Comunicazione e allineamento costante di Vertiv per gestire il personale anche a distanza

Durante il lockdown, l’azienda si è attivata per mantenere il contatto con il personale e ha investito in nuovi talenti.

Comunicazione continua, soprattutto durante il lockdown, ma anche un approccio di gestione capillare delle Risorse Umane e grande attenzione alla selezione di nuovi talenti. Sono questi i punti di forza che hanno permesso a Vertiv, fornitore che coniuga hardware, software e servizi per assicurare la continuità e l’ottimizzazione operativa delle infrastrutture critiche, di attuare in poco tempo una strategia di Smart working che è sopravvissuta con successo all’emergenza.

A febbraio 2020, infatti, l’azienda non aveva ancora adottato una policy precisa in merito al lavoro agile. Era consentito in determinati momenti o in presenza di particolari criticità manifestate dai dipendenti, ma non erano ancora stati definiti criteri e regole per la sua attivazione. Con l’avvento del lockdown, la situazione è cambiata in fretta e Vertiv si è attivata sin da subito. A fine febbraio esisteva già un comitato di crisi, composto da Responsabile sicurezza, HR e leader delle diverse funzioni aziendali. “La priorità è stata mettere le persone in condizione di continuare a lavorare da remoto e disponevamo già di tutte le tecnologie per farlo”, racconta Caterina Schiavon, HR Manager di Vertiv per l’Italia.

Nessuna interruzione di servizio, dunque: chi aveva già un laptop in dotazione ha operato in continuità, chi utilizzava una desktop ha potuto portarsi il computer fisso a casa, prontamente riadattato dalla funzione IT con collegamento tramite Vpn. L’assistenza ai clienti si è mantenuta costante: al di là dei data center delle imprese private, si trattava infatti di continuare a fornire sostegno e alimentazione a strutture critiche, come cliniche e ospedali. “In questa situazione, in cui abbiamo sperimentato in modo così esteso il lavoro da remoto, abbiamo iniziato a ragionare insieme con l’IT, il comitato di sicurezza e i colleghi della Vertiv Academy su quali tipi di supporto e di cambiamento culturale fossero necessari per poter gestire al meglio i collaboratori da remoto”, spiega Schiavon.

Caterina Schiavon, HR Manager di Vertiv per l’Italia

Dal coffee ai meeting esclusivamente virtuali  per mantenere la comunicazione

Oltre agli incontri bisettimanali con tutti i manager per assicurare puntualmente le informazioni sulla gestione della pandemia e sulle misure di sicurezza adottate, Vertiv ha avviato percorsi di formazione e supporto a ogni responsabile per la gestione da remoto del proprio team di lavoro. Per condividere le best practice del lavoro agile, è stato istituito anche un incontro mattutino quotidiano per ogni team, ribattezzato “virtual coffee”: uno modo per rimanere connessi e allineati per lavorare meglio anche a distanza. La divisione commerciale Italia si è poi inventata Radio Country Italy, un meeting virtuale di un’ora per fare il punto sulle attività e sentirsi anche un po’ più vicini.

“La grande maggioranza delle nostre persone è riuscita a essere produttiva nonostante il lavoro da remoto”, continua la HR Manager. “Molti, anzi, hanno lavorato in modo ancora più produttivo rispetto a quanto facessero in azienda, perché sono riusciti a conciliare maggiormente la vita personale e quella lavorativa”. Sono tutte informazioni che la responsabile delle Risorse Umane ha ricavato dalla distribuzione di un apposito sondaggio, inviato ai dipendenti per conoscere benefici e ostacoli incontrati in questa prima esperienza di Remote working. “Abbiamo raccolto elementi utili che ci hanno permesso di decidere come proseguire nei mesi successivi. Anche al termine del primo lockdown, abbiamo permesso massima flessibilità a livello di team di decidere se ritornare in ufficio o continuare a lavorare da remoto”.

Mentre la sede italiana stava reagendo alla situazione contingente, anche a livello internazionale è iniziata una riflessione. Vertiv Group ha cominciato, infatti, a lavorare alla progettazione di criteri e policy per il lavoro agile anche nel periodo post Covid. L’approccio prescelto si basa su una modulazione dello Smart working in base alla natura dell’attività svolta e sulla definizione di quattro macrocategorie: onsite worker, che operano necessariamente in sede; flex e remote worker, per i quali la percentuale di lavoro da remoto cambia al variare dell’attività; e, infine, mobile worker, che rappresentano un’ampia categoria e comprendono, per esempio, i customer engineer che operano all’esterno a supporto dei clienti o i sales engineer che lavorano spesso in trasferta.

Dalla direzione ai manager, una gestione capillare delle Risorse Umane

Per garantire il dialogo e l’allineamento continuo tra manager e collaboratori, Vertiv si avvale di uno strumento di gestione delle Risorse Umane fondato sulla condivisione delle informazioni. Due anni fa l’azienda ha, infatti, introdotto la piattaforma online Betterworks, uno strumento che pone la gestione delle persone non solo in capo alla Direzione o al Responsabile del personale, ma coinvolge tutti i manager e i responsabili di un team. Betterworks va a integrare tre aspetti: la condivisione degli obiettivi strategici dell’azienda, la comunicazione trasparente tra manager e collaboratore, e la valutazione delle performance.

