane deceduto nel 2009 nei giorni seguenti al suo arresto, e quindi sulle gravi forme di devianza comportamentale che hanno visto coinvolti operatori di pubblico servizio e in particolare di un’istituzione che gode di alto riconoscimento sociale come l’Arma dei carabinieri.

Al fondo del problema, ci sono proprio i processi di “normalizzazione della devianza”: forme di devianza, che riflettono sentimenti, disagi, interessi condivisi da gruppi di operatori, possono trovare tolleranza da parte delle catene di gerarchia e controllo, perché non sembrano produrre effetti gravi o addirittura rinforzano la coesione interna; quindi, può avviarsi una progressiva degradazione organizzativa, fino al caso che desta grande clamore e attira l’attenzione dei media.

I limiti dei vertici nel gestire la leadership istituzionale

Questo appare all’improvviso nel segno della discontinuità rispetto al normale funzionamento, ma in realtà è frutto di una lenta discesa, come su un piano inclinato, che coinvolge parti importanti di un’organizzazione. I vertici non hanno, in molti casi, una formazione che li attrezzi a gestire quella leadership istituzionale, che come insegnava Philip Selznick già alla metà del 900, avrebbe anche una funzione educativa, non solo retorica, ma reale.

Oggi questi problemi – per lungo tempo oscurati – emergono diffusamente per una maggiore reattività sociale, ma soprattutto per la diffusione di tecnologie che consentono di documentare certi comportamenti, come è avvenuto nel caso di George Floyd (il giovane morto a seguito del suo arresto da parte di quattro agenti di polizia a Minneapolis in Minnesota) e in tanti altri (nel caso Levante addirittura con foto e filmati a opera degli stessi ‘devianti’).

Ce ne dà evidenza anche il film francese, Les misérables, dove un drone registra la violenza di una squadra di poliziotti (il film è oggetto della rubrica “Cinema&Romanzi” nel numero 294 della rivista Sviluppo&Organizzazione in uscita a fine mese). La questione organizzativa delle istituzioni che gestiscono poteri coercitivi non è, quindi, più eludibile.

È possibile approfondire le questioni organizzative sulla rivista Sviluppo&Organizzazione.
Per informazioni sull’acquisto di copie e abbonamenti scrivi a daniela.bobbiese@este.it (tel. 02.91434400)

 

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Gianfranco Rebora

Gianfranco Rebora è Direttore di Sviluppo&Organizzazione, la rivista edita dalla casa editrice ESTE e dedicata all'organizzazione aziendale. Rebora è Professore Emerito di Organizzazione e gestione delle risorse umane dell’Università Carlo Cattaneo – Liuc di Castellanza.

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