Promuovere la cultura della sicurezza sul lavoro misurando gli sforzi di tutti

Durante la pandemia sono emerse nuove esigenze di sicurezza e di protezione della salute e tutte le organizzazioni si sono impegnate per creare un ambiente di lavoro sicuro e attento al benessere delle loro persone. In occasione della Giornata mondiale della salute e della sicurezza del lavoro, che si celebra il 28 aprile, riproponiamo un estratto dell’articolo di Giuseppe Bellandi e Nicola Marotta, dal titolo “Proposta di modello di monitoraggio innovativo della performance di salute e sicurezza nelle aziende e pubbliche amministrazioni”, pubblicato sul numero 255 di Sviluppo&Organizzazione Agosto-Settembre 2013.

Nonostante la legislazione inerente la salute e la sicurezza negli ambienti di lavoro tuteli già di per sé le risorse umane e soddisfi le esigenze fondamentali, un impegno concreto verso un miglioramento della performance di salute e sicurezza può garantire un ulteriore apporto di idee, impegno, fedeltà, aumentando la capacità di gestione aziendale.

È noto infatti che il modello attuale in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro che fa perno sul D.Lgs 81/2008 (testo unico sulla sicurezza) ha portato alla creazione di un circolo vizioso perché ha attivato un’inerzia organizzativa di tipo reattivo, il sistema reagisce all’errore ma non è in grado di porvi rimedio in modo proattivo. Una volta verificatosi l’incidente si tende alla ricerca del colpevole e questo attiva una normale difesa da parte dei membri del sistema che tendono a nascondere le loro azioni rischiose per paura di essere sanzionati.

Si tratta di una serie di mancati apprendimenti che vengono rilevati e puniti, ma che non fanno crescere il sistema, e non solo lo rendono statico, ma, creando nell’intera organizzazione una cultura della colpa (blame culture), lo fanno regredire verso una sempre più pericolosa propensione all’errore e all’incidente. Al contrario ciò che serve è una no blame culture, ovvero una cultura della non colpevolezza del singolo individuo, in quanto le principali cause e i fattori contribuenti al verificarsi di eventi avversi, sono da ricondursi a livello di sistema e di processo, una cultura che favorisca l’analisi trasparente degli eventi occorsi in quanto l’obiettivo del sistema di monitoraggio è quello di imparare da essi e mettere in atto le azioni e i cambiamenti che ne riducano la probabilità di accadimento.

La cultura della colpa, in quest’ottica, lascia spazio alla cultura dell’apprendere dagli errori, volta al miglioramento di un sistema aziendale, che costituisce il fondamento di tutte le metodologie per la gestione del rischio tecnologico e della sicurezza dei lavoratori. Quest’aspetto culturale diventa pertanto un parametro oggettivo di valutazione del personale. Il modo per tradurre questi obiettivi in fatti concreti è quello di progettare e implementare un processo strutturato che consenta di definire e misurare obiettivi, indicatori e target coerenti con le strategie dell’ente, fornendo un concreto sistema di performance management che costituisce un ulteriore passo in avanti nei confronti del management quantitativo.

Cultura della sicurezza come obiettivo

La valutazione e il controllo delle prestazioni relative alla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro costituisce uno degli elementi fondamentali per evitare incidenti e infortuni e in generale elevare il livello di clima e cultura di sicurezza in una organizzazione. È la cultura della sicurezza insieme al clima di sicurezza di una organizzazione che “influenza la distribuzione e l’efficacia della gestione delle politiche, risorse, pratiche e procedure di sicurezza” (Kennedy e Kirwan, 1998).

Cox e Flin (1998) suggeriscono di attivare delle misurazioni della cultura della sicurezza per registrare cambiamenti significativi nei luoghi di lavoro in riferimento alle prestazioni di sicurezza. Valutare la cultura della sicurezza e il clima di sicurezza su basi scientifiche è dunque essenziale per raggiungere questo obiettivo. Su questo punto permangono, a vari livelli, delle ambiguità di interpretazioni, che sarebbe opportuno sgomberare attraverso alcune precisazioni.

La prima è che la definizione di cultura della sicurezza e clima di sicurezza tendono a essere simili; la cultura della sicurezza è un termine generalmente visto come assorbente il clima di sicurezza Glendon e McKenna, (1995). La seconda è che la cultura della sicurezza al pari del clima di sicurezza deve essere interpretata come un ‘prodotto’, una proprietà emergente di un sistema sociotecnico, il risultato finale di un processo di ‘sforzo collettivo’ di costruzione, un ‘fare’ che coinvolge persone, tecnologie e forme testuali e simboliche assemblate nell’ambito di un sistema di relazioni materiali che determinano la salute organizzativa.

Per capire come si può raggiungere all’interno di un’organizzazione un elevato livello di salute e sicurezza, è necessario misurare questo sforzo. All’interno di un ambiente di lavoro è dunque possibile attuare un processo che si basa su tecniche di misurazione dello sforzo che ciascun lavoratore impiega per migliorare le condizioni di salute e sicurezza. A un certo grado di cambiamento degli atteggiamenti verso alcune situazioni di miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza (condivisione interventi, velocità di attuazione degli interventi, priorità degli interventi, ecc.) è possibile registrare un aumento o una diminuzione della cultura della sicurezza, consentendo così di potere identificare in modo precoce una degradazione della sicurezza in seno all’organizzazione al fine di porvi rimedio.

Poiché è provato che negli ambienti di lavoro, come del resto in molte altre attività, molti infortuni si verificano a causa di comportamenti inadeguati e non solo per carenza di dispositivi o per condizioni insicure, è evidente il vantaggio di una metodologia per monitorare l’esecuzione costante dei comportamenti di sicurezza. Valutare le prestazioni sulla sicurezza corrisponde, in ultima analisi, a misurare il livello di cultura della sicurezza attraverso lo sforzo che ogni persona spende per cercare di conseguirla. Così facendo il raggiungimento di elevati livelli di cultura della sicurezza può essere visto come l’obiettivo di miglioramento dei livelli di salute sicurezza del lavoro e performance.

L’articolo originale è stato pubblicato sul numero di Agosto-Settembre 2013 di Sviluppo&Organizzazione.
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