Valori aziendali

Valori d’azienda: forza attrattiva o respingente?

Molti lavoratori, come il fenomeno ormai noto delle Grandi dimissioni ha messo in luce, sono alla ricerca di condizioni migliori sul posto di lavoro: che si tratti di maggiore flessibilità, di un equilibrio più soddisfacente tra lavoro e vita privata o di una retribuzione più dignitosa. Una ragione, in particolare, per la quale le persone sono portate a lasciare le proprie occupazioni risiede nel mancato allineamento tra i propri valori e quelli aziendali.

A tal proposito, in un recente studio della società di consulenza Blue beyond consulting, proposto dall’emittente britannica Bbc, è emerso che per l’80% dei lavoratori statunitensi e canadesi intervistati era importante che i valori aziendali fossero coerenti con i propri. Nonostante questa alta percentuale, solo il 57% dei dipendenti ha riferito che i propri valori erano effettivamente allineati con quelli dell’organizzazione e solo la metà circa degli intervistati ha dichiarato che un disallineamento li porterebbe effettivamente a dimettersi.

Infatti, sebbene il disallineamento di valori sia una delle ragioni che possono portare alle dimissioni spesso intervengono fattori che scoraggiano una scelta di questo genere. E questo vale soprattutto per chi dipende in maniera significativa dal proprio stipendio e non ha un’alternativa concreta a disposizione. Non tutti, insomma, hanno il privilegio di poter lasciare un’azienda che sentono distante dal proprio universo di valori.

Sotto i 45 anni l’etica conta di più

C’è da dire che, negli ultimi due anni, dal punto di vista della fondatrice di Blue beyond consulting, Cheryl Fields Tyler, i lavoratori hanno spinto sempre più le aziende non solo a parlare apertamente di questioni sociali, ma anche a dare seguito alle parole con l’azione e l’assunzione di responsabilità. “Una combinazione di fattori come la pandemia, le discriminazioni razziali e la polarizzazione della politica ha fatto sì che le persone ora si aspettino che le aziende siano una forza positiva nella società”, ha commentato Fields Tyler.

La tendenza non si sta manifestando solo in termini di dimissioni, ma sta cambiando il modo in cui i lavoratori considerano e decidono dove lavorare. Secondo la ricerca della società di consulenza, solo un lavoratore della conoscenza su quattro accetterebbe una occupazione se ci fosse un disallineamento rispetto ai propri valori. Alcune ricerche citate dalla Bbc mostrano poi segnali che i dipendenti più giovani potrebbero valutare l’etica di un’azienda più rilevante rispetto alle generazioni precedenti. “I nostri dati erano molto chiari sul fatto che i lavoratori sotto i 45 anni avevano maggiore probabilità di licenziarsi per ragioni legate ai valori aziendali”, ha affermato Fields Tyler a questo proposito.

Non tutte le persone i cui valori non sono in sinergia rispetto a quelli delle organizzazioni stanno, però, facendo le valigie. In alcuni casi, i dipendenti scelgono di contrastare dall’interno l’etica aziendale nella quale non si riconoscono, mantenendo il proprio posto di lavoro. Spesso la scelta si concretizza in scioperi o mettendo in atto piccole e grandi battaglie in nome, per esempio, della diversità e dell’inclusione. “Questa potrebbe essere una strada più praticabile, alternativa alle dimissioni”, ha commentato Mark Bolino, Direttore del Dipartimento di Management e Affari Internazionali dell’Università dell’Oklahoma, negli Stati Uniti. In questo modo, ha sottolineato, i lavoratori potrebbero dare il via a un cambiamento graduale all’interno di un’azienda, anche considerando che per molti, specie per chi ha i salari più bassi, le dimissioni non sono un’opzione sul tavolo.

La tendenza rischia di esaurirsi

Per Bolino, inoltre, negli ultimi decenni sono state condotte innumerevoli ricerche che dimostrano che le persone vogliono lavorare per organizzazioni con principi che corrispondono ai loro. Certo, riconoscersi nei valori aziendali ha sempre avuto un peso fondamentale per i lavoratori. Ma, ha segnalato il Direttore, le condizioni create dall’emergenza sanitaria e dalle Grandi dimissioni – una sovrabbondanza di posizioni aperte e un maggiore margine di manovra per ottenere vantaggi migliori e salari più elevati – hanno messo più persone nella condizione di scegliere aziende più vicine ai propri principi, in particolare per quanto riguarda i lavoratori qualificati.

Tuttavia, non è escluso che la tendenza possa esaurirsi non appena le condizioni del mercato del lavoro dovessero modificarsi ed essere meno orientate a favore dei lavoratori. “A un certo punto, le dinamiche probabilmente cambieranno e gli equilibri di potere torneranno a sbilanciarsi verso il datore di lavoro: questo porterà tanto a un maggiore disallineamento dei valori quanto a un minore turnover del personale”, ha aggiunto Bolino. Le opzioni dei lavoratori potrebbero insomma restringersi. Oltre alle oscillazioni del mercato del lavoro, anche l’aumento del costo della vita potrebbe avere un impatto significativo sul numero di dimissioni con un movente ‘etico’. Per Bolino, se i dipendenti constatano di non avere alternative praticabili la probabilità che essi cambino lavoro si riduce.

Perché la corrispondenza tra valori personali e aziendali possa diventare una solida realtà e possa andare oltre le variazioni di breve e lungo periodo del mercato del lavoro servirebbe, insomma, che la dinamica tra datore di lavoro e dipendente venga modificata in maniera sostanziale da un gruppo di lavoratori privilegiati in grado di far sì che le organizzazioni si trovino costrette a prestare attenzione alle considerazioni etiche dei propri dipendenti.

Fonte: Bbc

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Erica Manniello

Laureata in Filosofia, Erica Manniello è giornalista professionista dal 2016, dopo aver svolto il praticantato giornalistico presso la Scuola superiore di Giornalismo “Massimo Baldini” all’Università Luiss Guido Carli. Ha lavorato come Responsabile Comunicazione e come giornalista freelance collaborando con testate come Internazionale, Redattore Sociale, Rockol, Grazia e Rolling Stone Italia, alternando l’interesse per la musica a quello per il sociale. Le fanno battere il cuore i lunghi viaggi in macchina, i concerti sotto palco, i quartieri dimenticati e la pizza con il gorgonzola.

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