Smart working e supporto ai genitori, la rivoluzione gentile di Zeta Service

“Cari genitori, uniti ce la faremo”. Comincia così la lettera, inviata a inizio settembre 2020, diretta a tutti i collaboratori e scritta da Silvia Bolzoni, Presidente e CEO di Zeta Service. Nell’azienda specializzata in payroll e amministrazione del personale in outsourcing – otto sedi in tutta Italia e per il secondo anno di fila al secondo posto nella classifica Europe’s Best Workplaces come una tra le migliori organizzazioni d’Europa in cui lavorare – c’è aria di cambiamento.

L’azienda ha scelto di rivoluzionare il suo modo di lavorare, trovando un nuovo equilibrio tra fuori e dentro l’ufficio. E lo ha fatto a partire dall’ascolto delle sue persone: in base ai risultati di un sondaggio condotto sui suoi 300 collaboratori, si è deciso, infatti, di prevedere fino a tre giorni alla settimana di Smart working per tutti. In caso di particolari necessità, si può richiedere di continuare con il lavoro agile per il totale dei giorni lavorativi. È così, per esempio, per i genitori, nei periodi di chiusura delle scuole. Da qui la scelta di scrivere ai collaboratori a ridosso della prima campanella.

“La mia risposta alle vostre preoccupazioni è: state tranquilli”, si legge nella lettera scritta dalla CEO. “Ci saranno sicuramente nuove esigenze familiari da gestire, ma come sempre ci organizzeremo per il benessere di tutti”. Possono lavorare da casa tutti i giorni della settimana anche le donne in gravidanza che desiderano proseguire l’attività lavorativa durante l’ottavo e il nono mese, in modo da poter usufruire dell’intero congedo di maternità dopo il parto. E lo stesso trattamento è riconosciuto ai neopapà per un mese dopo la nascita del figlio, così da poter vivere da vicino le prime settimane di paternità.

Silvia Bolzoni, Presidente e CEO di Zeta Service

Team coeso anche a distanza: la lezione del lockdown

Sul fronte dell’organizzazione del lavoro, il periodo del lockdown ha insegnato tanto. “Non dimenticheremo facilmente quel 21 febbraio”, racconta Bolzoni, raggiunta al telefono mentre lavora – anche lei in Smart working – dalla Toscana. “Era il giorno del compleanno di mia madre ed ero davanti a lei con un vassoio di pasticcini in mano, quando ho sentito alla tivù del primo caso positivo a Codogno. Sono rimasta pietrificata: il pensiero è andato subito a tutti i ragazzi di Lodi, dove abbiamo una filiale con 80 persone tra cui molti di Codogno”. Prima della pandemia il personale di Zeta Service aveva già la possibilità di lavorare da casa per due giorni al mese. In poche ore, l’azienda si è attrezzata e tutti sono stati messi nelle condizioni di continuare a operare in sicurezza già dal pomeriggio stesso.

“Ha funzionato non solo perché avevamo già sperimentato lo Smart working, ma soprattutto perché negli anni abbiamo lavorato tanto per creare un team coeso e unito. E questo ci ha aiutato molto anche a distanza. Anzi, ha aumentato ancora di più la capacità di lavorare insieme”. D’altronde, il lavoro di Zeta Service è un’attività essenziale alla vita delle aziende, e come tale doveva continuare. I consulenti del lavoro, in particolare, si sono impegnati molto per studiare, interpretare e comunicare all’interno dell’azienda e ai clienti le nuove disposizioni di volta in volta varate dal Governo e fornire una bussola alle imprese.

È stato un grande corso di formazione che nessuno voleva fare, ma noi lo abbiamo affrontato insieme”, riflette Bolzoni. “Abbiamo sempre cercato di conciliare vita privata, lavoro e famiglia e all’improvviso ci siamo trovati a vivere unitamente tutti questi ambiti”. L’azienda – che ha fatto del benessere delle persone una sua priorità, tanto da istituire anni fa la divisione permanente ‘Felicità e Valori’ – anche in questa circostanza ha deciso di stare accanto ai suoi collaboratori mettendo a disposizione percorsi di formazione e accompagnamento con coach e psicoterapeuti.

Rivedere il concetto di produttività

Le difficoltà, insomma, hanno aiutato a ritarare gli obiettivi e a rivedere il concetto di produttività. Non si tratta, infatti, di lavorare semplicemente da casa, ma di lavorare sempre più per obiettivi. I risultati ottenuti negli scorsi mesi e la soddisfazione dei clienti per il servizio ricevuto, anche quando si era ‘in prima linea’, hanno dimostrato che la rivoluzione dello Smart working è possibile. A patto, però, di non esagerare. Ecco perché in Zeta Service si sono dati regole chiare sui tempi di connessione e di disconnessione, tutti sono stati dotati di un cuscino ergonomico in grado di favorire la postura corretta durante il lavoro fuori ufficio e invitati a seguire lezioni di pilates online.

“La tecnologia ci ha aiutato tantissimo, ma sono convinta che serva anche incontrarsi”, puntualizza la CEO di Zeta Service. Con tutta l’attenzione necessaria alle regole e alle distanze, parlarsi dal vivo resta fondamentale per mantenere vivo il rapporto personale con il proprio team e con gli altri settori, e per stimolare il confronto e la creatività. “Quando ci sono situazioni particolari, è necessario sedersi vicini. Oggi è meglio di fronte che accanto”, sorride Bolzoni, “ma le idee migliori arrivano sempre dallo stare insieme”.

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Giorgia Pacino

Articolo a cura di

Giornalista professionista dal 2018, da 10 anni collabora con testate locali e nazionali, tra carta stampata, online e tivù. Ha scritto per il Giornale di Sicilia e la tivù locale Tgs, per Mediaset, CorCom - Corriere delle Comunicazioni e La Repubblica. Da marzo 2019 collabora con la casa editrice ESTE. Negli anni si è occupata di cronaca, cultura, economia, digitale e innovazione. Nata a Palermo, è laureata in Giurisprudenza. Ha frequentato il Master in Giornalismo politico-economico e informazione multimediale alla Business School de Il Sole 24 Ore e la Scuola superiore di Giornalismo “Massimo Baldini” all’Università Luiss Guido Carli.

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