A partire dal CEO del gruppo e poi a cascata per singoli manager di funzione, ognuno può vedere quali sono gli obiettivi strategici, declinati a seconda dell’attività di ciascun livello. Periodicamente  tutti inseriscono e aggiornano i propri obiettivi e anche i relativi risultati, creando un allineamento verticale per l’azienda e orizzontale per il team e i colleghi di diverse funzioni che collaborano a uno stesso progetto. “Il fatto di poter collegare gli obiettivi porta ad avere una visione di insieme su ciò che stiamo facendo e ciò che vogliamo ottenere, un elemento fondamentale per lavorare in squadra e permettere all’azienda di continuare a crescere”, dice Schiavon.

Se in un sistema tradizionale di performance management la comunicazione formale tra manager e collaboratore avviene di regola una volta l’anno, il sistema adottato da Vertiv prevede invece conversazioni formali trimestrali. Nel sistema vengono inserite le risposte a tre aspetti, rivolte a entrambe le parti e focalizzate su start, stop and continue: cosa funziona nel rapporto continuativo, cosa è bene iniziare a fare per migliorare, cosa è meglio smettere perché non funziona più o non permette di lavorare in modo efficace. “È stato un cambio culturale: il fatto di avere conversazioni ogni tre mesi permette di non fermarsi a un’unica valutazione finale sul collaboratore. Al contrario, la valutazione si costruisce nel corso dell’anno e non viene svolta solo dal manager: questi, infatti, può raccogliere i cosiddetti stakeholder feedback sul collaboratore anche da parte di altri manager e colleghi. La scelta degli stakeholder viene presa insieme, in un sistema che si autoalimenta e continua a far crescere il lavoro di gruppo”.

Investimenti in Ricerca & Sviluppo, a partire dai giovani

L’azienda ha deciso, quindi, di investire in innovazione e tecnologie, ma anche nelle persone. Dall’inizio del primo lockdown, Vertiv in Italia ha inserito 20 persone in ambito Ricerca & Sviluppo, tra ingegneri meccanici, termodinamici, esperti sul controllo energetico, elettronici, elettrotecnici e progettisti disegnatori CAD per lo sviluppo del prodotto. In totale, considerando anche le altre funzioni, sono 40 le nuove figure entrate a far parte della famiglia Vertiv e sono ancora aperte 17 posizioni, di cui 8 dedicate sempre al rafforzamento del dipartimento R&D.

Ottimi numeri per un’azienda che in Italia conta al momento circa 600 persone, distribuite su quattro sedi: quelle commerciali di Milano e Roma, quella produttiva di Piove di Sacco (Padova) che, oltre ad essere l’headquarter di Vertiv in Emea, ospita anche il team di R&D e il Customer Experience Center per il Thermal Management, e la sede di Castel Guelfo (Bologna) dove si trovano invece il team di R&D e il Customer Experience Center per l’AC Power, nonché l’headquarter per Emea dell’Academy aziendale che crea e organizza corsi di formazione specializzati per sviluppare le conoscenze e l’esperienza dei dipendenti di Vertiv e dare così un ulteriore valore aggiunto ai nostri clienti.

Stiamo puntando molto sui giovani: crediamo nella loro creatività, nel loro spirito resiliente e nelle loro passioni”, spiega la manager. “Già qualche anno fa abbiamo introdotto il programma Vertiv Next Generation, rilanciato anche quest’anno, che ha l’obiettivo di inserire a livello europeo giovani neolaureati da far crescere come Sales Engineer o specialisti nel Product Marketing”.

Anche negli ultimi mesi di lavoro da remoto forzato, alcune persone hanno iniziato il proprio percorso in azienda, sebbene a distanza. Hanno seguito perciò un programma di on-boarding online con presentazioni digitali per imparare a conoscere l’azienda, i valori del management e le diverse linee produttive. I nuovi assunti vengono comunque seguiti nel loro percorso di inserimento e invitati a meeting e molteplici momenti di formazione. “È un’occasione per favorire la conoscenza e il networking sul lavoro”.

Smart working, gestione risorse umane, Vertiv, lockdown


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Giorgia Pacino

Articolo a cura di

Giornalista professionista dal 2018, da 10 anni collabora con testate locali e nazionali, tra carta stampata, online e tivù. Ha scritto per il Giornale di Sicilia e la tivù locale Tgs, per Mediaset, CorCom - Corriere delle Comunicazioni e La Repubblica. Da marzo 2019 collabora con la casa editrice ESTE. Negli anni si è occupata di cronaca, cultura, economia, digitale e innovazione. Nata a Palermo, è laureata in Giurisprudenza. Ha frequentato il Master in Giornalismo politico-economico e informazione multimediale alla Business School de Il Sole 24 Ore e la Scuola superiore di Giornalismo “Massimo Baldini” all’Università Luiss Guido Carli.

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