I CEO si ricordano delle persone

Tremila amministratori delegati, da 50 nazioni, in 26 settori. Un’unica risposta: capitale umano. Lo studio IBM Find you essentials 2021 parla chiaro: per i CEO di tutto il mondo la priorità durante la pandemia e per la ripartenza è la cura del benessere e della qualità della propria forza lavoro, cogliendo il lato positivo dei cambiamenti imposti dalla pandemia.

L’Italia non sfugge a questa logica: i vertici aziendali delle imprese del nostro Paese considerano prioritario il benessere dei dipendenti (54%) e tra le misure più recenti adottate in questa direzione c’è stato il potenziamento dello Smart working nel 2020 (66% in Italia contro il 70% a livello mondiale). E per il futuro i CEO delle aziende più performanti, quelle con una crescita di fatturato maggiore nei tre anni appena trascorsi, puntano su talento, tecnologia e partnership.

La questione dell’organizzazione del lavoro è al centro dell’attenzione. Il virus ha costretto le aziende a gestire una forza lavoro distribuita e si è visto che il ricorso allo Smart working è stata una delle leve più utilizzate. E il trend è destinato a restare stabile anche per il futuro, almeno secondo la metà dei CEO coinvolti nello studio.

La stessa ricerca ha evidenziato come i leader aziendali dovrebbero cogliere l’opportunità di offrire un ambiente di lavoro ibrido nel lungo periodo, che si traduce nel dotare i dipendenti di strumenti digitali e abilitati dal cloud per favorire la collaborazione, prevenire il burnout (crollo psicologico) e promuovere la cultura aziendale.

Del resto, un’altra indagine IBM condotta su oltre 14mila interviste a livello globale ha rivelato che la metà dei lavoratori intervistati mette il lavoro flessibile davanti ad aumenti di stipendio o avanzamenti di carriera. La necessità di un orario di lavoro più flessibile potrebbe addirittura portare un quarto dei dipendenti al licenziamento per cercare luoghi di lavoro più in linea con le loro esigenze.

Il benessere è preferito all’inclusione

Proprio per evitare una pericolosa perdita di capitale umano, il 77% dei CEO più performanti ha riferito che darà la priorità al benessere dei dipendenti anche se ciò può influire sulla profittabilità a breve termine dell’azienda. In questo i Top manager italiani si allineano alle best practice internazionali, con più della metà intenzionata a seguire la stessa logica contro il 47% della media globale.

Invece le politiche di inclusione non sembrano riscontrare molto successo: solo il 17% dei CEO intervistati ha classificato la diversità e l’inclusione tra i criteri organizzativi più importanti per coinvolgere i dipendenti. Si distinguono anche stavolta in positivo gli italiani, sopra la media con il 24%.

“La pandemia di Covid-19 ha imposto a molti leader di focalizzarsi su ciò che è essenziale, come le proprie persone”, ha dichiarato Mark Foster, Senior Vice President IBM Services. “Le aspettative di molti dipendenti nei confronti dei loro datori di lavoro sono cambiate in modo significativo. La gestione della forza lavoro distribuita richiede l’adozione di tecnologia agile e modelli di leadership più empatici, oltre che la promozione di una cultura flessibile e inclusiva”.

Costruire ecosistemi di partnership e di tecnologie

Oltre a una gestione e conservazione del capitale umano, i 3mila Top manager intervistati nello studio hanno indicato come prioritari partnership e innovazione tecnologica. Secondo i dati emersi, i CEO di maggior successo ripongono grande fiducia nelle partnership: il 63% ritiene che la collaborazione in ottica di ecosistema possa influire positivamente sulle performance aziendali.

Poter contare su una rete di partner, inoltre, permette a ciascuna organizzazione di esprimere al meglio le proprie competenze e capacità, favorisce il confronto e dà impulso all’innovazione. Scegliere piattaforme tecnologiche flessibili e scalabili come l’open hybrid cloud, investire nel benessere delle risorse, stringere partnership e adottare un approccio di open innovation.

Sulla tecnologia gli amministratori delegati italiani si mostrano più saggi della media globale, avvicinandosi alle posizioni dei loro omologhi più performanti: cloud, AI e Internet of Things sono indicati come strategici rispettivamente dal 73%, dal 48% e dal 79% dei CEO del nostro Paese. Queste innovazioni sono considerate necessarie per affrontare le sfide più sentite dai Top manager italiani: due top manager su tre indicano la tecnologia e le preoccupazioni normative come i principali fattori esterni che influenzano il loro business.

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