
Essere felici e motivati per produrre di più
Negli ultimi decenni, il management ha subìto una trasformazione radicale, passando da strutture gerarchiche rigide a modelli più collaborativi e orientati al benessere dei dipendenti. Questa evoluzione può essere sintetizzata in tre fasi principali: Management 1.0, 2.0 e 3.0.
Il Management 1.0 si basa su una struttura gerarchica rigida, con controllo centralizzato e decisioni prese dai livelli superiori senza coinvolgimento dei dipendenti. Questo sistema garantisce efficienza a scapito della creatività e della motivazione individuale. Il Management 2.0 enfatizza la collaborazione e il coinvolgimento dei dipendenti, promuovendo un ambiente più aperto e partecipativo. Tuttavia, la mancanza di una corretta implementazione può portare a inefficienze, poiché le strutture organizzative potrebbero non supportare adeguatamente questo nuovo paradigma.
Il Management 3.0 si concentra sulla creazione di un ambiente di lavoro che promuove felicità e motivazione tra i dipendenti. Questo approccio va oltre il semplice coinvolgimento, puntando a un benessere integrato che rende i dipendenti più produttivi, creativi e proattivi. A differenza dei modelli precedenti, il Management 3.0 adotta una visione olistica, applicando princìpi derivati da vari campi scientifici come la psicologia positiva, le neuroscienze, la biologia e l’economia.
Secondo Deloitte, il 95% dei responsabili HR identifica lo stress come il principale problema di salute mentale nelle organizzazioni. Le spese per l’assistenza sanitaria sono quasi del 50% superiori in contesti ad alto stress. L’Agenzia europea per la Sicurezza e la salute sul lavoro stima che la perdita di produttività, incluso l’assenteismo per malattia, ammonta a 136 miliardi di euro. Lo stress è responsabile tra il 60% e l’80% degli incidenti sul lavoro e oltre l’80% delle visite mediche. Uno studio di Gallup evidenzia che l’engagement degli italiani (5%) resta inferiore alla media europea (13%) e globale (23%). Le aziende con bassi livelli di engagement registrano cali del fatturato del 32,7%, il 37% in più di assenteismo, il 49% in più di incidenti e il 60% in più di errori.
La felicità dei lavoratori è supportata da solide evidenze scientifiche. Le ricerche recenti dimostrano che la positività e il benessere migliorano le performance aziendali. Uno studio di McKinsey rivela che le aziende con strategie di benessere ben definite possono aumentare l’Ebitda fino al 18%. Inoltre, una cultura aziendale positiva può incrementare l’innovazione fino al 300%, ridurre il turnover fino al 55%, diminuire l’assenteismo per malattia fino al 66% e aumentare le vendite fino al 37%.
Il modello culturale dell’organizzazione positiva è essenziale per superare i limiti dei modelli precedenti e raggiungere i risultati del Management 3.0. Le Org+ adottano i princìpi della scienza della felicità, integrando contributi da psicologia positiva, neuroscienze, biologia ed economia.
Uno studio condotto da Anna Nyberg dell’Istituto Karolinska ha mostrato un legame tra tipologie di leadership e malattie cardiache nei dipendenti. I leader che creano ambienti stressanti sono dannosi per la salute dei collaboratori. È necessario orientarsi verso una leadership positiva, comprendendo che la felicità è una competenza. La ricerca della psicologa Sonja Lyubomirsky dimostra che la felicità dipende per il 50% dai geni, per il 10% dalle circostanze di vita e per il 40% dai comportamenti consapevoli. Molti credono che il successo conduca alla felicità, ma è la felicità che porta al successo. Quando il cervello è in uno stato positivo, la produttività aumenta del 31% grazie alla dopamina, che ci rende più felici e potenzia le capacità di apprendimento.
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