I costi (occulti) del basso engagement

Burnout, assenteismo, cattiva reputazione, alto turnover. Sono gli effetti del basso livello di engagement dei dipendenti registrati in Germania negli ultimi 20 anni. La percentuale di personale coinvolto nella vita dell’azienda è rimasta pressoché costante dal 2000, attestandosi tra l’11% e il 17%. Nulla l’ha scalfita: né la crisi dell’euro né la recessione mondiale e neppure la pandemia. Il fallimento nella soddisfazione dei bisogni dei dipendenti può sembrare irrilevante in un contesto di alta produttività come quello tedesco, prima Manifattura europea e tra i maggiori Paesi esportatori al mondo. Eppure, anche il mancato engagement ha un costo.

A fare i conti ci ha pensato la società di analisi e consulenza Gallup. Secondo le stime tratte da 19 anni di osservazione, l’assenza di engagement costa ogni anno all’economia tedesca tra i 96 e i 113,9 miliardi di euro. Alcune tra le industrie di maggior successo del Paese stanno lottando contro carenza di competenze, alto turnover ed effetti dell’automazione. Il 68% della forza lavoro in Germania non è ‘ingaggiata’: non mette energia o passione nel lavoro né si sente emotivamente legata al proprio datore di lavoro. Il 15% è addirittura “actively disengaged, ovvero potenzialmente in grado di danneggiare la compagnia per cui lavora.

A pesare sui costi sostenuti dalle aziende sono soprattutto i comportamenti tenuti di riflesso da dipendenti che si sentono poco coinvolti. Chi è attivamente ‘disingaggiato’ ha più probabilità di avvertire una condizione di burnout a causa dello stress lavorativo rispetto a chi si sente parte dell’organizzazione (50% contro il 26%). L’assenteismo cresce del 37% in assenza di engagement, facendo salire dai 5,2 a 7,1 i giorni di assenza. Gallup ha stimato che le compagnie tedesche perdono in media 288 euro per ogni giorno di assenza di un dipendente dal lavoro.

Gli effetti si ripercuotono anche all’esterno dell’organizzazione. Solo l’8% di chi non è coinvolto nella vita dell’impresa raccomanderebbe la propria compagnia come posto di lavoro ad amici e familiari, con la conseguenza di indebolirne il brand. Tra i dipendenti disingaggiati, meno di una persona su quattro consiglierebbe prodotti o servizi della propria azienda.

Anche il turnover ne risente. Con un dato cresciuto per anni, oggi l’82% dei dipendenti con i migliori livelli di engagement pianifica di restare nella propria azienda l’anno successivo, soltanto la metà (il 41%) dei colleghi meno coinvolti prevede lo stesso. E il 19% di questi ultimi è attivamente alla ricerca di un nuovo lavoro.

Fonte: Gallup

Germania, engagement, costi, gallup


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Giorgia Pacino

Articolo a cura di

Giornalista professionista dal 2018, da 10 anni collabora con testate locali e nazionali, tra carta stampata, online e tivù. Ha scritto per il Giornale di Sicilia e la tivù locale Tgs, per Mediaset, CorCom - Corriere delle Comunicazioni e La Repubblica. Da marzo 2019 collabora con la casa editrice ESTE. Negli anni si è occupata di cronaca, cultura, economia, digitale e innovazione. Nata a Palermo, è laureata in Giurisprudenza. Ha frequentato il Master in Giornalismo politico-economico e informazione multimediale alla Business School de Il Sole 24 Ore e la Scuola superiore di Giornalismo “Massimo Baldini” all’Università Luiss Guido Carli.

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