Il calcolatore che riduce gli stipendi agli smart worker

Le sperimentazioni sono iniziate: i dipendenti di Google, che prima della pandemia lavorano in ufficio, potrebbero veder presto differenziate le loro buste paga in base alla scelta di rientrare o meno nella sede di lavoro (qualora risiedessero in una località diversa da quella dell’ufficio). Secondo quanto riportato dall’agenzia Reuters, Big G avrebbe infatti iniziato a testare una sorta di ‘calcolatore’ della retribuzione basato sulla residenza del lavoratore. Il software si chiama Work Location Tool.

La somma corrisposta a fine mese cambierebbe così in funzione dei costi a carico dei lavoratori, come per esempio quelli relativi all’affitto e più in generale in dipendenza del costo della vita parametrato per città, periferie e piccoli centri. Il calcolatore in fase di sperimentazione permetterebbe, dunque, ai dipendenti di conoscere in anticipo gli effetti di un eventuale trasferimento lontano dall’ufficio in caso di Smart working permanente.

Un portavoce di Google ha assicurato che la società non cambierà gli stipendi in base alla residenza, ricordando come i pacchetti retributivi applicati dall’azienda siano sempre stati determinati in base alla sede di lavoro piuttosto che a quella dove risiede il personale, posizionandosi al livello della fascia più alta nel mercato locale di riferimento. Non ci saranno variazioni neppure in base alla scelta di aderire o meno al lavoro a distanza: chi lavora negli uffici di New York sarà pagato la stessa cifra di chi lavora da remoto nella stessa città.

La differenza potrebbe, invece, essere significativa per i pendolari che preferissero optare per il lavoro a distanza. Secondo alcuni screenshot del calcolatore visionati da Reuters, un dipendente che vive a Stamford, nel Connecticut – ad appena un’ora di treno da New York – verrebbe pagato il 15% in meno se lavorasse da casa, mentre un collega dello stesso ufficio che vive a New York City non incorrerebbe in alcun taglio di stipendio. Le stime del Work Location Tool, adottato da Google a partire dal mese di giugno 2021, hanno mostrato differenze del 5% e del 10% nelle aree di Seattle, Boston e San Francisco.

Fonte: Reuters

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Giorgia Pacino

Articolo a cura di

Giornalista professionista dal 2018, da 10 anni collabora con testate locali e nazionali, tra carta stampata, online e tivù. Ha scritto per il Giornale di Sicilia e la tivù locale Tgs, per Mediaset, CorCom - Corriere delle Comunicazioni e La Repubblica. Da marzo 2019 collabora con la casa editrice ESTE. Negli anni si è occupata di cronaca, cultura, economia, digitale e innovazione. Nata a Palermo, è laureata in Giurisprudenza. Ha frequentato il Master in Giornalismo politico-economico e informazione multimediale alla Business School de Il Sole 24 Ore e la Scuola superiore di Giornalismo “Massimo Baldini” all’Università Luiss Guido Carli.

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