Imprese senza confini

Andare oltre i confini, soprattutto in azienda, è la filosofia del libro Sconfinare (ESTE, 2023) scritto da Pier Luigi Celli, ex Direttore Generale della Rai e dell’Università Luiss Guido Carli, oggi Presidente di Sensemakers, società che offre servizi di consulenza e prodotti in ambito Digital basati su Big data e Analytics. Nelle pagine del libro, l’autore propone le sue riflessioni in merito alla ‘normalità’ di un tempo, definitivamente scomparsa a causa del carattere ricorrente delle crisi e analizza l’avanzare di un cambio di paradigma all’interno delle imprese che abbraccia la nuova complessità.

Come principali fattori definiti “disruptive”, secondo l’autore, ci sono volatilità e complessità crescente dei contesti, diffusione delle tecnologie di Rete (digitale, piattaforme e Machine learning) e dispersione territoriale dei luoghi di lavoro. Questi elementi hanno messo in discussione le strutture gerarchiche fossilizzate in rapporti precisi di comando e dipendenza all’interno di confini chiari e delimitati. In questi sistemi, i soggetti si erano adattati a farsi guidare in funzione degli obiettivi aziendali, rinunciando però a quelli che potevano essere considerati i loro propri fini. E oggi che regnano incertezza e variabilità, gli schemi e i processi precostituiti non trovano più spazio.

Ecco che serve l’avvento della mentalità nuova di cui parla Celli: “Il cambio di cultura necessario è evidente e coinvolge un ripensamento non solo degli strumenti organizzativi a disposizione, ma, soprattutto, una diversa valutazione della qualità del personale da impiegare”, spiega nelle pagine del suo libro l’autore che nella sua lunga carriera manageriale ha anche ricoperto gli incarichi di Senior Advisor dell’Amministratore Delegato in Poste Italiane e di Senior Advisor Corporate Identity, Comunicazione e Relazioni Istituzionali in Unipol.

La ridondanza per valicare i confini

In questa nuova condizione, Celli riflette infatti che l’efficacia di un potere verticale è sempre più sotto attacco, mentre sono proprio le persone ad avanzare nel caos e a fronteggiare le emergenze. Da qui la necessità di sconfinare verso il basso, cioè verso i collaboratori: “Se non è riconosciuta loro, accanto alle nuove responsabilità che la complessità dei mestieri comporta, anche una pari delega di autonomia, e la distribuzione di quote di potere decisionale proporzionali ai rischi da affrontare, è chiaro che non saranno i maquillage organizzativi a fare la differenza”.

Davanti all’imprevedibilità degli eventi, le imprese si trovano a un bivio, di fronte al quale, secondo Celli, non è possibile scegliere una strada o l’altra, cioè innovare radicalmente o affidarsi agli strumenti che hanno sempre funzionato: “Bisogna abbracciare entrambe le vie di uscita, far convivere due impostazioni tendenzialmente antagoniste nella stessa macro-organizzazione. E poi approssimare, via via, le modalità di connessione reciproca, convincendosi che non c’è una soluzione univoca a disposizione in grado di garantire tranquillità gestionali, ormai perse per sempre”.

“Ordine” e “disordine” – ai due termini è dedicato un capitolo intero – sono sempre più le condizioni abituali del mercato e, per non generare ulteriore caos, “l’unico vaccino disponibile” è la capacità delle imprese di valorizzare la ridondanza, cioè le capacità che appaiono superflue, ma che possono essere fondamentali quando le tematiche si intrecciano. Bisogna, in definitiva, coltivare la capacità di sconfinare: “Questa è la soluzione, ma serve solo una buona dose di coraggio per sconfinare; ricucire, nell’esperienza dell’andare ‘al di là’, il senso e la scoperta delle ricchezze molteplici che ruotano intorno ai confini slabbrati delle nuove terre mobili dell’impresa”, è l’invito di Celli.

Pier Luigi Celli, Sconfinare, complessità organizzativa


Alessia Stucchi

Alessia Stucchi

Alessia Stucchi è giornalista pubblicista. Laureata in Lettere Moderne in triennale e in Sviluppo Economico e Relazioni Internazionali in magistrale. Nel 2023 ha vinto il Premio America Giovani della Fondazione Italia Usa che le ha permesso di conseguire il master Leadership per le relazioni internazionali e il made in Italy. Nel tempo libero si dedica alle camminate, alla lettura e alle serie tivù in costume.

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