Emilia-Romagna, digitale e internazionalizzazione per la ripartenza

La crisi economica innescata dall’emergenza sanitaria impone alle imprese un ripensamento delle proprie capacità organizzative e gestionali e un salto in avanti sul fronte dell’innovazione. Per ingranare davvero la ripartenza, il sistema produttivo italiano deve diventare sempre più interconnesso, intelligente, sicuro. E capace di puntare sul digitale per spalancare le porte all’innovazione.

Parole di Management racconta come le imprese italiane stanno affrontando l’era post-Covid territorio per territorio, pubblicando le storie della ripresa nella sezione “Fabbrica e Futuro?”. Inoltre il quotidiano è Media Partner di FabbricaFuturo, il progetto multicanale della casa editrice ESTE che fa tappa in varie città italiane per capire qual è la ricetta per il rilancio del Manufacturing. E dopo la tappa di Lecco del 4 giugno 2020 (leggi come le aziende del Lecchese stanno ripartendo), l’11 giugno 2020 FabbricaFuturo arriva a Bologna: qui si raccontano alcune realtà del territorio come Chiesi Italia, Tetra Pak, Iris Ceramica e Rolleri.

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https://www.este.it/eventi-per-data/765-fabbrica-futuro-bologna-2020.html

Per comprendere i trend macroeconomici dell’Emilia-Romagna, Parole di Management si è affidata ai dati elaborati da Cribis, società del Gruppo Crif e parte del Dun & Bradstreet Worldwide Network, l’alleanza tra fornitori locali di business information. Secondo l’analisi della società specializzata in informazioni commerciali su aziende italiane ed estere, nella regione sono 417.309 le imprese attive, maggiormente concentrate nelle province di Bologna (89.302), Modena (65.359) e Reggio Emilia (50.121).

A Bologna il 25% di aziende con buona attitudine digitale

Gli elementi chiave per la ripartenza restano, però, sempre la digital attitude e e l’internazionalizzazione. L’analisi di Cribis individua un buon numero di imprese emiliano-romagnole che ottengono ottimi punteggi in entrambi gli ambiti.

L’attitudine digitale misura gli investimenti in Digital Marketing e per la Digital transformation, ma anche la copertura della banda larga nel Comune in cui ha sede l’azienda e l’utilizzo del canale Internet per il business (sia sotto forma di sito web, purché strutturato, efficace e aggiornato, sia sul fronte dell’attività di ecommerce).

A Bologna sono 6.741 le imprese con punteggi elevati, un quarto delle imprese con l’attitudine digitale più elevata di tutta Italia. Seguono Modena, con 4.194 imprese a pieni voti e Rimini, dove a ottenere una buona valutazione sono 3.069 aziende. Proprio in questa provincia si concentra la percentuale più alta a livello regionale: il 9,1% delle imprese emiliano-romagnole a più alto score ha sede nel Riminese.

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La digital attitude delle imprese in Emilia-Romagna, secondo i dati di Cribis

A Modena le imprese più aperte all’internazionalizzazione

Determinante per aiutare le aziende della Regione ad affrontare la crisi potrebbe essere anche l’abitudine, ormai consolidata sul territorio, di rivolgere lo sguardo all’estero. In questo caso il primato spetta a Modena e Reggio Emilia, che portano a casa rispettivamente l’8,2% e l’8% di aziende maggiormente votate all’internazionalizzazione.

L’analisi di Cribis tiene conto, in questo caso, di differenti fonti informative, dalle Camere di Commercio ai bandi del Mise, dall’appartenenza a un gruppo societario ai rapporti con la Pubblica amministrazione. In numeri assoluti, tra le più aperte all’internazionalizzazione, le più numerose sono le aziende bolognesi: 5.933 (ben il 23,5% delle imprese italiane con score superiore), contro le 5.068 di Modena.

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L’internazionalizzazione delle imprese in Emilia-Romagna, secondo i dati di Cribis

Le imprese dell’Emilia-Romagna si confermano inoltre in linea con le abitudini di tutto il Nord Est quanto a tempistiche dei pagamenti. Il 43,6% delle aziende paga le fatture alla scadenza e poco meno della metà (49,6%) onera i propri debiti entro 30 giorni. Soltanto il 6,8% supera il mese di ritardo. Le più puntuali sono le aziende di Reggio Emilia, con il 47,4% di pagamenti alla scadenza. Più ‘ritardatarie’ le imprese di Piacenza: meno del 40% salda entro il termine e l’8,6% paga oltre i 30 giorni.

I numeri sono comunque positivi rispetto alla media nazionale: in Italia appena il 34,9% ha l’abitudine di pagare le fatture alla scadenza, il 54,5% salda di regola dopo 30 giorni e il 10,6% supera anche questo termine.

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Le abitudini di pagamento delle imprese in Emilia-Romagna, secondo i dati di Cribis

digitale, internazionalizzazione, ripartenza, Emilia-Romagna, pagamenti


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Giorgia Pacino

Articolo a cura di

Giornalista professionista dal 2018, da 10 anni collabora con testate locali e nazionali, tra carta stampata, online e tivù. Ha scritto per il Giornale di Sicilia e la tivù locale Tgs, per Mediaset, CorCom - Corriere delle Comunicazioni e La Repubblica. Da marzo 2019 collabora con la casa editrice ESTE. Negli anni si è occupata di cronaca, cultura, economia, digitale e innovazione. Nata a Palermo, è laureata in Giurisprudenza. Ha frequentato il Master in Giornalismo politico-economico e informazione multimediale alla Business School de Il Sole 24 Ore e la Scuola superiore di Giornalismo “Massimo Baldini” all’Università Luiss Guido Carli.

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