Supply chain

Know how ed esperienza per una Supply chain integrata ed efficiente

Si dice “fare per imparare”: a volte è considerato un semplice cliché, ma è un approccio vincente che si potrebbe applicare a ogni ambito della vita. Anche nella fabbrica, tradizionale o 4.0 che sia: l’impresa manifatturiera si fonda per definizione sul ‘fare’ e mai come in questo settore è fondamentale l’esperienza sul campo per la buona riuscita delle strategie. Non è un caso, quindi, che i manager che fino a qualche tempo prima gestivano i processi in azienda, diventino il fulcro delle società che producono software per l’ottimizzazione della gestione della Supply chain.

È avvenuto, per esempio, in Digitalsoft, azienda che offre soluzioni gestionali per la Future Factory: il CEO Tom Op Het Veld da cliente e utilizzatore di sistemi gestionali ha portato know how e competenze nella società di produzione software, con l’obiettivo di sviluppare un prodotto specifico e completo sotto ogni aspetto.

Olandese, Op Het Veld vive in Italia da 25 anni, in Abruzzo, regione in cui ha lavorato per 15 anni in ruoli di crescente responsabilità nell’area Customer Service e Supply Chain Management in un’azienda del settore Automotive. Il suo know how spazia dal Project management ai processi order-to-cash. Avendo lavorato per anni sulla programmazione del lavoro dalla domanda all’evasione degli ordini, fino alla fattura e al pagamento finale da parte dei clienti (anche per la multinazionale di elettronica Philips), il manager conosce a fondo le dinamiche e i bisogni della catena di montaggio e di approvvigionamento di una fabbrica. E, a suo parere, quest’ultima deve guardare costantemente all’efficientamento dei processi e all’eliminazione degli eventuali sprechi.

D’altra parte, la gestione di questi processi è stata la quotidianità di Op Het Veld, che ha sperimentato anche nell’esperienza in Aptiv, azienda multinazionale attiva nel settore della mobilità, misurandosi come Supply Chain Director e adeguando persone e competenze, processi e sistemi alla domanda più moderna e innovativa. L’esperienza dell’attuale CEO di Digitalsoft è quindi uno spunto prezioso per lo sviluppo degli applicativi: nel caso delle soluzioni per la Supply chain, questa è ridisegnata in maniera precisa e dedicata, consapevole e concreta.

La funzionalità, infatti, è per il CEO una componente imprescindibile, insieme all’usabilità grafica: “In Digitalsoft crediamo che i sistemi debbano essere eccellenti da un punto di vista funzionale e tecnologico, e per questo li basiamo sulla nostra conoscenza del lavoro quotidiano sul campo. Questi sistemi vengono poi migliorati ulteriormente grazie ad un design accattivante e fruibile in maniera intuitiva”. L’apporto del design italiano è in questo senso essenziale in Digitalsoft. “Per me si è trattato di una sfida: passare dal tavolo del cliente a quello del fornitore di soluzioni permette di aiutare molte più aziende nella trasformazione verso l’Industria 4.0”, dice Op Het Veld. D’altra parte, oggi la parola d’ordine per tutte le imprese deve essere “connessione”: “L’obiettivo è diffondere quanto più possibile Supply chain che siano davvero interamente connesse”.

Risolvere la frammentazione che indebolisce la Supply Chain

La questione della connessione della Supply chain è cruciale per il manager sin dalle esperienze in azienda. Op Het Veld, infatti, desiderava la trasformazione delle aziende manifatturiere verso una Supply chain collegata e lineare. “Già la parola ‘catena’ dovrebbe suggerire delle maglie continue e intrecciate, ma spesso ci sono anelli deboli; è su questi che bisogna concentrarsi per rafforzare tutto il resto”, ragiona il CEO di DigitalSoft. Questo tuttavia non è sufficiente, in alcuni casi.

