Leonardo Del Vecchio

L’eredità di Del Vecchio, l’ultimo stratega dell’imprenditoria italiana

Una grande capacità di individuare i punti più opportuni su cui intervenire per favorire la crescita del business, unita a un’approfondita conoscenza dell’intera catena del valore. Sono stati questi alcuni dei fattori chiave che hanno contribuito al successo di Leonardo Del Vecchio, il patron di Luxottica scomparso a 87 anni: a raccontarlo è Giovanni Costa, Professore Emerito di Strategia d’Impresa e Organizzazione Aziendale all’Università di Padova e membro del Comitato Scientifico della rivista di ESTE, Sviluppo&Organizzazione, con cui abbiamo approfondito i punti di forza della strategia imprenditoriale di questo protagonista dell’industria italiana. 

Nella sua attività di ricerca accademica, il docente ha infatti analizzato la carriera di Del Vecchio, ma ha avuto anche l’opportunità di conoscere personalmente l’imprenditore in due occasioni: nel 1995 durante la cerimonia per il conferimento della Laurea Honoris Causa in Economia aziendale all’Università Ca’ Foscari di Venezia e, nel 2001, per la presentazione all’Università Bocconi di un volume dedicato alla sua carriera. L’immagine che ci restituisce è quella di un innovatore visionario, capace di precorrere i tempi e di captare i più svariati input per promuovere crescita aziendale e valore.

L’abilità di Del Vecchio, ha sottolineato il docente, è stata la perfetta comprensione e individuazione degli snodi della catena del valore, con l’obiettivo di dilatare la produzione di questo valore e di trattenerlo all’interno dello stesso gruppo: “Questo è il business model che ha declinato con attenzione maniacale. In questo consiste la sua grandezza”.   

Competenza trasversale e attenzione ai particolari  

Entrando più in dettaglio, uno dei punti cardine del percorso imprenditoriale di successo di Del Vecchio è stata, secondo Costa, la sua attenzione ai particolari e la sua competenza trasversale a tutte le fasi del processo produttivo. “Era una persona estremamente attenta al processo e al modello di business, di cui conosceva tutti i particolari. Data anche la sua ‘origine’ metalmeccanica, dedicava grandissima attenzione al processo, ai macchinari, ai materiali e alla professionalità degli operatori”, ha spiegato il docente, ricordando come l’imprenditore fosse nato come terzista e per questo fosse poi diventato eccellente su questi aspetti: “Lavorava su commessa per produrre componenti e in questo modo si è impadronito di una conoscenza legata a tutto il processo, raggiungendo livelli di eccellenza nella produzione delle componenti particolari”. Com’è noto, Del Vecchio si è poi dedicato anche alla produzione degli occhiali nella loro interezza, entrando direttamente nel business di questo prodotto: “Anche in questo caso ha raggiunto livelli di assoluta eccellenza”.  

Il passo successivo è stato poi quello di andare oltre la Manifattura in senso stretto, approfondendo tutti quegli ambiti legati alla percezione del brand. “Del Vecchio ha avuto l’intuizione di capire che l’occhiale poteva essere trasformato da mera protesi sanitaria, ovvero da strumento di protezione, in un elemento del look della persona”, ha sottolineato Costa. “In quest’ottica ha lavorato anche sull’aspetto simbolico e immaginario del prodotto, quello che poi si chiama ‘fashion’. Così ha ampliato e dilatato la creazione di valore a monte della manifattura”. Questo approccio al brand è stato declinato in modo graduale e da più prospettive nel corso della carriera del patron di Luxottica, sempre in maniera vincente. “Prima lavorava per brand in licenza, poi ha capito come funzionava il meccanismo. Successivamente ha creato propri marchi e, soprattutto, ne ha acquisiti di iconici, primo fra tutti il Ray-ban”.  

Grande importanza era data inoltre da Del Vecchio alla distribuzione. Questo aspetto, in precedenza, vedeva come figure chiave gli ottici che riuscivano a ‘catturare’ la parte principale del valore poi pagato dal cliente. “La sua grande intuizione è stata quella di rivoluzionare la fase distributiva cominciando ad acquisire catene di distribuzione e completando in questo modo il controllo della catena del valore”, ha spiegato il docente. In generale dalle parole di Costa emerge quindi l’immagine di un imprenditore che ha costruito il suo successo, abbinando un’estrema competenza relativa all’intera catena del valore a uno sguardo lungimirante. Il tutto senza trascurare un approccio creativo capace di valorizzare tutti quegli aspetti immateriali e simbolici legati alla percezione di un prodotto. Una caratteristica che ha permesso a Del Vecchio di essere un innovatore e di riuscire ad alzare continuamente l’asticella, affrontando con successo sfide imprenditoriali sempre nuove.  

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