Colloquio di selezione

Pagati fin dal colloquio di selezione

Includere una qualche forma di attività lavorativa nel processo di selezione è uno dei modi per valutare l’idoneità di un candidato per un ruolo. Oltre a essere un’opportunità per le aziende per vedere come la persona affronterebbe, nella pratica, alcuni aspetti relativi al lavoro offerto, colloqui di questo tipo consentono allo stesso tempo al candidato di mostrare le proprie capacità. Questo, ha fatto notare la Bbc, vale però a patto che l’incarico non assuma proporzioni che vanno ben oltre il mettere alla prova.

Da quanto ha riportato l’emittente britannica, alcune persone impiegano infatti giorni, a volte settimane, per portare a termine le mansioni affidate. E questo è un problema, per più ragioni, che si tratti di giornalisti incoraggiati a proporre potenziali articoli e approfondimenti; di designer cui sono richiesti prototipi complessi; o di contabili coinvolti in intere giornate di test e giochi di ruolo.

Molte persone, ha riferito sempre la Bbc, si innervosiscono durante i colloqui intensivi di questo tipo. Innanzitutto per la perdita di tempo, ma anche di denaro, laddove per occuparsi dei progetti affidati loro dovessero trovarsi nella condizione di chiedere permessi non retribuiti al lavoro o attingere, per esempio, a servizi di assistenza all’infanzia aggiuntivi. “Chiedere di presentare un progetto di prova o di lavorare a compiti impegnativi non è un male di per sé, il problema sta nel non pagare i candidati. Richiedere di portare a termine attività di questo tipo gratuitamente è semplicemente lavoro non retribuito”, ha commentato Latesha Byrd, CEO di Perfeqta, agenzia di sviluppo dei talenti, con sede nel North Carolina.

L’allarme del furto di idee

La questione non è solo economica. Al di là del tempo e della retribuzione, la procedura può prendere anche un’altra deriva infelice. È il caso delle aziende che utilizzano, con varie finalità e senza alcuna autorizzazione, le idee presentate dai candidati. La Bbc ha riferito che ci sono state, per esempio nel Regno Unito, situazioni nelle quali alle persone è stato chiesto di stilare una dettagliata strategia aziendale di lungo termine per uno dei clienti dell’organizzazione per poi utilizzare quel progetto nonostante la persona candidata per il ruolo lo avesse alla fine rifiutato.

Un modo per evitare problematiche di questo tipo, suggeriscono alcuni esperti citati dalla testata inglese, potrebbe essere che i candidati proponessero di svolgere il lavoro richiesto con un pagamento su base giornaliera nell’attesa che l’azienda decida chi assumere. “I candidati non dovrebbero aver paura di chiedere di redigere, se necessario, un contratto prima di iniziare un progetto, anche solo per proteggere la propria proprietà intellettuale”, ha commentato a questo proposito Nick Corcodilos, autore Ask the headhunter, una piattaforma di consulenza. Dal suo punto di vista, l’eventuale rifiuto di tale proposta o la reticenza a fornire dettagli circa il carico di lavoro richiesto al candidato in fase di selezione costituirebbe un concreto segnale di allarme, offrendo alle persone coinvolte una chiara visione di quale potrebbe essere lo scenario ­­– e di quale potrebbe essere la loro busta paga – se dovessero entrare a far parte dell’azienda.

Appianare lo squilibrio di potere con un compenso

Sebbene sia ancora una pratica marginale, alcune aziende stanno cercando di risolvere il rischio di squilibri di potere di questo tipo nei colloqui pagando i candidati che vi prendono parte. A chi, per esempio, partecipa un colloquio per Automattic, l’azienda dietro alla piattaforma WordPress, è garantita una retribuzione di 20 dollari l’ora (19 euro circa) per completare un test proposto in corso di selezione. Anche fuori dall’ambito tecnologico, FoodShare una no profit con sede a Toronto, da marzo 2022 ha iniziato a pagare i candidati 75 dollari l’ora (71 euro circa) per il colloquio, oltre a una tariffa aggiuntiva se dovessero completare presentazioni o incarichi specifici.

Anche nei casi in cui non dovesse trattarsi di una considerevole somma di denaro, prevedere un compenso per la partecipazione alla selezione è comunque un gesto significativo che mostra di voler ricompensare qualcuno per il suo tempo. Poiché chi si muove nel mondo del lavoro affronta ostacoli e talvolta forme di sfruttamento, di vario genere; ecco perché salvaguardare il suo tempo e onorare il suo impegno è un atto di grande valore.

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Erica Manniello

Laureata in Filosofia, Erica Manniello è giornalista professionista dal 2016, dopo aver svolto il praticantato giornalistico presso la Scuola superiore di Giornalismo “Massimo Baldini” all’Università Luiss Guido Carli. Ha lavorato come Responsabile Comunicazione e come giornalista freelance collaborando con testate come Internazionale, Redattore Sociale, Rockol, Grazia e Rolling Stone Italia, alternando l’interesse per la musica a quello per il sociale. Le fanno battere il cuore i lunghi viaggi in macchina, i concerti sotto palco, i quartieri dimenticati e la pizza con il gorgonzola.

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