Se il robot ci ruba solo i lavori faticosi

La collaborazione uomo-macchina si diffonde anche nel settore della Sanità.

Quella dei robot collaborativi è un’innovazione sempre più diffusa nelle aziende, soprattutto nel settore Manifatturiero. L’automazione permette agli operatori di non dover più eseguire mansioni ripetitive e faticose, che possono – talvolta – persino comportare patologie cliniche. Questa tecnologia si sta facendo largo anche nel settore medicale, come dimostra YuMi, il robot collaborativo progettato dal Politecnico di Milano in collaborazione con la società Abb e l’Istituto Europeo di Oncologia (Ieo) in grado di analizzare 450 campioni di sangue all’ora.

Con l’arrivo della pandemia Covid-19, i test sierologici hanno assunto un’importanza vitale. Si pensi che per ogni test effettuato su un singolo paziente, un tecnico di laboratorio deve azionare il pistoncino della micropipetta ben otto volte: il pollice umano deve fare circa due centimetri di corsa con una forza di 1,5 chilogrammi. Effettuare migliaia di test, come accade oggi in tempo di Covid, significa che l’operatore deve eseguire quel movimento ripetitivo migliaia di volte: un gesto impegnativo, stressante e usurante che può comportare patologie specifiche come l’infiammazione del tendine, che mantiene il dito in posizione sollevata.

Per agevolare questa mansione, il gruppo guidato da Andrea Zanchettin, del Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria del Politecnico, ha progettato un’applicazione che permette a YuMi di automatizzare il pipettaggio delle piastre a pozzetti usate nei test sierologici. Il test sierologico vero e proprio, invece, è stato messo a punto nei laboratori dello Ieo di Milano sulla base di un protocollo elaborato all’ospedale Mount Sinai di New York.

A regime, YuMi potrebbe essere in grado di automatizzare fino al 77% delle operazioni necessarie per svolgere i test e analizzare fino a 450 campioni all’ora: un aiuto importante per supportare gli ospedali nei test sierologici per il coronavirus.

“In questi mesi abbiamo visto un notevole incremento della domanda di test diagnostici”, racconta Zanchettin a Parole di Management. “La domanda che ci siamo posti è stata: ‘Come farne di più?’. Pensiamo al fatto che in Italia ci sono grandi ospedali con importanti capacità di analisi, ma allo stesso tempo altre strutture diffuse nella provincia non hanno abbastanza risorse per investire in automazione”.

Costi ridotti e facilità di utilizzo

In funzione della domanda crescente, una macchina di questo tipo “può aiutare a sopperire alla carenza di risorse perché l’investimento è molto più basso rispetto a quello necessario per un macchinario di automazione al 100%”. YuMi è, infatti, un robot collaborativo che non sostituisce totalmente la componente umana, ma svolge le attività ripetitive, stancanti, usuranti e a basso valore aggiunto.

Il robot è prodotto da Abb, che ha una collaborazione strategica con il Politecnico di Milano denominata Joint Research Center, ed è una macchina multifunzione che può trovare applicazione sia in ambito industriale sia in diversi contesti operativi, come ospedali e laboratori di analisi, assicurando ripetitività. YuMi è inoltre certificato per lavorare in camera bianca (ISO 5).

L’auspicio di Zanchettin è che “anche nella Sanità, dove ho trovato le stesse motivazioni ed entusiasmo del Manifatturiero nei confronti di questa tecnologia, vedremo sempre più robot collaborativi”. La facilità di utilizzo e la possibilità di configurazione in tempi rapidi rendono infatti questa automazione molto appetibile anche al settore medicale.

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Gabriele Perrone

Gabriele Perrone, giornalista professionista con oltre 10 anni di esperienza, è redattore della casa editrice ESTE. Nel corso della sua carriera ha lavorato per importanti gruppi editoriali, dove ha maturato competenze sia in ambito redazionale sia nelle pubbliche relazioni. Negli anni si è occupato di economia, politica internazionale, innovazione tecnologica, management e cultura d'impresa su riviste cartacee e giornali online. Ha presentato eventi e ha moderato tavole rotonde con protagonisti manager di aziende di fronte a professionisti di vari settori in location di alto livello. Tra le sue esperienze lavorative precedenti, ci sono quelle al quotidiano online Lettera43.it e in LC Publishing Group, oltre a numerose collaborazioni con testate italiane e straniere, da Pambianco all'Independent. Laureato in Lettere moderne presso l'Università degli Studi di Milano, ha conseguito un postgraduate diploma alla London School of Journalism.

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