Lavorare meno per produrre di più

L’esperimento di Unilever in Nuova Zelanda: al lavoro quattro giorni a settimana con stipendio pieno.

Il suggerimento lanciato dalla Prima Ministra della Nuova Zelanda Jacinda Ardern a maggio 2020, nel pieno della prima ondata di coronavirus, non è rimasto inascoltato. A partire dal 7 dicembre 2020, infatti, tutti i dipendenti neozelandesi di Unilever si recheranno al lavoro per soli quattro giorni alla settimana.

L’esperimento coinvolgerà gli 81 membri dello staff di tutti gli uffici del Paese e avrà una durata di 12 mesi. Fino a dicembre 2021, gli impiegati di Unilever continueranno a percepire lo stesso stipendio, ma lavoreranno un giorno in meno. In Nuova Zelanda l’azienda non ha alcuna sede produttiva e tutto il personale è impiegato nelle vendite, nella distribuzione e nel Marketing.

“Se finiranno con il lavorare per quattro giorni prolungati, non avremo centrato l’obiettivo”, ha dichiarato alla Reuters Nick Bangs, Managing Director per la Nuova Zelanda di Unilever. Lo scopo è cambiare il modo in cui si lavora, non aumentare le ore di lavoro su quattro giorni. “Non vogliamo che le persone del nostro team lavorino più a lungo, vogliamo portare un cambiamento materiale nel modo in cui lo fanno”.

Dopo 12 mesi, Unilever valuterà i risultati dell’esperimento, per capire come possa rivelarsi utile per il resto dei suoi 155mila dipendenti nel mondo. L’idea di una settimana lavorativa più corta non è una novità: l’aveva già sperimentata per un mese in Giappone Microsoft, ad agosto del 2019, e ancora prima il tema era già stato al centro del dibattito pubblico in Nuova Zelanda. Pioniera della 4-days week è stata, infatti, la neozelandese Perpetual Guardian, azienda che si occupa di trust, testamenti ed eredità. Dopo una sperimentazione di due mesi, a novembre del 2018 il fondatore Andrew Barnes ha reso ufficiale la misura per tutti i 240 dipendenti, senza tagli agli stipendi né obblighi di straordinari, dichiarando di aver registrato significativi aumenti della produttività.

La questione è tornata alla ribalta durante l’emergenza Covid: a maggio 2020 la Prima Ministra Ardern ha incoraggiato le imprese ad adottare la settimana corta per offrire maggiore flessibilità ai dipendenti nel pieno della pandemia. Secondo la premier, ridurre le giornate di lavoro avrebbe aiutato anche a spingere il turismo interno finché i confini restavano chiusi.

Fonte: Reuters

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Giorgia Pacino

Articolo a cura di

Giornalista professionista dal 2018, da 10 anni collabora con testate locali e nazionali, tra carta stampata, online e tivù. Ha scritto per il Giornale di Sicilia e la tivù locale Tgs, per Mediaset, CorCom - Corriere delle Comunicazioni e La Repubblica. Da marzo 2019 collabora con la casa editrice ESTE. Negli anni si è occupata di cronaca, cultura, economia, digitale e innovazione. Nata a Palermo, è laureata in Giurisprudenza. Ha frequentato il Master in Giornalismo politico-economico e informazione multimediale alla Business School de Il Sole 24 Ore e la Scuola superiore di Giornalismo “Massimo Baldini” all’Università Luiss Guido Carli.

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