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Robot più efficienti, ma la legge tutela gli esseri umani

Per i giudici spagnoli, l’incremento di produttività non sarebbe sufficiente per giustificare il licenziamento.

Secondo l’ultimo rapporto dell’Ocse, in Spagna la metà dei posti di lavoro rischia di scomparire o di essere trasformata in modo significativo per effetto dell’automazione. Un trend che ha subito una forte accelerazione in seguito alla diffusione del Covid-19: secondo uno studio di McKinsey, nel Paese iberico l’azione combinata di automazione e pandemia potrebbe distruggere fino a 7 milioni di posti di lavoro.

A impedire questa corsa all’innovazione – e i conseguenti licenziamenti – sono al momento i giudici spagnoli. L’ultimo caso è quello di Cecilia, impiegata da 13 anni in un albergo di Las Palmas in Gran Canaria e licenziata dopo l’acquisto di uno nuovo sistema informatico capace di assicurare lo svolgimento del suo lavoro e di quello dell’intero team senza interruzioni. La Corte di Las Palmas ha dato ragione alla donna: le ragioni sostenute dalla compagnia – ovvero l’incremento di produttività – non sarebbero state “sufficienti per giustificare il licenziamento”.

Non è la prima volta che un giudice spagnolo si pronuncia a favore di un lavoratore in una contesa che contrappone innovazione e tutela del lavoro. La previsione dello Statuto dei lavoratori spagnolo che regola i licenziamenti per ragioni tecniche, legate a cambiamenti nei mezzi e negli strumenti di produzione, è molto astratta e rimette, quindi, ai giudici il compito di decidere in concreto quale equilibrio dare ai diversi interessi in gioco. Le pronunce fin qui emanate sembrano indicare che i tagli ai posti di lavoro debbano essere ragionevoli e proporzionali: deve esserci, cioè, un nesso di causalità tra l’introduzione di una nuova tecnologia e la necessità di eliminare la posizione del singolo lavoratore.

Fonte: El País

lavoro, Spagna, robot, licenziamenti


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Giorgia Pacino

Articolo a cura di

Giornalista professionista dal 2018, da 10 anni collabora con testate locali e nazionali, tra carta stampata, online e tivù. Ha scritto per il Giornale di Sicilia e la tivù locale Tgs, per Mediaset, CorCom - Corriere delle Comunicazioni e La Repubblica. Da marzo 2019 collabora con la casa editrice ESTE. Negli anni si è occupata di cronaca, cultura, economia, digitale e innovazione. Nata a Palermo, è laureata in Giurisprudenza. Ha frequentato il Master in Giornalismo politico-economico e informazione multimediale alla Business School de Il Sole 24 Ore e la Scuola superiore di Giornalismo “Massimo Baldini” all’Università Luiss Guido Carli.

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