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Innovazione, diversity e feedback per un mindset globale

Per rispondere ai bisogni di clienti globali, occorrono competenze e capacità globali. Soprattutto per garantire lo stesso standard di servizio in qualsiasi parte del mondo. Ecco perché Vertiv, società specializzata in soluzioni per le infrastrutture digitali critiche, ha fatto della formazione una parola chiave a livello – appunto – globale.

“Amiamo definirci una startup con 21mila dipendenti e oltre 75 anni di storia”, spiega Roberta Gentile, Learning Director per le Global Business Unit di Vertiv. Nata da una serie di acquisizioni che hanno reso l’organizzazione sempre più internazionale, fino alla quotazione alla Borsa di New York, negli anni l’azienda ha trasformato il proprio business per rispondere alle esigenze di clienti sempre più grandi e con un orizzonte che va oltre quello del singolo Paese. “Per fornire al cliente lo stesso livello di servizio abbiamo bisogno di acquisire anche noi un mindset globale e di avere persone dotate delle stesse capacità e competenze in tutto il mondo”.

La formazione è dunque fondamentale nelle strategie di sviluppo del business. Soprattutto per un’azienda che continua a crescere, puntando sull’innovazione: la pandemia non ha fatto che aumentare la domanda nel mercato dei data center e Vertiv ha scelto di investire circa il 5% delle revenue totali del 2020 nello sviluppo di nuovi prodotti, nell’offerta di servizi innovativi e nell’accrescimento di competenze.

Nel 2021 sono circa 70 le nuove persone entrate a far parte dell’azienda in Italia – erano state 50 nel 2020 – tra cui soprattutto profili tecnici focalizzati sull’obiettivo di produrre innovazione. “Si fa innovazione grazie anche a persone con idee diverse”, sottolinea Gentile. “Sin dai processi di assunzione dedichiamo una grande attenzione ad assicurare la presenza di generi, culture ed esperienze diverse, per favorire una sorta di ‘impollinazione’ tra le idee e lo sviluppo di intuizioni alternative. Innovazione e diversity sono driver centrali”.

Roberta Gentile_Vertiv
Roberta Gentile, Learning Director per le Global Business Unit di Vertiv

Lo sviluppo delle persone è al centro della strategia dell’azienda. Elevate our talent è insieme l’obiettivo e il nome del modello di riferimento, che prevede confronti trimestrali tra manager e collaboratori sulla verifica degli obiettivi e sulla ricerca dei modi migliori per raggiungerli, secondo il modello “stop, start and continue”. “È un’occasione reciproca per il manager e il suo diretto riporto per darsi un feedback”, spiega Gentile. “Anche il collaboratore fornisce un feedback al manager su ciò che dovrebbe smettere, iniziare e continuare a fare per aiutarlo a raggiungere gli obiettivi assegnati. Abbiamo cercato di favorire nell’interazione tra le persone la modalità del coaching, che non è più un elemento esterno limitato a un corso, ma parte integrante della cultura interna e della definizione degli obiettivi durante la quarterly conversation”.

Flessibilità e nuovo layout aziendale

Aver in un primo momento ‘forzato’ la cultura del feedback, impostando colloqui trimestrali, ha permesso alle persone dell’organizzazione di assorbirla e trasformarla in un modo consueto di agire e rapportarsi con i propri collaboratori. Una risorsa tanto più preziosa in tempi di pandemia, quando il venir meno dei confini tra tempo privato e tempo dedicato all’azienda ha rischiato di mettere a dura prova l’equilibrio di molti. “Abbiamo cercato di aiutare tutti a bilanciare correttamente i tempi di vita e di lavoro, in modo da poter dare più flessibilità all’azienda, ma poterne anche chiedere in cambio nel momento del bisogno”, continua la manager. Per rispondere a un’esigenza, spesso inespressa, dei dipendenti, l’azienda ha lanciato una serie di iniziative orientate al wellbeing, lavorando sui concetti di resilienza e gestione del cambiamento con corsi di mindfulness e workshop dedicati.

Sul fronte del lavoro agile, la sede italiana della multinazionale è infatti tra le più preparate. Gli accordi messi appunto per disciplinare lo Smart working sono già pronti e diventeranno operativi non appena terminerà lo stato di emergenza. Nel frattempo, tutti i collaboratori che possono farlo sono stati invitati a lavorare da casa, anche per lasciare spazio ai colleghi della parte tecnica, che operano in sede, di muoversi in modo più sicuro. “L’ultimo periodo ci ha portato a ripensare l’uso dei nostri spazi”, ammette Gentile, consapevole del fatto che, nel momento in cui parte del personale rientrerà in sede, andrà in ufficio non per svolgere il lavoro quotidiano, ma per incontrare il team. “Stiamo studiando un nuovo progetto di layout aziendale, trasformando alcune aree in hot desk a rotazione e altre in spazi per brainstorming e meeting”.

