
L’AI è il nuovo compagno di lavoro
Il libro Co-Intelligence: Living and Working with AI (Ebury Publishing, 2024) scritto da Ethan Mollick, docente alla Wharton School, offre una prospettiva tanto lucida quanto provocatoria sull’evoluzione del rapporto tra intelligenza umana e Intelligenza Artificiale (AI). Non si tratta solo di un’analisi tecnica o accademica: è una proposta culturale e strategica che ridefinisce il concetto stesso di lavoro, apprendimento e leadership nell’era dell’AI. Il concetto cardine del libro è quello di co-intelligenza: un nuovo paradigma in cui esseri umani e intelligenze artificiali non competono, ma collaborano. L’AI – soprattutto quella generativa, come ChatGpt – non va vista come una minaccia o una sostituta dell’intelligenza umana, ma come un amplificatore cognitivo, un partner capace di potenziare le capacità analitiche, creative e decisionali delle persone.
Mollick non si sofferma sul dibattito – ormai sterile – se l’AI sia o meno senziente. Piuttosto, esplora le implicazioni di un dato innegabile: i modelli generativi sono ormai talmente avanzati da suscitare in noi l’illusione di una coscienza. Le interazioni con l’AI ci sembrano sempre più “umane”, tanto da indurci a trattarla come un interlocutore dotato di sensibilità e consapevolezza. Ma ciò che importa non è ciò che l’AI è, bensì come la percepiamo e come questa percezione influisce sul nostro comportamento, sulla nostra organizzazione del lavoro e sulle nostre decisioni. In effetti, l’esperienza con l’AI linguistica ci costringe a confrontarci con una nuova forma di relazione, che sfida le nostre categorie tradizionali. Se l’AI riesce a generare fiducia, stimolare riflessione e supportare la nostra produttività, allora – al di là della sua natura algoritmica – diventa un attore significativo all’interno dei processi aziendali.
Mollick dimostra con esempi concreti come l’adozione intelligente dell’AI possa trasformare l’operatività quotidiana. Dalla personalizzazione dell’esperienza cliente all’ottimizzazione delle supply chain, fino al miglioramento dei percorsi di apprendimento e coaching, l’AI si sta già integrando come alleato trasversale in molteplici ambiti aziendali. Ma ciò che rende il libro davvero innovativo è la proposta di un modello di collaborazione strategica, in cui l’AI è vista non come un semplice strumento, ma come un compagno di lavoro con cui imparare a cooperare.
Attenzione all’antrapomorfismo cognitivo
Questa visione richiede un cambio di prospettiva radicale per manager, leader e organizzazioni. Il punto non è più “come usare l’AI”, ma “come lavorare con l’AI”. Serve un duplice sforzo: da un lato, educare le persone alla collaborazione con l’intelligenza artificiale, sviluppando competenze digitali, consapevolezza critica e capacità di dialogo con i sistemi; dall’altro, progettare sistemi di AI che siano etici, trasparenti e rispettosi dei valori umani.
Il rischio, infatti, è quello di scivolare in una relazione ambigua con la tecnologia. Quando l’AI appare empatica, riflessiva, sensibile, potremmo essere portati a sovra interpretare le sue risposte e ad attribuirle intenzioni che non possiede. Questo antropomorfismo cognitivo – ben descritto da Mollick – può generare dipendenze emotive, distorsioni relazionali e anche scelte organizzative non ponderate. La maturità digitale, dunque, non consiste solo nella padronanza degli strumenti, ma nella capacità di gestire la relazione cognitiva ed emozionale con una macchina che imita l’umano senza esserlo.
Per questo motivo, Co-Intelligence propone una via di mezzo tra entusiasmo acritico e diffidenza tecnologica. Mollick invita a una collaborazione consapevole: riconoscere le potenzialità dell’AI senza mitizzarle, valorizzare la sinergia tra intelligenze senza perdere il primato della coscienza umana. È questo equilibrio che può rendere l’AI una risorsa reale per il futuro delle organizzazioni, invece che una minaccia o un feticcio. La leadership, in questo contesto, assume un nuovo significato. Non basta più guidare le persone: serve anche guidare l’interazione tra persone e algoritmi. Il leader del futuro sarà colui che saprà orchestrare intelligenze diverse, umane e artificiali, promuovendo una cultura della cooperazione uomo-macchina e integrando l’IA nei processi in modo armonico, produttivo e responsabile.
In sintesi, Co-Intelligence è un libro fondamentale per chiunque voglia capire non solo “cosa fa” l’intelligenza artificiale, ma cosa ci fa fare. Non è solo un testo tecnico o filosofico: è una guida per dirigenti, innovatori, formatori e policy maker che vogliono affrontare con lucidità e pragmatismo le trasformazioni in atto. In un’epoca in cui la tecnologia evolve più rapidamente della cultura, Mollick ci ricorda che l’elemento distintivo non sarà l’algoritmo, ma la qualità della relazione che sapremo costruire con esso.

Consulente per aziende e istituzioni pubbliche in materia di innovazione finanziaria e digitale; Co-Founder della società RG3 Digital Consulting. Nel suo percorso professionale, presso la Cassa per il Mezzogiorno e successivamente in Banca d’Italia, ha ricoperto incarichi di crescente responsabilità prima nel settore informatico e poi in quello finanziario, fino alla nomina a Direttore Centrale Responsabile del Servizio Regolamento Operazioni Finanziarie e Pagamenti. Ha ricoperto diversi incarichi a livello nazionale e internazionale e ha guidato numerosi progetti di revisione organizzativa presso la Banca d’Italia, l’Istat, la Banca dei regolamenti internazionali e la Banca centrale europea. È autore del volume “A Guide for managers and professionals to exploit the transformation of the finance in the next ten years”, e di numerose pubblicazioni e articoli in materia di informatica, organizzazione e gestione delle competenze. È consulente della Banca Mondiale e membro dell’International Institute of Informatics and Systemics e dell’American Economic Association
