Lunga vita alle videocall (intelligenti)

Con le videocall ormai parte della quotidianità, video-fatica, problemi di connessione, interfacce disordinate e intoppi d’accesso sembrano essere problemi comuni. E destinati a farci ancora compagnia, perché la comunicazione da remoto non è destinata a lasciarci nel breve periodo. Anzi: il lavoro ibrido è il futuro per molte aziende e molti lavoratori, chiamati quindi abituarsi alla nuova collaborazione online.

È noto che 2021 è stato l’anno cruciale per il mercato degli strumenti per le video conferenze, soprattutto in seguito alla pandemia da Covid-19. Se già il decennio 2010-20 ha rappresentato un periodo d’oro per il lavoro da remoto (e quindi per gli strumenti di collaborazione online), con un incremento del 400% dei lavoratori che lavorano da casa almeno un giorno a settimana (come emerso da una ricerca di GetApp), anche i prossimi anni sono fondamentali per le sorti delle videocall: secondo uno studio di Global Marketing Insight, le conferenze online potrebbero crescere del 19% tra il 2020 e il 2026 e il mercato arrivare a 50 milioni di dollari entro lo stesso anno.

Tutti questi fattori hanno stimolato i provider di software a offrire un’esperienza più naturale, semplice e intuitiva per la comunicazione a distanza. Un modo per avvicinarsi all’obiettivo è quello di sfruttare i browser installati tanto sui Pc quanto sui dispositivi mobili, senza dover scaricare nulla e senza doversi preoccupare di aggiornamenti, accessi difficoltosi o problemi specifici di ogni piattaforma. Questa almeno è l’idea proposta da Pexip, presente nel mercato con un software scalabile e cloud native per videocall, fruibile esclusivamente da browser (in Italia la soluzione è stata di recente presentata dal CEO, Odd Sverre Østlie).

“Molto è cambiato da prima della pandemia”, ha confermato Østlie. “Oggi il video è utilizzato ogni giorno e anche quando usciremo dall’emergenza sanitaria probabilmente il lavoro sarà ibrido. Le meeting room dovranno quindi essere sia video sia fisiche, perché non si saprà chi sarà a casa e chi in presenza. Alcune persone potranno essere nella stanza, fisicamente, altre in video”. Questo aumento dell’utilizzo delle piattaforme per videocall può condurre anche un’altra conseguenza: la giusta pretesa, da parte degli utenti, di maggiore qualità.

Collegare in modo semplice i vari ambienti di lavoro

Per sviluppare le sue tecnologie per videoconferenze, integrate poi con i servizi video acquisiti grazie alla fusione con Videxio (nel 2019), Pexip è partita dalla Norvegia nel 2012. La sua principale caratteristica è la possibilità di integrare il programma con tutti i sistemi per le conferenze audio e video (da Cisco a Poly) e con tutti gli strumenti di collaborazione come Zoom, Slack e Microsoft Teams. Il tutto da browser.

La soluzione proposta è pensata proprio per ospitare riunioni video di alta qualità. Come ha sottolineato Fabio Sambrotta, Regional Sales Manager per l’Italia di Pexip, oggi la videoconferenza è la priorità anche per le aziende italiane, subito dopo la cybersecurity: “La pandemia ha acuito un aspetto già esistente, ovvero la capacità dello Smart working di attrarre e mantenere i talenti in azienda. Il video anche per questo motivo è diventato molto più importante del mero audio, nelle conferenze”.

Se fino a poco tempo fa, quindi, le conferenze erano le classiche telefonate in altoparlante attorno al ‘ragno’ in sala riunione, oggi a farla da padrona sono le videocall. “Ora tutti usano, hanno usato e useranno il video per parlare con colleghi, clienti, partner, familiari…”. E se spesso la comunicazione impone la necessità di dialogare anche tramite altri device (come gli smartphone). “L’azienda cosa può fare? Collegare in maniera semplice chi sta a casa con chi sta in ufficio, utilizzando ciò che ha già installato in sede e integrandolo con i software che i dipendenti possono usare da casa

Smart working, videocall, Pexip


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Sara Polotti

Sara Polotti è giornalista pubblicista dal 2016, ma scrive dal 2010, quando durante gli anni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (facoltà di Lettere e Filosofia) recensiva mostre ed eventi artistici per piccole testate online. Negli anni si è dedicata alla critica teatrale e fotografica, arrivando poi a occuparsi di contenuti differenti per riviste online e cartacee. Legge moltissimo, ama le serie tivù ed è fervente sostenitrice dei diritti civili, dell’uguaglianza e della rappresentazione inclusiva, oltre che dell’ecosostenibilità.

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