Oggi più che in passato, l’azienda si dice aperta anche alla valutazione di candidati con residenze diverse. Lo Smart working è infatti diventato un elemento di attrazione molto forte, soprattutto tra le giovani generazioni, e anche Vertiv ha deciso di assecondare, laddove possibile, l’aspettativa di chi vorrebbe lavorare da remoto. Dopo un periodo di onboarding di almeno sei mesi –rigorosamente in presenza – si aprono infatti diverse prospettive di lavoro da remoto, che tengono conto della tipologia di mansione e delle competenze tecniche, relazionali, di collaborazione e di attenzione al cliente. Al momento la ricerca si concentra su profili tecnici, con un grande investimento sull’area elettronica e meccanica, ma ci sono posizioni aperte anche per Trainer del mondo Thermal e Project Manager. “È da lì che passa l’innovazione”, afferma Gentile.

Coniugare online, virtuale e aula

Anche la formazione si è già adattata al cambiamento. Durante la pandemia, tutti i corsi in aula si sono trasformati in corsi virtuali e ancora oggi si preferisce evitare la formazione in presenza laddove non sia strettamente necessario. I moderni tool di collaborazione permettono, infatti, di creare spazi di interazione anche in modalità virtuale, spostando online il trasferimento di conoscenze e facilitando, grazie all’intervento del formatore, lo scambio di attività insieme. “È un’esperienza che non avremmo fatto se non fossimo stati forzati dalla situazione, ma abbiamo deciso di tenercela cara”, è la posizione della manager. “Stiamo infatti creando un modello ibrido di formazione, con una parte online dedicata al trasferimento delle conoscenze, una parte virtuale utile per lo scambio e il confronto e, se necessario, una parte in aula”.

L’azienda dedica larga parte della sua offerta alla formazione tecnica e al continuo aggiornamento degli addetti alle vendite. L’attenzione si è quindi concentrata soprattutto sull’esigenza di rapportarsi al cliente e al collaboratore online, con focus sul Change management e sui modi per essere altrettanto efficaci anche in modalità virtuale. “Il nostro obiettivo è disegnare e sviluppare internamente la formazione specifica per il nostro know how

e, ove sia necessaria una competenza complementare alla nostra, siamo soliti integrare l’offerta formativa con corsi extra-aziendali”, precisa Gentile. Del resto Vertiv può contare sull’esperienza della propria Academy, anch’essa con un profilo globale, il cui quartier generale si trova nella sede di Castel Guelfo, in provincia di Bologna.

Sempre la sede di Castel Guelfo è centro di eccellenza per la parte di AC Power, dal momento che riunisce l’area di Ricerca e Sviluppo, il Customer Experience Center e il Witness testing che consente di sperimentare in prima persona una vasta gamma di tecnologie per data center. I clienti in visita al centro possono, infatti, assistere a dimostrazioni e ricevere formazione per il proprio personale e la stessa struttura provvede a formare local trainer per le diverse sedi della multinazionale. Lo stesso accade a Piove di Sacco, in provincia di Padova, centro di eccellenza per il Thermal management. “L’Italia è l’unico Paese in cui ci sono due centri di eccellenza così vicini”, conclude Gentile. “L’attività di formazione e sviluppo sta dando risultati importanti: oggi molti ruoli globali sono ricoperti da italiani, a dimostrazione della grande capacità innovativa dei nostri centri”.

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Giorgia Pacino

Articolo a cura di

Giornalista professionista dal 2018, da 10 anni collabora con testate locali e nazionali, tra carta stampata, online e tivù. Ha scritto per il Giornale di Sicilia e la tivù locale Tgs, per Mediaset, CorCom - Corriere delle Comunicazioni e La Repubblica. Da marzo 2019 collabora con la casa editrice ESTE. Negli anni si è occupata di cronaca, cultura, economia, digitale e innovazione. Nata a Palermo, è laureata in Giurisprudenza. Ha frequentato il Master in Giornalismo politico-economico e informazione multimediale alla Business School de Il Sole 24 Ore e la Scuola superiore di Giornalismo “Massimo Baldini” all’Università Luiss Guido Carli.

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