Sviluppare la tecnologia a favore dell’essere umano

Era il 3 gennaio 1983 quando la rivista Time assegnò per la prima volta nella sua storia il premio di persona dell’anno non a un essere umano, bensì al personal computer. Quella celebre copertina sanciva una svolta epocale, l’inizio di una rivoluzione tecnologica che ci avrebbe traghettato verso il mondo dell’Intelligenza Artificiale (AI). Oggi, la tecnologia è pervasiva nella quotidianità di chiunque – ognuno di noi ha in tasca uno smartphone – ed è capace di suggerirci attività da svolgere in base a quanto appreso da ciò che facciamo in digitale.

Diventa quindi chiara la necessità di approfondire le opportunità messe in gioco dal progresso tecnologico dell’AI. Lo sostiene Rita Cucchiara, Professoressa di Ingegneria informatica all’Università di Modena e Reggio Emilia e Past Director del Laboratorio Nazionale di Intelligenza Artificiale e Sistemi Intelligenti del Consorzio Interuniversitario Nazionale per l’Informatica, nel suo libro L’intelligenza non è artificiale. La rivoluzione tecnologica che sta già cambiando il mondo (Mondadori, 2021).

L’obiettivo del volume è spiegare come i sistemi computazionali possano percepire e comprendere il mondo visivamente. Da qui la scelta di raccontare la storia e l’evoluzione dell’AI dalla voce di chi la sta progettando, giorno per giorno, nei centri di ricerca italiani, e spiegare come questa sia frutto del pensiero, del controllo e del comportamento umano. Il flusso del discorso è accompagnato da immagini fruibili tramite un QrCode che permettono a chi legge un accesso a riferimenti artistici che possono colpire chi si aspetta esclusivamente concettualizzazioni formali in un saggio sule tecnologie intelligenti. È introdotto, per esempio, il concetto di reti neurali convolutive facendo riferimento alla struttura di una piramide Maya.

L’AI pone sfide alla nostra società

Per l’autrice, negli ultimi 10 anni l’AI ha smesso di cercare di riprodurre il nostro modo di ragionare, ma è diventata una forma di intelligenza diversa, che partendo dai dati e dall’esperienza è capace di imparare e quindi di parlare, vedere, sentire, guidare, muoversi e interagire con gli esseri umani. Lavora con le persone nella Medicina elaborando migliaia di immagini, nell’Industria, nella Finanza, supporta la sicurezza nazionale, ma può diventare pericolosa se progettata o utilizzata in modo sbagliato. “Anche per questo siamo indotti a chiederci fino a dove potrà spingersi e se ci siano dei confini etici da non valicare. Come ogni tecnologia, l’AI non è né buona né cattiva, ma può essere usata in modo corretto oppure inopportuno”, è il pensiero di Cucchiara.

Proprio perché è uno strumento potente, l’esperta sostiene che serva una grande opera di regolamentazione e di assunzioni di responsabilità: “Se la scienza, per definizione, è libera, democratica e al servizio dell’umanità, serve una struttura normativa internazionale, perché più una tecnologia è potente, più dev’essere affidabile e sicura”, è il suo messaggio. Un’ulteriore sfida per il futuro è quella di colmare il gender balance anche tra chi progetta l’AI: l’intelligenza non è artificiale, ma fatta da esperti umani e questi non possono essere solo uomini. “Siamo noi i maestri e i giudici dell’AI. Quindi saranno il nostro sentire, la nostra cultura e il nostro umanesimo a disegnarne il futuro”, scrive Cucchiara.

Intelligenza artificiale, etica e tecnologia, Rita Cucchiara, L’intelligenza non è artificiale


Elisa Marasca

Elisa Marasca

Elisa Marasca è giornalista professionista e consulente di comunicazione. Laureata in Lettere Moderne all’Università di Pisa, ha conseguito il diploma post lauream presso la Scuola di Giornalismo Massimo Baldini dell’Università Luiss e ha poi ottenuto la laurea magistrale in Storia dell’arte presso l’Università di Urbino. Nel suo percorso di giornalista si è occupata prevalentemente di temi ambientali, sociali, artistici e di innovazione tecnologica. Da sempre interessata al mondo della comunicazione digital, ha lavorato anche come addetta stampa e social media manager di organizzazioni pubbliche e private nazionali e internazionali, soprattutto in ambito culturale.

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