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Lavoro agile, spese fisse. Chi paga?

Si stima che il lavoro agile diventerà la nuova normalità per oltre 5 milioni di lavoratori. Il lavoro remotizzato ha rappresentato spesso l’unica modalità per erogare la prestazione lavorativa in epoca pandemica: un lavoro che di ‘agile’ aveva ben poco visto che per lo più è stata l’abitazione privata a trasformarsi in luogo esclusivo di lavoro. Se la media di 2,7 giorni la settimana di lavoro agile diventerà la norma per il 70% delle grandi imprese, si pone la questione delle spese che il lavoratore deve sostenere: dalla connettività, all’allestimento di una postazione di lavoro fino alla controversa questione del buono pasto.

Non esiste un obbligo di ‘ristoro’, i contributi per la copertura di alcuni costi hanno trovato riscontro in alcuni accordi collettivi aziendali mentre, rispetto all’erogazione del buono pasto, si è espresso in senso contrario il Tribunale di Venezia con una sentenza di luglio 2020. Cosa prevede l’Agenzia delle Entrate? Gli indennizzi ai lavoratori si configurano come reddito da lavoro dipendente, con tassazione conseguente?

Ospiti della puntata:

Domenico De Liso, Founder di Comeback Welfare
Diego Paciello, Responsabile dell’Area Fiscale, Welfare, Compensation and Benefits di Toffoletto de Luca, Tamajo e De Luca
Davide Scaramuzza, Direttore Divisione Welfare Solutions di Pellegrini

lavoro agile, pdm talk, nuova normalità, spese per postazione, ristoro, buono pasto

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