L’industria del futuro è agile

“L’uomo crede di volere la libertà. In realtà ne ha una grande paura. Perché? Perché la libertà lo obbliga a prendere delle decisioni e le decisioni comportano rischi”. Si apre con le parole di Erich Fromm il libro di Claudio Saurin dal titolo La fabbrica agile. Lo sviluppo di prodotto nella Quarta rivoluzione industriale (Ayros, 2022). L’autore pone fin da subito l’accento sulla caratteristica fondamentale che le aziende, indipendentemente dalle dimensioni, dovrebbero possedere ossia la capacità di mettere al centro le persone e osare una trasformazione significativa che possa davvero consolidare l’industria del futuro.

L’agilità cui si fa riferimento dunque attiene alla possibilità di muoversi rapidamente, a un cambiamento di direzione totale che sia in grado di mettere da parte quel modello piramidale, che l’autore considera ormai desueto, per lasciare spazio a un sistema più fluido che fa perno sul team e che otterrebbe risultati concreti più soddisfacenti e in tempi molto più rapidi. “Si tratta di un approccio che mette veramente al centro le persone, che in tal modo si trovano in grado di esprimere al meglio il proprio talento lavorando in team insieme con altri profili con competenze diverse, così da generare prodotti di grande valore per i clienti e per l’azienda; e il tutto in tempi velocissimi.

Tutto ciò avviene già da qualche decennio nelle aziende che sviluppano software dove, per affrontare la sfida dello sviluppo di questi prodotti, è richiesta una forte cooperazione tra individui con competenze diverse. Questo nuovo paradigma apre le porte a un risultato positivo anche per le persone che vi partecipano innescando una sorta di logica win-win, come fa notare Saurin: “La cosa incredibile è stata infatti scoprirne l’outcome, ossia cosa ne venga in termini di risultati alle persone che partecipano al processo di sviluppo. In particolare la costruzione di un ambiente dove il rispetto reciproco e la cooperazione, che è ben più della semplice collaborazione fra le persone, permettono di abilitare un’effettiva auto-organizzazione, rendendo il proprio mondo del lavoro un luogo relazionale e valoriale dove ogni giorno si sente la voglia di andare per poter progettare e ragionare con il proprio team”.

La risposta alla necessità di dinamismo

In tema di produzione industriale ci si è spesso concentrati sull’efficienza dei processi tralasciandone l’efficacia. A oggi approcci waterfall e lean appaiono consolidati, ma offrono soluzioni parziali rispetto alle esigenze dello sviluppo nel mondo Vuca attuale, dove sono richieste flessibilità e capacità di adattamento a una realtà complessa e in continua evoluzione. “È necessario come mai prima d’ora gestire i rischi procedendo per piccoli passi in terreni a volte inesplorati, e muoversi con grande dinamismo”, scrive l’autore del libro.

L’agile diventa la risposta più adatta alla molteplicità delle variabili esistenti garantendo risultati straordinari da diversi punti di vista: in termini di velocità di sviluppo, qualità del prodotto e costruzione di ambienti di lavoro dove la creatività si sposa felicemente con il benessere.

Il libro di Saurin è molto concreto e vuole fornire strumenti operativi da applicare immediatamente, proponendo una modalità di sviluppo dei prodotti fisici basata sull’agilità che integra lean, waterfall e altre pratiche eliminando le barriere tra uffici e linee di produzione. Un sistema in cui ci si possa muovere liberamente, creativo e umano, dove dalle idee prendono vita prodotti di successo.

Claudio Saurin, fabbrica agile, produzione industriale

Valentina Magri

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