Rafforzare le maglie più carenti è necessario, ma non basta, e ce ne si accorge nel momento in cui i problemi sono risolti singolarmente, eppure la catena continua a non funzionare per il meglio”. E non si creda che si tratti di casi isolati e sporadici. “I clienti, oggi, hanno bisogno di trovare ciò che vogliono, quando lo vogliono e nel luogo in cui lo vogliono. Servono perciò sistemi ben funzionanti e integrati a supporto di persone competenti e processi efficaci”.

Da queste convinzioni nasce la volontà di puntare sulla catena connessa grazie a un sistema che supporti e dia chiarezza di visione a chi si occupa della Supply chain, mostrando chiaramente dove iniziare a lavorare. Se ormai si sono compresi i limiti di carta e penna, anche Excel, applicazione su cui molte aziende ancora sviluppano i loro processi, non è adeguato alle sfide del 4.0. “Nelle aziende in cui ho lavorato ho trovato paesaggi digitali molto frammentati, ma l’approccio manuale è estremamente costoso, induce ad errori e fa disperdere molta forza”.

La frammentazione del lavoro e della digitalizzazione, in particolare, è la causa di diversi problemi delle fabbriche manifatturiere, che trovandosi a dover gestire numerose applicazioni e software differenti, rischiano di dare vita a processi deboli e dispersivi. Si genera però un evidente paradosso economico: le aziende non centralizzano perché temono un dispendio di tempo e denaro, ma proprio questa scelta le porta a investire tante risorse per cercare di fare funzionare in maniera lineare un sistema poco performante perché sviluppato in una logica di stratificazione.

“Se i gestionali per la Supply chain e i processi in fabbrica fossero più integrati, la catena diventerebbe molto più forte”, è la tesi di Op Het Veld. In questa direzione va quindi la proposizione di Digitalsoft, che ha realizzato – anche grazie all’apporto del suo CEO – soluzioni end-to-end, nativamente integrate, per offrire alle aziende manifatturiere un sistema davvero completo, in grado di mostrare ogni aspetto su un’unica piattaforma. Inoltre, la soluzione è scalabile e integrabile con i moduli specifici per le diverse necessità. “In questo modo non si rivoluziona l’azienda, ma si possono risolvere i problemi applicando un’urgenza, creando via via un puzzle che porti ad avere una Supply chain integrata e personalizzata, forte e potente, per gestire meglio e in maniera più efficiente tutta la filiera”.

Fabbrica 4.0, manifattura, Supply chain, connessione, integrazione


Avatar

Sara Polotti

Sara Polotti è giornalista pubblicista dal 2016, ma scrive dal 2010, quando durante gli anni dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (facoltà di Lettere e Filosofia) recensiva mostre ed eventi artistici per piccole testate online. Negli anni si è dedicata alla critica teatrale e fotografica, arrivando poi a occuparsi di contenuti differenti per riviste online e cartacee. Legge moltissimo, ama le serie tivù ed è fervente sostenitrice dei diritti civili, dell’uguaglianza e della rappresentazione inclusiva, oltre che dell’ecosostenibilità.

È morto Paolo Pininfarina, emblema del design automobilistico

È morto Paolo Pininfarina, emblema del design automobilistico

/
Si è spento il 9 aprile 2024 a 65 anni ...
Marsiaj

Crisi geopolitiche, Giorgio Marsiaj: “All’imprenditore serve coraggio e visione”

/
L’indagine di Unione Industriali Torino e Confindustria Piemonte evidenzia una ...
Bracalente

NeroGiardini, conciliare artigianalità e innovazione

/
Una storia cominciata 50 anni fa nel seminterrato di una ...

Via Cagliero, 23 - 20125 Milano
TEL: 02 91 43 44 00 - FAX: 02 91 43 44 24
EMAIL: redazione.pdm@este.it - P.I. 00729910158

© ESTE Srl - Via Cagliero, 23 - 20125 Milano